Osimhen bomber spietato,
la scoperta di un pianeta nuovo

Osimhen bomber spietato, la scoperta di un pianeta nuovo
di Marco Ciriello
Lunedì 27 Settembre 2021, 07:00
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La grandezza di Osimhen si diffonde per tutto il campo, la sua corsa da tarantolato lo porta a stare ovunque, senza perdere il momento per mettere il pallone in porta quando Zielinski lo crossa in mezzo. Crea sbalordimento la sua carica fisica che si annoda a quella emotiva, la sua foga è da Otello, come quando Strootman lo tira non visto impedendo il concretizzarsi della sua egemonia sulla partita. O quando a Godin non resta che atterrarlo in area. Vuole starci sempre, vuole segnare e segnare ancora, in questo ricorda Eto'o come la sua generosità nei ripiegamenti, mentre le movenze sono da Drogba, come le sue incursioni in area. Ovviamente vive anche una asprezza da giovane pianta, ma lascia intravedere grandi frutti. Ha il profilo giusto per diventare l'attaccante velocissimo e di peso, l'imprescindibile, che permette il lancio lungo, come l'appoggio corto in area, perché si muove con una rapidità felina, secondo un comandamento di assolutismo della fretta che toglie il respiro e non lascia spazio né tempo alle difese avversarie e ai loro portieri.

 

Osimhen per ora viaggia a una media gol che sta tra Benzema e Lewandowski, firmando una serie spaventosa di cambiali calcistiche con chi lo vede andare in porta. Quello che sembrava un buon attaccante ora è una giostra da gol. Segna e stupisce, segna e non si ferma, segna e continua a cercare il gol, segna e corre, segna e non pensa, segna e crea choc in chi deve stargli dietro, segna e pare avere una spinta rivoluzionaria, segna e genera desideri, segna e permette al Napoli di rimanere in vetta, segna e le certezze dell'Inter e del Milan si incrinano figuriamoci quelle della Juventus , segna e ride, segna e pare distrarsi dal clamore che genera, segna e resiste, segna e lascia tutti a bocca aperta con i suoi movimenti ora sghembi ora sinuosi, segna e torna a prevalere la fisicità in un Napoli che non ne aveva mai abbastanza, segna e non si preoccupa delle conseguenze, segna e crea vincoli emotivi, segna e cancella gli altri, segna e riavvia il sogno, segna e flirta col mito, segna e pare perdurare, segna e genera appartenenza, segna e pare fare pedagogia, segna e acceca, segna e oscura, segna ed evoca un pensiero apollineo, segna e si fa vertigine, segna e supera confini, segna e agli altri tocca ammettere l'errore, segna e il godimento è doppio in un paese ancora razzista, segna e fa precipitare gli sforzi degli altri, segna e sfiora l'orlo della gloria, segna e lascia immaginare, segna e sapessi quanti ancora, segna e non è solo uno schema tattico, segna e si fa deus ex machina, segna e culla, segna e diventa paradigma, segna e quello che pareva illusorio e lontano torna vicino, segna e l'immutabilità perde forza, segna e si muove verso profondità insondate, segna e distribuisce chance, segna e non perde rabbia, segna e diventa indubitabile, segna e spacca le partite, segna e ferma le derive parolaie, segna e tiene insieme la squadra, segna e non perde malizia, segna ed è una soddisfazione per tutti, segna e pare aver la faccia gialla, segna e non confessa il trucco, segna e ogni volta è micidiale, segna senza esitazioni, segna e non perde tempo, segna ed esce dalla nicchia, segna ed è immarcabile per ora, segna e spariglia, segna ed è una dannazione, segna e soffre, segna e promette, segna e si fa paradigma, segna e si fonde con Napoli, segna e non vede l'ora di tornare a farlo, perché è un bambino infinito, come tutti quelli che veramente amano lo sport che li abita.

Osimhen è un pianeta nuovo, una seconda luna, che prima s'è mostrata storta e ora è piena, tonda, e illumina il cammino del Napoli. 

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