Genoa-Napoli, se Gattuso recupera
anche il misterioso Chucky Lozano

Genoa-Napoli, se Gattuso recupera anche il misterioso Chucky Lozano
di Francesco De Luca
Mercoledì 8 Luglio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 9 Luglio, 07:30
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Fino a poche settimane fa chi avrebbe mai immaginato che poteva essere lui, il discusso Lozano, a regalare una vittoria al Napoli? Giocava, quando giocava, una manciata di minuti e al piccolo trotto. Gattuso gli ha dato gli stimoli (e la posizione) giusti. Finora, per la verità, gli ha concesso una sola chance da titolare, in Coppa Italia a gennaio, ma nell’ultimo periodo lo sta utilizzando con frequenza e sul campo del Genoa il giovane messicano ha appunto firmato il gol da tre punti in una partita con un avversario motivato – terz’ultimo in classifica – ma modesto. Quella partita che il Napoli si era complicato da solo, con una serie di svarioni in difesa. Una squadra spaccata in due, con un attacco che ha subito messo le marce alte – spettacolare il primo gol di Mertens, che sa regalare emozioni uniche pure in uno stadio vuoto – e una difesa in difficoltà, anche a causa dell’assenza di un pilastro come Koulibaly. Gattuso, che vuole sempre il Napoli sul pezzo e dunque attento ai particolari, avrà pensato tutto il peggio possibile del posizionamento dei difensori in occasione dell’angolo da cui è scaturito il gol del temporaneo pareggio di Goldaniga, sfuggito al controllo di Maksimovic su calcio d’angolo. I particolari saranno decisivi quando, a inizio agosto, il Napoli si presenterà sul campo del Barcellona per cercare di strappare la qualificazione ai quarti di Champions League: sarà fondamentale prepararsi nelle prossime settimane sul piano tattico e mentale. Il Napoli, pur avendo la partita in pugno, ha sofferto al Ferraris fino all’ultimo minuto e questo va evitato. Tutto rientra in un processo di crescita, come ha sottolineato il tecnico dopo la sconfitta di una settimana fa a Bergamo.

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Gattuso ha saputo recuperare il gruppo in questi mesi di duro e gratificante lavoro. E così Mertens ha dedicato il suo gol a Callejon, seduto in panchina (anzi, in tribuna), e tutti gli azzurri hanno stretto in un forte abbraccio Lozano, appunto per fargli capire che non è un corpo estraneo nonostante questa annata balorda, peraltro non solo per lui. Le vie del mercato sono infinite, ma a un calciatore con la velocità e la tecnica del Chucky non si deve rinunciare a cuor leggero, neanche per un prestito temporaneo, se arrivano positive risposte dal campo, anche se quasi fuori tempo massimo. E adesso Rino si prepara a una domenica di forti emozioni perché al San Paolo sfiderà il Milan. Per la prima volta avversario della squadra che lo ha portato sul palcoscenico del grande calcio vent’anni fa, dopo la stagione con la Salernitana. L’ex ragazzo di Calabria ha dato il cuore al club rossonero e, dopo aver vinto tutto da calciatore, ne è stato per un anno e mezzo l’allenatore con risultati lusinghieri, considerando il sofferto percorso post-Berlusconi. Alla fine dello scorso campionato il divorzio, nonostante il contratto, perché l’ad Gazidis e la nuova area tecnica avevano altri progetti. Gattuso non comprese ma accettò facendo un gesto da galantuomo, cioè rinunciando a tanti milioni e chiedendo solo che venissero rispettati gli impegni economici per il suo staff, a cui tiene molto. Ha poi atteso l’occasione per tornare nel grande circo e questa opportunità gliel’ha offerta De Laurentiis, adesso pronto ad aprire un ciclo con il tecnico che proprio al Milan aveva dimostrato di essere non solo un uomo dal carattere forte ma di avere anche una grande preparazione, confermata nei primi mesi a Napoli. D’altra parte uno dei compagni più legati a Rino, Ibrahimovic, disse di lui quando diventò allenatore: «A uno così non devi insegnare come si vince».
 
 

Dopo aver regalato ai suoi nuovi tifosi la Coppa Italia, tra un mese Gattuso tenterà l’impresa di eliminare il Barcellona e di arrivare a un livello della massima competizione europea che neanche il Napoli di Maradona raggiunse. Sulla panchina rossonera, ancora per poco, ci sarà Pioli perché Gazidis ha scelto il santone tedesco Rangnick. Ma Pioli, che ai tempi del Chievo e del Bologna era un avversario maledetto per gli azzurri, ha reagito a questo anticipato siluramento battendo Lazio e Juve, seconda e prima in classifica, con sette reti. Una significativa risposta dal campo, non sterilmente polemica, e per questo più efficace. Gattuso e Pioli giocheranno domenica per i loro uomini e anche per dimostrare quanto sbagliate possano essere certe scelte.
 
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