Napoli, Gattuso rompe il ritiro:
faccia a faccia, poi tutti a casa

Napoli, Gattuso rompe il ritiro: faccia a faccia, poi tutti a casa
di Pino Taormina
Lunedì 20 Gennaio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 17:46
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Una lunga notte a guardarsi negli occhi. E poi altre due ore dopo l'allenamento della domenica mattina. E a quel punto Rino Gattuso e la squadra si sono separati, consapevoli che quello che dovevano dirsi se lo erano detti. Basterà a dare una scossa? A mezzogiorno il ritiro è sciolto: la squadra si ritrova questa mattina e resterà a Castel Volturno questa notte, vigilia di Coppa Italia. Rino Gattuso si è messo ancora una volta al centro del Napoli: ha preso ogni cosa sulle sue spalle, si è fatto carico di tutto, anche di quello che non gli compete. Perché lui è fatto così. È un leader totale. Gattuso è rimasto ancora una volta a parlare con la squadra che aveva chiesto, e ottenuto, di trascorrere la notte in ritiro: fino alle 4 nella hall nel quartiere generale sul litorale domizio a parlare con i giocatori, ad ascoltarli, a strigliarli. Una squadra che, dopo il 2-0 rimediato dalla Fiorentina, di andare a dormire non ne aveva alcuna voglia. E lui ha ripetuto quello che aveva già detto nello spogliatoio, dove la sua voce si era sentita ovunque nel ventre del San Paolo. Un discorso duro, significativo, in cui la squadra veniva messa spalle al muro e che aveva spinto Lorenzo Insigne, ancora in accappatoio, dopo una fugace riunione con il resto dei compagni, a chiedere di passare la notte assieme. Ma non per dormire, perché dopo figuracce di questo tipo, nessuno aveva voglia di chiudere occhio.
 
 

Gattuso e il Napoli sono stati quasi fino all'alba assieme. Poi, dopo la sgambatura del giorno dopo la partita, è rimasto ancora a parlare, per cercare di capire cosa ha portato il Napoli a toccare il fondo con la Fiorentina, cosa c'è dietro una prestazione dove tutti gli spettri del passato si sono riaffacciati in maniera tremenda. Uno alla volta i giocatori hanno detto la loro: sono stati gli anziani che hanno spiegato la propria sorpresa per questo incredibile ritorno al passato nel gioco, nella prestazione, nelle aspettative. Uno alla volta Insigne, Allan, Hysaj, Milik, hanno raccontato che neppure loro si attendevano una simile partita: sono contenti di Gattuso, della sua gestione, dei suoi metodi di lavoro, del ritorno al 4-3-3, degli allenamenti duri che invocavano da tempo e che ha spinto il gruppo a contestare Ancelotti nelle ultime riunioni prima dell'inevitabile (forse tardivo) esonero. Non è facile sistemare le cose, non è facile rimediare alle scelte della gestione di Ancelotti che hanno portato la squadra a questo punto critico. Nessuno, neppure Mertens (il belga e tutti gli infortunati hanno deciso di prendere parte al ritiro), è tornato a parlare delle multe: non è argomento che con Gattuso è stato mai affrontato. Anche perché quasi tutti hanno compreso che tutto finirà in una bolla di sapone. D'altronde, si tratta di percentuali davvero irrisorie dei rispettivi stipendi annui.

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Nella lunga riunione non ci sono stati scontri, nessuno ha alzato la voce. Pure Gattuso ha, un certo punto, ha ritenuto di dover dispensare carezze. È stata una lunga, interminabile, ricerca di spiegazioni, con il ds Giuntoli che è rimasto in ogni istante al fianco del tecnico che ha il compito e la voglia di rilanciare il Napoli. Pesa, sul ko con la Fiorentina, la stanchezza per una preparazione atletica che in poco più di un mese è cambiata radicalmente e che non può non aver avuto un peso in questa folle prestazione di sabato; e poi le motivazioni di un gruppo che due anni fa, di questi tempi, era in lotta per lo scudetto con la Juve e che ora deve guardarsi incredibilmente alle spalle. Ma Gattuso ha messo in campo tutto il suo armamentario: ha chiesto ai suoi maggiore veemenza, più cattiveria, ha chiesto alla squadra di ritrovare quello spirito smarrito che li ha portati a essere uno dei gruppi più forti d'Europa. Sa che ci sono dei problemi: nella testa e nelle gambe. E che le responsabilità arrivano dal passato. Sa che molti sono al capolinea dell'avventura al Napoli ma ha chiesto - ottenendo risposte confortanti - che per quattro mesi le questioni personali vengano messe da parte. E alla fine, Gattuso ha invitato la squadra a mettere fine al ritiro, durato poco più di 14 ore. La squadra si ritroverà stamane, stasera dormirà assieme e poi dopo la gara con la Lazio arriverà la decisione se tornare o meno a Castel Volturno.
 

De Laurentiis non si è fatto sentire in queste ultime ore dal suo allenatore. A Gattuso e a Giuntoli ha dato completa carta bianca per salvare il salvabile in questa stagione che è ormai qualcosa di molto simile a un film dell'horror. Ma De Laurentiis (che è da un paio di settimane a letto con l'influenza) ha piena fiducia nel lavoro di Gattuso: sa che è solo questione di tempo e di pazienza per poter vedere i risultati che si aspetta arrivino prima o poi. Sa pure che non era semplice scrollarsi di dosso le scorie della gestione di Ancelotti. Ieri ha avuto un segnale di cambio di rotta: la squadra che ha chiesto di andare in ritiro. Ora c'è la Lazio: Gattuso ha bisogno di tre punti per poter far cambiare rotta alla squadra. Sta cercando di porre rimedio ai danni della gestione Ancelotti: ha bisogno di tempo. E De Laurentiis è intenzionato a dargliene. 
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