Napoli, tre gol in cinque partite: dove sono i bomber?

Pesato l'infortunio di Osimhen che ha saltato le prime tre partite del mese

Il calcio di rigore fallito da Khvicha Kvaratskhelia
Il calcio di rigore fallito da Khvicha Kvaratskhelia
di Roberto Ventre
Giovedì 20 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:33
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Aprile è cominciato male per il Napoli con la pesante sconfitta in casa in campionato con il Milan e contro la squadra di Pioli martedì sera è arrivata una delusione ancora più grossa, l'eliminazione dalla Champions League. Una sola vittoria in questo mese, quella contro il Lecce, due pareggi, gli ultimi due consecutivi con il Verona in serie A e il Milan in Europa, e due sconfitte entrambe contro i rossoneri, quella di campionato e l'andata di Champions al Meazza. Numeri negativi finora ad aprile che possono essere migliorati con le ultime due partite del mese in programma, la trasferta di domenica contro la Juventus e il derby contro la Salernitana di sabato 29 al Maradona.

Un calo in termini di risultati da poter legare a più motivazioni: la squadra è apparsa meno rapida nella proposizione della manovra offensiva non riuscendo a sfruttare nel migliore dei modi il predominio di possesso palla (ma il dato sulla distanza percorsa nell'ultima partita di Champions è simile: 114,9 chilometri il Napoli e 115,8 il Milan), in attacco si è avvertita l'assenza di un uomo chiave come Osimhen, in fase difensiva sono emersi più errori rispetto al solito, soprattutto nelle tre sfide contro il Milan.

E così il Napoli in queste cinque partite di aprile ha avuto più problemi a concretizzare rispetto al solito (tre gol segnati, due al Lecce nel match di campionato, e uno al Milan nel ritorno di Champions League di martedì sera al Maradona) e ha subito 7 reti (6 del Milan in tre partite, 4 in quella di campionato e uno nell'andata e nel ritorno europeo e una dal Lecce).

Non tutto, quindi, sia in fase offensiva che difensiva ha funzionato al meglio. Il Napoli nelle due partite di Champions League contro il Milan ha tirato comunque tante volte (15 tiri contro 12 nel match al Meazza e 23 tiri contro 6 in quella di ritorno) ma tra le parate di Maignan (quella su Zielinski e Anguissa e la prodezza su Di Lorenzo all'andata e il rigore parato a Kvaratskhelia al ritorno) e l'imprecisione al tiro il Napoli non è riuscito a trovare il gol con facilità a differenza di quanto fatto per il resto della stagione.

E sul piatto della bilancia ha pesato l'assenza di Osimhen che ha saltato le prime tre partite del mese e appena è tornato in campo, anche se non ancora al massimo della condizione ha colpito una traversa nei venti minuti finali in cui è stato mandato in campo da Spalletti contro il Verona e trovato il gol nei minuti di recupero della sfida di martedì sera contro il Milan in Champions League. Spalletti all'andata al Meazza in Champions non aveva a disposizione neanche Simeone e ha schierato da centrale del tridente Elmas come falso nove, lanciando Raspadori, che era tornato da poco a disposizione, nel finale di partita.

 

Anche in fase difensiva il Napoli non è stato perfetto come in precedenza, subendo dal Milan in tre partite 4 gol simili in ripartenza: non hanno funzionato al meglio le coperture preventive ed è stata commessa più volte l'ingenuità di non commettere un fallo tattico per fermare Braihim Diaz e Leao nelle loro fughe palla al piede a campo aperto (sono arrivati così i due gol di Leao nel 4-0 di campionato al Maradona e quelli nelle sfide di andata e ritorno di Champions League di Bennacer e di Leao).

In questa fase il Napoli ha dovuto anche fare i conti con gli infortuni (sono rientrati Osimhen e Raspadori ma al momento sono indisponibili Simeone e Politano in attacco, Mario Rui e Rrahmani in difesa) e con gli squalificati perdendo due pedine importanti, Anguissa a centrocampo e Kim in difesa per la sfida di ritorno europea contro il Milan al Maradona, due azzurri che avrebbero aumentato la fisicità di squadra contro i rossoneri di Pioli. 

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