Napoli-Inter, il pareggio divide il web:
«Abbiamo sudato la maglia di Burlon»

Napoli-Inter, il pareggio divide il web: «Abbiamo sudato la maglia di Burlon»
di Delia Paciello
Lunedì 19 Aprile 2021, 13:00 - Ultimo agg. 13:01
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L’Inter si è fermata allo stadio Maradona interrompendo così la sua striscia di 11 vittorie consecutive con un pareggio. Una magra consolazione per il Napoli che ha giocato una gara di grande attenzione e sacrificio, con un considerevole dispendio di energia contro i giganti nerazzurri. Un 1-1 ancora più amaro se si pensa al vantaggio ottenuto con un briciolo di fortuna che da tanto mancava ai ragazzi di Gattuso, che sono riusciti a forare il muro costruito da Conte anche grazie al contributo di Handanovic. «Lo stavo secciando da una settimana a dire che para tutto e finalmente si fa autogol con noi»; «Finalmente lo sloveno fa una papera, all’andata ci ha fatto sudare», hanno esultato i napoletani consci delle difficoltà nell’affrontare la difesa dell’Inter. Ma Meret ha risposto al collega inchinandosi davanti al tiro di Eriksen: «Senza Ospina siamo rovinati»; «Su quel cross il portiere esce sempre»; «Poi ci chiediamo come mai Gattuso preferisce Ospina, ancora non vi è chiaro?», piangono i tifosi. 

 

«Troppo bello per essere vero», è l’urlo della piazza virtuale dopo aver sperato nei tre punti che sarebbero risultati importantissimi nella lotta alla zona Champions nel giorno in cui l’Atalanta ha vinto con la Juve e la possibilità di scalzare gli acerrimi rivali della Serie A si era fatta ghiotta. Ma il Napoli non ne ha approfittato e per molti la colpa è anche di Gattuso: «Non può togliere i giocatori che hanno dato di più a pochi minuti dalla fine facendo entrare giocatori insignificanti che se non fossero entrati subito in partita contro l’Inter ne avremmo viste di tutti i colori»; «A un certo punto ho pensato che Rino non era soddisfatto del pareggio e che stesse cercando in tutti i modi la sconfitta»; «Per provare a spingere negli ultimi minuti Rino caccia i suoi assi dalla manica: Hysaj e Bakayoko. Questo è il livello». 

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Eppure non si può dire che stavolta i ragazzi non abbiano sudato la maglia, quella nuova di Burlon che aveva fatto tanto parlare i tifosi, divisi sotto l’aspetto del gusto: «E ora non possiamo dire neanche se porta bene o porta male sta maglia discutibile sotto l’aspetto estetico, sta gara era tosta», commenta qualcuno.

Da Insigne a tutto campo, determinante nell’azione del gol del vantaggio, passando per l’indispensabile Zielinski il cui compito principale, come in occasione del gol del vantaggio, è stato quello di sradicare palloni ai centrali e ai mediani nerazzurri, proponendosi con continuità per i compagni anche nella ripresa. Fino all’eccellente Manolas, quasi impeccabile contro la furia nerazzurra, in una delle sue serate migliori in grado di anticipare con efficacia Lautaro e rivelandosi fondamentale nel finale con le accelerate di Hakimi, accanto al solito Koulibaly che ci ha messo testa, muscoli e nervi contro Lukaku

 

E così un Napoli che ha fatto emozionare i suoi spettatori che ora sognano un’altra bella gara contro la Lazio e tre punti per poter continuare a sperare in questa lotta all’ultimo sangue per le prime quattro posizioni, da cui al momento gli azzurri risultano fuori  nonostante i numerosi risultati utili conseguiti da ormai due mesi a questa parte. Sarà importante riuscire ad allontanare almeno la prima inseguitrice per poi provare a sorpassare quelle più in alto. «Ma con la vittoria dell’Atalanta e del Milan sarà difficile arrivare quarti, figurati se fanno uscire la Juve dalla Champions»,  punge qualche malpensante, gli stessi che non hanno giudicato convincente l’arbitraggio di Doveri supportato al var da Mazzoleni. «Non hanno dato ammonizioni importanti all’Inter e manca un rigore netto», affondano il colpo.

Anche se poi questa ricca e interessante giornata di Serie A è stata un po’ il messa da parte dalla stravolgente notizia della nascente Superlega. E anche qui gli appassionati di calcio riflettono, cercano di costruirsi un’idea, e si scatenano subito sui social. «Si pensa solo al denaro, ma il calcio senza i tifosi è niente», sono pronti a sottolineare in tanti.

Ma questa è un’altra storia. Anzi forse è proprio la rivoluzione del calcio ai tempi del covid.

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