Il Napoli di Gattuso è camaleonte:
da Lozano a Hysaj, tutti i jolly di Rino

Il Napoli di Gattuso è camaleonte: da Lozano a Hysaj, tutti i jolly di Rino
di Bruno Majorano
Sabato 31 Ottobre 2020, 10:00
3 Minuti di Lettura

Campione del mondo, allenatore e ora anche matematico. Ogni giorno scopriamo una nuova qualità di Rino Gattuso che contro la Real Sociedad ha conquistato la prima vittoria europea utilizzando la più classica delle massime matematiche: cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto resta invariato. E infatti seppur con i tanti volti nuovi e le scelte tattiche assolutamente inedite, in Spagna si è visto un Napoli compatto, deciso e soprattutto molto cinico.

Dopo i primi mesi di fisiologico adattamento, nel quale Gattuso si è limitato a normalizzare una situazione incandescente, l'allenatore si è divertito passo dopo passo nello sperimentare, mettere alla prova e sfruttare tutte le potenzialità di una rosa ampia e ben assortita. E allora ogni giocatore è diventata una provetta, maneggiata con cura e utilizzata nel modo giusto per qualche esperimento anche molto originale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, ovvero una squadra che gioca a memoria anche se a destra gioca un terzino sinistro e sulla trequarti agisce un mediano. Contro la Real Sociedad, infatti, Lobotka (arrivato a gennaio per fare il regista) è stato schierato dal primo minuto alle spalle di Petagna, in un'insolita posizione di trequartista. Lì dove solitamente gioca Mertens, che pure di mestiere era abituato a fare ben altro, ovvero l'attaccante centrale del tridente. Ma con Gattuso è tornato alle origini, o meglio, è tornato a giocare più lontano dalla porta: meno spostato sulla fascia (come era il suo ruolo ai tempi del Psv e del Napoli di Benitez), ma comunque più vicino alla linea di centrocampo che a quella dell'area di rigore avversaria. 

 

Discorso analogo anche per gli esterni, soprattutto quelli bassi. Perché con Gattuso Hysaj è diventato un terzino polivalente: può giocare a destra (sua posizione naturale), ma pure a sinistra, dove nelle prime gare di campionato è stato il titolare fisso e inamovibile per l'allenatore azzurro. Ancora più variabile la posizione di Di Lorenzo, che nasce terzino destro, ma all'occorrenza ha giocato centrale difensivo, così come (giovedì sera contro la Real Sociedad) quarto di centrocampo a destra, dove - sfruttando il fisico possente - ha aggiunto muscoli e centimetri per contenere le sfuriate degli spagnoli alla disperata ricerca del gol del pareggio. A proposito di esterni: le ultime apparizioni di Ghoulam e Malcuit (entrambi terzini bassi) sono state da esterni alti d'attacco: un modo per far mettere loro minuti nelle gambe senza dover troppo badare alla fase difensiva. E poi c'è Lozano, il vero capolavoro targato Gattuso.

Da oggetto misterioso è diventato un punto fermo. A destra o a sinistra, nessuna differenza per il messicano che adesso rappresenta una delle certezze del Napoli e dell'allenatore.

A proposito di Gattuso, dopo la partita vinta contro la Real Sociedad sono arrivati i complimenti da parte di De Laurentiis per la gestione di una rosa nella quale solo Rrahmani e Contini sono ancora a zero minuti tra campionato e coppa. Il centrale arrivato in estate non ancora entrato nelle rotazioni difensive, ma con il passare degli allenamenti sta affinando l'intesa con i compagni di squadra e di reparto e conta di trovare spazio già in uno dei prossimi appuntamenti. Il terzo portiere, invece, sta crescendo sotto la guida di Ospina e Meret e potrebbe fare il suo esordio nei primi turni di Coppa Italia. Aggiungerà altri due fattori nuovi alle sue operazioni, ma alla luce degli ultimi esperimenti: il risultato tenderà a non cambiare ancora. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA