Napoli, Gaetano baby di platino:
ha convinto Ancelotti e resterà

Napoli, Gaetano baby di platino: ha convinto Ancelotti e resterà
di Bruno Majorano
Domenica 21 Luglio 2019, 09:01
3 Minuti di Lettura
Inviato a Dimaro-Folgarida 

Tra le tante qualità di Carlo Ancelotti c'è sicuramente quella di essere un visionario. Calcisticamente parlando è uno capace di vedere cose che l'occhio comune non sarebbe in grado di percepire mai, neppure dopo ore, giorni o addirittura mesi. Carlo no. Lui vede oltre. Sa andare al di là delle apparenze, cogliere quelle sfumature che sembrano sottili, impercettibili, ma che rappresentano la vera essenza del calcio. Ai tempi del Milan seppe trasformare un buon trequartista (Pirlo) nel miglior regista italiano. A Napoli ha inventato Maksimovic terzino destro e poi Fabian Ruiz esterno di centrocampo: esperimenti che in entrambi i casi hanno dato più di una soddisfazione all'allenatore e alla squadra.
 
Per restare in tema di trasformazioni, quella dell'estate 2019 ha un nome e un cognome: Gianluca Gaetano. Flashback: il ragazzo del 2000 è un prodotto (purissimo) del settore giovanile del Napoli. Arriva da una stagione dove è stato assoluto protagonista con la maglia della Primavera. I suoi numeri sono una sentenza: 17 gol e 6 assist in campionato, 6 reti e 2 assist nel girone di Youth League andando a segno contro tutte e tre le rivali (Psg, Liverpool e Stella Rossa). Insomma: una garanzia di successo dalla metà campo in su.

Ancelotti lo ha capito rapidamente e infatti a gennaio, alla prima occasione utile, contro il Sassuolo agli ottavi di Coppa Italia al San Paolo, lo ha fatto esordire in prima squadra. Spiccioli di una partita che per un ragazzo di 18 anni hanno rappresentato il coronamento di un sogno. La famiglia di Gianluca lo segue da sempre, ma senza pressione. Non sono di quelli che si mettono all'esterno del campo e urlano per tutto il tempo dell'allenamento e della partita. Non sono nemmeno di quelli che per prima cosa vogliono il gol. No. Seguono con attenzione la crescita del ragazzo, ma senza mettergli addosso quelle ansie che alle volte diventano pericolosi boomerang.

Anche questa è la forza di Gianluca, al quale è bastata una telefonata di Ancelotti all'inizio dell'estate per capire che il suo futuro è qui, a Napoli. L'allenatore non gli ha promesso la luna, ma gli ha solo fatto capire che lo considera nel suo progetto e che il ritiro a Dimaro poteva essere l'occasione giusta per crescere ancora. E allora niente Europeo Under 19 in Armenia (la chiamata da parte del ct Nunziata è stata cortesemente declinata) e testa al Napoli.

Gianluca, per entrare subito nel cuore dello spogliatoio, non ha esitato a tingersi i capelli biondo platino come hanno fatto molti dei suoi compagni a Dimaro, a cominciare dal veterano Callejon, mentre per stregare (ancor di più) Ancelotti si è messo al servizio dell'allenatore. Addio trequarti, ma con tanta applicazione ha cominciato a studiare da mezzala perché è lì che l'allenatore vorrebbe utilizzarlo in stagione. Contro la Feralpisalò ha tirato fuori una gara di carattere e personalità. Ancelotti lo ha tenuto dentro per 90' (prima al fianco di Zielinski e poi con Palmiero) e lui ha risposto alla grande. Palloni recuperati, dribbling e quelle imbucate per i compagni che confermano la grande attitudine a vedere i corridoi vincenti.

Il ritiro gli sta facendo bene, perché Gaetano cresce un allenamento dopo l'altro. Il Napoli intanto riflette sul suo futuro: tenerlo in rosa è più di una possibilità. D'altra parte la Roma non ha avuto timore a lanciare Zaniolo (due anni più grande di lui) e la Juventus ha approfittato dei gol di Kean (2000 come Gianluca) per sopperire all'infortunio di Cristiano Ronaldo nella scorsa stagione. In serie A ha esordito a maggio (a Ferrara contro la Spal), dimostrando di non avere paura. Anche i compagni stanno dalla sua parte e con Insigne - capitano della squadra e napoletano come lui - fanno spesso coppia fissa fuori dal campo. Adesso gli manca solo da superare la prova di maturità, ma in questo nuovo ruolo può trovare spazio. E se lo dice Ancelotti che di trasformismo se ne intende, c'è davvero da avere fiducia.
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