Luciano Spalletti è attento ma neppure un briciolo preoccupato. Ci mancherebbe. La sconfitta in casa con la Lazio lo tiene all'erta ma non in ansia, e d'altronde Lucianone l'ha sempre detto, anche nelle domeniche trionfali: «Non date tutto per scontato». Lui non l'ha mai fatto, non s'è concesso mezzo rischio e ha anche esagerato con gli scrupoli, facendo giocare sempre i titolarissimi anche a costo, magari, di spremerli più del dovuto. Ma il tecnico ha sempre pensato che il campionato, con tutti quei punti di vantaggio e la facilità di incasellare una vittoria dopo l'altra, andasse comunque preso con le molle e con le molle continuerà a prenderlo: sabato sera, con l'Atalanta, ma lo si capirà meglio magari oggi alla ripresa degli allenamenti dopo i due giorni di relax, si capirà se pensa a un po' di turnover, visto che con Gasperini inizia la settimana che porta al Torino e che vede, nel mezzo, il ritorno di Champions con l'Eintracht. Ecco, magari, Spalletti potrebbe iniziare a pianificare un primo giro di sosta per qualcuno apparto un po' opaco, tipo Anguissa e Kvara. Intoccabili, ovvio, ma forse è arrivato il momento del dosaggio delle energia. Nessuno, però, meglio di Spalletti conosce i suoi uomini: lo dimostra il cammino in Italia e in Europa fino ad adesso.
Probabilmente avrebbe preferito avere torto, ma oggi Spalletti spiegherà ai suoi che aveva perfettamente ragione quando li avvertiva che appena si abbassava il livello della qualità del gioco, poteva arrivare i problemi. Ma a Castel Volturno non sono preoccupati, al massimo indispettiti per il ko con il vecchio maestro Sarri ma del record di punti o di vittorie non importa praticamente a nessuno. Non scherziamo: l'unico obiettivo è vincere lo scudetto. Il traguardo dei cento punti a Spalletti non importa nulla, è quel primo posto che vuole tenere suo, non metterlo in bilico neppure per un mezzo secondo. In ogni caso, la morbidezza del calendario corrobora l'ottimismo e il vantaggio su chi insegue nutre la fiducia. Nessuno fa tabelle ma considerando che gli azzurri sono attesi da partite più o meno piuttosto agevoli (Verona, Salernitana e Sampdoria in casa, Torino, Lecce, Udinese e Bologna in trasferta) e quelle mediamente complicate quasi tutte in casa (Atalanta, Milan, Fiorentina e Inter al Maradona, la Juventus fuori casa) nessuno nel gruppo azzurro è andato in agitazione per la rete di Vecino. Sì, un po' di musi lunghi, ma oggi sarà già tutto dimenticato. Peraltro, Spalletti è un pianificatore meticoloso e aveva già previsto un girone di ritorno con qualche trappola, insidioso e teoricamente sorprendente. Ha l'esperienza dalla sua.
Il segreto per vincere, sostiene il preparatore atletico Francesco Sinatti, non è solo allenarsi molto, ma anche riposarsi bene. Dunque non è un caso che erano stati già previsti due giorni di vacanza. Ai record preferisce lo scudetto. Non importa nulla a Luciano Spalletti di superare quota 100 punti o battere chissà quale primato di vittorie o di vantaggi sulla seconda in classifica. È la caccia al primo posto finale l'unico obiettivo che insegue perché i record sono fatti per essere battuti e il traguardo finale è la cosa che viene prima di ogni cosa, è più importante di ogni record. Certo, il successo della Lazio proprio indifferente non è stato, ma resta l'impressione che il Napoli non c'entri più nulla col calcio italiano. Ma con tra Atalanta e Eintracht i giorni di distanza non sono troppi: e qualcosa cambierà Spalletti. Poco, ma cambierà.
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