Nel football americano il ruolo è quello del quarterback. Nel basket si chiama playmaker: nel calcio... partenopeo si dice regista e si pronuncia Lobotka, ma ecco che quel “marpione” di un... Conte si inventa il doppio playmaker, lancia nella mischia anche Gilmour proprio nel big match con l'Inter al Maradona e si ritrova con un'altra preziosissima freccia nella faretra del suo arco. Lo scozzese è uno dei pupilli del tecnico leccese che ha fortemente voluto all'ombra del Vesuvio e che si è visto costretto a tenerlo a lungo in naftalina anche per via della stagione stellare di Lobotka.
Ma ecco che alla prima occasione, il Signor Antonio ha tirato fuori dal cilindro la mossa a sorpresa su cui stava meditando e lavorando da tempo. Il tecnico non lascia, ma raddoppia... le fonti di gioco azzurre. Complice l'infortunio di Anguissa ecco che l'idea di rilanciare Billy a centrocampo prende corpo. E poco importa che a fargli spazio sarà prorpio Billing, tra io pochi a salvarsi dal naufragio sulle rive del Lago della settimana precedente e poi comunque protagonista contro i campioni d'Italia. E così, nel primo tempo del Maradona, agiscono due prestigiatori, due geometri della mediana che sanno dare del tu al pallone e che mandano in tilt i propri dirimpettai. La prestazione di Gilmour è stata una piacevolissima sorpresa. Sopratutto se si considera che lo scozzese rischiava di essere a dir poco arrugginito (non giocava titolare prorpio dal match d'andata contro i neroazzurri al Meazza del 10 novembre scorso). Ed invece nulla di tutto questo. Billy è entrato subito in partita, subito nel vivo del match cucendo e rattoppando e scodellando anche qualche apertura a tutto campo che per poco non ha mandato in porta Lukaku (per la verità il belga ha anche centrato la rete, ma solo l'esterno della porta difesa da Martinez). Per il mediano 23enne insomma 79' più che convincenti nel tempio del Dios: lo scozzese ha dimostrato di essere polivalente nello scacchiere tattico del Napoli.
Una bella rivincita per lui che era stato scongelato solo tra ottobre e novembre, quando aveva dovuto sostituire Lobotka in cabina di regia. Poi, con il ritorno dello slovacco a pieno regime, Billy era finito nuovamente in naftalina, venendo schierato in campo solo nei minuti finali. La presenza di Gilmour ha liberato lo slovacco dalla pressione degli avversari, ma soprattutto dal peso psicologico del dover essere sempre l’unico punto di riferimento per i compagni in fase di costruzione. Soprattutto nella ripresa contro l’Inter, Lobotka ha potuto rifiatare e ritrovare lo smalto migliore da utilizzare nel finale quando i suoi strappi sono stati determinanti. Il doppio play insomma si è trasformato da necessità a virtù nell'economia del gioco di Conte.