No, non gli è passata. Il suo orgoglio ne è uscito ferito. E la strigliata di domenica era solo la prima parte. Perché Gattuso non aveva finito con la sua ramanzina. E ieri mattina ha rimesso in riga ancora una volta i suoi professori. Ed è tornato a inchiodarli alle proprie responsabilità. Ma prima ha fatto autocritica. Ancora una volta. «Se sbagliate voi, sono io che ho sbagliato». La squadra è muta, nessuno replica, nella grande stanza che prima ospitava le conferenze stampa. Ascolta, come ha fatto la sera prima.
Gattuso torna a essere Ringhio, è in tuta, pronto per l'allenamento. Parte a razzo. Alle spalle ci sono già i video preparati nella notte dal vice Riccio e dal resto dello staff. Affonda ancora il colpo e spiega che in molti sono tornati come senza energie dalla sosta per le nazionali. Non usa i toni bruschi della sera prima, ma in ogni caso le parole sono severe e fanno male. Il gruppo è in silenzio, ascolta e in molti fanno sì con il capo. Era già successo dopo il Rijeka questo richiamo all'ordine, poi la reazione con il Bologna. Gattuso sa che le frustate serviranno a rialzare la testa. Conosce il suo gruppo e il gruppo conosce lui. Ne apprezza i metodi, condivide la scelta di puntare al 4-2-3-1. Ringhio ripete il motto dei tre moschettieri, gli piace. «Uno per tutti e tutti per uno». Ma c'è una cosa che non accetta: bisogna continuare a essere squadra anche quando si prende un gol. Anzi, è proprio quello il momento in cui bisogna esserlo di più. Ricorda lo spirito di gruppo che ha portato al trionfo in Coppa Italia.
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Uno spirito che - dice - va e viene. E che lui, Rino, non riesce mai a comprendere prima. Ripete ancora: le gare si vincono anche giocando male, ma solo se si ha la voglia di vincerle, rimanendo compatti e non rimproverandosi a vicenda per un errore nel passaggio o se la palla va a un compagno oppure a un altro. Ecco, tutte cose a cui ha assistito durante la gara con il Milan (a proposito, su Skysport share da record del 7,5% e 3 milioni 597 mila spettatori unici). Vuole rassicurazioni, arrivano: tutti sono con lui. Un gruppo compatto che accetta ogni cosa dal suo leader. Anche ramanzine di questa portata.
IL LUNGO TOUR DE FORCE
È tentato, molto tentato, domani sera, di portare la squadra in ritiro prima della gara di Europa League.
RINGHIO E IL CONTRATTO
Novembre è un mese di svolte: lo scorso anno il cammino di Ancelotti arrivò al capolinea proprio di questi tempi, mentre quest'anno è il rinnovo di Gattuso che si sta materializzando in queste ore, sistemando una serie di bonus. Nessun mistero sulla mancata fumata bianca: De Laurentiis prima è stato preso dalle riunioni sui Fondi e sullo storico ingresso di Cvc-Advent-Fsi nella media company della Lega mentre ora sta ultimando il delicato ricorso per Juventus-Napoli in Collegio di garanzia del Coni (una questione di principio, oltre che di classifica). Ma il contratto è definito anche negli ultimi dettagli. E l'intesa ufficiale è in arrivo. Un biennale che sarà un altro messaggio alla squadra: qui c'è solo un uomo che ha in pugno tutto ed è Gattuso.