Napoli, tutti i dubbi su Ancelotti:
ecco perché la panchina è a rischio

Napoli, tutti i dubbi su Ancelotti: ecco perché la panchina è a rischio
di Pino Taormina
Mercoledì 4 Dicembre 2019, 08:30 - Ultimo agg. 13:09
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Lo sguardo non è sereno. Il sopracciglio lo tradisce: quando sale incontrollato ad altezze siderali, fin quasi all'attaccatura dei capelli, è la spia rivelatrice di un disagio. Ancelotti è preoccupato, teso ed è chiaro che non è più così convinto di farcela a uscire da questo momento. Sa che dopo il colloquio di lunedì la sua situazione è divenuta più precaria e che i problemi del gruppo non sono di facile soluzione. Ieri sera ha lasciato il centro tecnico più tardi del solito.

Ha riflettuto 24 ore su quelle parole e continua a farlo e ha cominciato a capire che la sua panchina è seriamente a rischio. Non ha parlato di dimissioni, non le ha neppure ipotizzate. Ma De Laurentiis e Chiavelli sono in fase di riflessione. Ieri hanno parlato a lungo con lui, ribadendo la loro fiducia: ufficialmente neppure il Genk è un crocevia per Carlo ma è chiaro che non ci sono più le sicurezze di qualche giorno fa. Tutto può succedere, in ogni momento. E il tecnico di Reggiolo non nasconde a Castel Volturno il suo disagio per una situazione inedita: perché solo a Monaco di Baviera, nella sua carriera, è stato licenziato a campionato in corso. Sa che la panchina incredibilmente traballa e che non può essere diversamente visto l'andamento e il clima che si respira attorno a lui. Di certo guida un gruppo poco granitico. Ognuno ha qualche motivo per avere un mal di pancia: chi sognava Parigi (Allan); chi è seccato dall'avere il contratto in scadenza (Mertens e Callejon); chi si sente bistrattato da un modulo che non è un abito tagliato su misura (Insigne); chi è un passo da un rinnovo che slitta di settimana in settimana quando l'intesa sembra a un passo (da Maksimovic a Milik a Zielinski). Poi ci sono gli enigmi irrisolti: quello di Ghoulam, per esempio. Se non stava bene come sostiene Ancelotti, non era il caso questa estate di puntare a un altro terzino sinistro? Di certo, anche ieri Ghoulam non si è allenato.

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AL LAVORO
Non è che all'improvviso Ancelotti ha messo ai lavori forzati i suoi calciatori: le loro richieste sono sul tavolo e sono ben chiare e vanno da allenamenti meno blandi e a un maggior numero che di sedute tattiche e davanti al monitor per studiare gli avversari. Ovvio che queste parole, pure se non sono una sorpresa, hanno fatto calare un certo gelo tra Re Carlo e i suoi giocatori. Ieri gli allenamenti non sono cambiati e l'appello della squadra è rimasto inascoltato. Gli indisponibili sono numerosi. Un altro segnale negativo. Milik, per esempio, difficilmente recupererà per la gara del Friuli. Nel migliore delle ipotesi andrà in panchina. Ma anche ieri ha svolto una parte del lavoro per conto suo, non prendendo parte all'allenamento con il gruppo quando si è fatto più intenso. È ancora ko Allan, per il problema alla costola: anche qui, bisogna capire la soglia del dolore del brasiliano, perché col passare delle ore non è escluso che possa stringere i denti e provare a rimettersi in corsa. Ieri non si è allenato Dries Mertens per un attacco influenzale: il belga farà di tutto per essere disponibile perché sogna di raggiungere Hamsik nella classifica dei marcatori all time con la maglia del Napoli.
 
 

IL RITIRO
C'era poco da essere allegri. Oggi la squadra andrà in ritiro (hanno trascorso anche la serata di ieri assieme per festeggiare il compleanno di Makismovic). Provvedimento drastico, vagamente umiliante per i giocatori ma nessuno si è opposto. Questo non vuol dire che la squadra sia felice di andare in clausura a partire da questa sera e fino, almeno, alla gara con il Genk. Ieri Ancelotti non ha fatto discorsi, ha fatto svolgere una serie di esercizi e poi una lunga partitella. Ieri, anche il manager di Di Lorenzo, Mario Giuffredi non ha risparmiato un affondo: «Non sono contento se viene adattato a tanti ruoli, lui deve giocare solo sulla destra», ha detto alla radio ufficiale del club.
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