De Laurentiis non ama guardare al passato. Lo ha sempre detto e lo ha sempre dimostrato. Per lui, a parte gli scudetti e la Coppa Uefa, c'è poco da salvare nel Napoli prima del 2004. Raramente il presidente ha ripreso calciatori (Calaiò l'unico caso), mai allenatori (e per questo non era da considerare l'ipotesi del ritorno di Sarri al posto di Gattuso) e dirigenti o collaboratori tecnici. Stavolta, per allestire lo staff da mettere a disposizione di Spalletti, ha fatto un'eccezione. Anzi, tre. E questo è un cambio di strategia all'interno del club perché si riaprono capitoli con personaggi che hanno lavorato per il Napoli, associati a due allenatori che hanno qui ottenuto risultati importanti: Sarri e Mazzarri.
Due ex collaboratori di Maurizio, il tecnico Calzona (nella scorsa stagione a Cagliari con Di Francesco) e il preparatore atletico Sinatti, torneranno ad indossare la tuta azzurra nel ritiro di Dimaro. Dove ci sarà anche Santoro, dirigente che aveva lasciato il Napoli nel 2013 per seguire Mazzarri all'Inter: è stato al suo fianco anche nelle successive esperienze al Watford e al Torino. Santoro, cresciuto nella scuola calcio Damiano Promotion di Carmine Tascone, era stato assunto dall'ex dg azzurro Marino nel 2004, come responsabile del vivaio.
I rientri di Calzona, Sinatti e Santoro non sono un attacco di nostalgia ma la scelta di De Laurentiis di inserire nello staff dirigenziale (Scala, fedelissimo di Giuntoli, lascia il posto di team manager dopo un solo anno: un altro colpo al ds rimasto al suo posto perché ha un lungo e oneroso contratto) figure di fiducia della società. Un modo per tenere ancor più sotto controllo lo spogliatoio adesso che arriva un bravo allenatore con una personalità forte, talvolta ingombrante.