Gattuso, che rabbia dopo il Milan:
un altro duro discorso alla squadra

Gattuso, che rabbia dopo il Milan: un altro duro discorso alla squadra
di Pino Taormina
Martedì 24 Novembre 2020, 08:14
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No, non gli è passata. Il suo orgoglio ne è uscito ferito. E la strigliata di domenica era solo la prima parte. Perché Gattuso non aveva finito con la sua ramanzina. E ieri mattina ha rimesso in riga ancora una volta i suoi professori. Ed è tornato a inchiodarli alle proprie responsabilità. Ma prima ha fatto autocritica. Ancora una volta. «Se sbagliate voi, sono io che ho sbagliato». La squadra è muta, nessuno replica, nella grande stanza che prima ospitava le conferenze stampa. Ascolta, come ha fatto la sera prima.

Gattuso torna a essere Ringhio, è in tuta, pronto per l'allenamento. Parte a razzo. Alle spalle ci sono già i video preparati nella notte dal vice Riccio e dal resto dello staff. Affonda ancora il colpo e spiega che in molti sono tornati come senza energie dalla sosta per le nazionali. Non usa i toni bruschi della sera prima, ma in ogni caso le parole sono severe e fanno male. Il gruppo è in silenzio, ascolta e in molti fanno sì con il capo. Era già successo dopo il Rijeka questo richiamo all'ordine, poi la reazione con il Bologna. Gattuso sa che le frustate serviranno a rialzare la testa. Conosce il suo gruppo e il gruppo conosce lui. Ne apprezza i metodi, condivide la scelta di puntare al 4-2-3-1. Ringhio ripete il motto dei tre moschettieri, gli piace. «Uno per tutti e tutti per uno». Ma c'è una cosa che non accetta: bisogna continuare a essere squadra anche quando si prende un gol. Anzi, è proprio quello il momento in cui bisogna esserlo di più. Ricorda lo spirito di gruppo che ha portato al trionfo in Coppa Italia.

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Uno spirito che - dice - va e viene. E che lui, Rino, non riesce mai a comprendere prima. Ripete ancora: le gare si vincono anche giocando male, ma solo se si ha la voglia di vincerle, rimanendo compatti e non rimproverandosi a vicenda per un errore nel passaggio o se la palla va a un compagno oppure a un altro. Ecco, tutte cose a cui ha assistito durante la gara con il Milan (a proposito, su Skysport share da record del 7,5% e 3 milioni 597 mila spettatori unici). Vuole rassicurazioni, arrivano: tutti sono con lui. Un gruppo compatto che accetta ogni cosa dal suo leader. Anche ramanzine di questa portata.


IL LUNGO TOUR DE FORCE
È tentato, molto tentato, domani sera, di portare la squadra in ritiro prima della gara di Europa League.

Una specie di monito. O forse solo per continuare a lavorare sulla ricerca di quella compattezza che, di tanto in tanto, svanisce. Decide oggi, ma lo farà. Eccolo Gattuso. Scende in campo con piglio del sergente Hartman, quello di Full Metal Jacket. In queste ore è salito a cavalcioni del Napoli e prova a domare la belva, a suon di frustate. Perché quello che ha visto con il Milan non riesce a mandarlo giù. Neppure a 12 ore di distanza. Un discorso ancora una volta severo, anche senza i toni bruschi usati nello spogliatoio del San Paolo, nell'intervallo e alla fine della gara. «Troppi di voi danno per scontato delle cose che non lo sono», dice ancora. Capisce la stanchezza ma non quella sensazione di appagamento. «Dobbiamo tornare in Champions, non perdiamo mai di vista questo obiettivo», ricorda nel lungo incontro. La sua giornata è iniziata attorno alle 7,30, quando in auto si è diretto a Castel Volturno, nel suo ufficio. Ma per tutta la notte ha rivisto gli errori della gara con il Milan. La gara con il Riejka sarà l'occasione per un massiccio turnover, costi quel che costi. Spazio a Petagna, Zielinski (giocherà trequartista molto probabilmente), Elmas (al posto di Insigne) e così via dicendo. E potrebbe esserci l'esordio dal primo minuto di Ghoulam, perché è difficile poter ipotizzare per Mario Rui l'impiego per tre partite di seguito. Osimhen continua la sua riabilitazione: ieri ha ammesso di provare ancora dolore alla spalla e dunque non tornerà neppure nella notte di Coppa. Con la Roma? Difficile, molto difficile. Forse solo in panchina contro i giallorossi ma lo staff medico valuterà giorno per giorno.


RINGHIO E IL CONTRATTO
Novembre è un mese di svolte: lo scorso anno il cammino di Ancelotti arrivò al capolinea proprio di questi tempi, mentre quest'anno è il rinnovo di Gattuso che si sta materializzando in queste ore, sistemando una serie di bonus. Nessun mistero sulla mancata fumata bianca: De Laurentiis prima è stato preso dalle riunioni sui Fondi e sullo storico ingresso di Cvc-Advent-Fsi nella media company della Lega mentre ora sta ultimando il delicato ricorso per Juventus-Napoli in Collegio di garanzia del Coni (una questione di principio, oltre che di classifica). Ma il contratto è definito anche negli ultimi dettagli. E l'intesa ufficiale è in arrivo. Un biennale che sarà un altro messaggio alla squadra: qui c'è solo un uomo che ha in pugno tutto ed è Gattuso.

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