Il Napoli tra Italiano e Inzaghi:
ecco come giocano i due tecnici

Il Napoli tra Italiano e Inzaghi: ecco come giocano i due tecnici
Giovedì 25 Marzo 2021, 08:04 - Ultimo agg. 08:20
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Che ne sarà di noi? Domanda lecita da parte dei giocatori del Napoli in vista della prossima stagione. Perché la permanenza di Gennaro Gattuso sulla panchina azzurra rappresenta sempre più un'ipotesi da fantacalcio, motivo per il quale un po' tutti stanno chiedendo che forma potrebbe assumere la squadra con il cambio di manico. Due le ipotesi più accreditate per il dopo Gattuso: Vincenzo Italiano e Simone Inzaghi. 

Vincenzo Italiano è alla sua prima esperienza da allenatore in serie A e alla guida dello Spezia (neopromosso) è alle prese con l'obiettivo salvezza. Non per questo, però, ha mai rinunciato alla sua idea di calcio, quella fatta di spettacolo e gioco offensivo. Lo Spezia, infatti, conserva un'identità chiarissima con la linea difensiva a quattro, il centrocampo a tre e il tridente offensivo dominato da un centravanti fisico e due esterni abili nell'uno contro uno per creare sistematicamente la superiorità numerica. Da questo punto di vista, quindi, l'organico attuale del Napoli si sposerebbe alla perfezione con l'idea di calcio di Italiano visto che con Gattuso i due moduli di riferimento sono il 4-3-3 e il 4-2-3-1, due sistemi di gioco caratterizzati dalla presenza di una punta centrale e una batteria di trequartisti ed esterni che le ruotano attorno. Insigne resterebbe comodamente al suo posto di ala sinistra, Lozano sarebbe l'alternativa a destra mentre Mertens e Osimhen si giocherebbero il ruolo di centravanti. Stesso discorso anche per centrocampo e difesa, visto che nel complesso l'assetto resterebbe invariato. Certo, il vero punto interrogativo legato a Italiano è quello dell'esperienza. Ha vinto tre campionati (dalla serie D alla serie A) con tre squadre diverse, ma non ha mai calcato palcoscenici europei. Sarebbe una prima volta e forse anche una scommessa tutta la giocare. 

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Con Simone Inzaghi, invece, il problema dell'esperienza non ci sarebbe, certo.

Ma sorgerebbe quello legato al sistema di gioco. Perché volendosi basare sull'avventura con la Lazio, Inzaghi si è caratterizzato per il 3-5-2. Certo, nella sua prima stagione alla guida della prima squadra (2016-17) ha proposto il 4-3-3 o 4-2-3-1, ma poi da quella successiva il copione è stato sempre lo stesso: difesa a tre, due esterni a tutta fascia (prima Basta e Lulic, poi Lazzari e Marusic), un regista e due centrocampisti di qualità che supportano la manovra offensiva (Luis Alberto e Milinkovic-Savic). In avanti non si scappa: due punte. Un classico numero 9 (Immobile) che catalizza il gioco e soprattutto la butta dentro con continuità, affiancato da un giocatore più «leggero» (Correa, ma in passato lo ha fatto anche Luis Alberto) che apre lo spazio per gli inserimenti dei centrocampisti e serve assist per la punta centrale. In questo sistema di gioco, però, il primo a fare fatica sarebbe Insigne che dovrebbe transumare dalla fascia all'area di rigore avversaria, posizione che fin dai tempi di Ancelotti non gli è mai stata particolarmente congeniale. Nell'eventuale 3-5-2 di Inzaghi, infatti, i più penalizzati sarebbero gli esterni d'attacco, che nel Napoli sono attualmente 3: Insigne, Lozano e Politano, giocatori che danno un valore aggiunto non da poco alla squadra. E poi ci sarebbe da rifondare il reparto arretrato visto che con la partenza di Maksimovic (in scadenza di contratto) resterebbero solo tre centrali: numero troppo basso per reggere all'interno di una stagione lunga e ricca di impegni tra campionato e coppe. Ecco perché Inzaghi a Napoli potrebbe dover cambiare, o meglio tornare al passato: dimenticando l'esperienza laziale e adattandosi all'organico già presente in rosa. 

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