Napoli-Inter, è l'ora di Osimhen:
Victor pronto per l'urlo Champions

Napoli-Inter, è l'ora di Osimhen: Victor pronto per l'urlo Champions
di Pino Taormina
Domenica 18 Aprile 2021, 09:05 - Ultimo agg. 18:50
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L'orgoglio è la benzina che alimenta la macchina, ma non dite mai a Gattuso che lui gioca il ruolo del benzinaio. Perché lui non trascina il gruppo, lui si sente parte del gruppo. Ci sta dentro, vive nell'ambiente, per certi versi è ancora un calciatore. «Tutti assieme siamo riusciti a risalire e arrivare fino a qui», dice. Non c'è mai enfasi nelle sue parole e Ringhio non cambia registro nelle ore che avvicinano alla gara con l'Inter che nel 2021 ha perso solamente una volta con la Sampdoria il 6 gennaio ed è reduce da 11 vittorie consecutive. Ha fatto le sue scelte anche se un piccolo, piccolissimo dubbio riguarda la condizione di Zielinski: ieri si è allenato per tutto il tempo e il fastidio che ha accusato subito dopo la gara con la Sampdoria è sparito. Dovesse insorgere nuovamente in queste ore, Gattuso cambierà. Ma nel frattempo ha deciso: a restare fuori tra i magnifici 4 (Lozano è squalificato) sarà Dries Mertens. Il belga partirà dalla panchina e in avanti toccherà a Victor Osimhen, con il polacco vertice alto del centrocampo a tre. Insomma, il dado è tratto e il Napoli che va all'assalto dell'Inter di Conte si affida sulla sinistra a Mario Rui (fuori Hysaj) mentre a far coppia con Koulibaly ci sarà Manolas. Insomma, Ringhio si affida al nigeriano, per la seconda volta consecutiva titolare. 

Il disegno tattico che ha in mente Gattuso è chiaro: fare la partita come al solito ma senza assalti alla baionetta, cercando di imporre la superiore qualità tecnica dei suoi uomini, puntando sulla forza di Osimhen là davanti, evitando di farsi imbrigliare dal folto schieramento difensivo di quel bunker che è la squadra di Conte. C'è la gara di andata che grida ancora vendetta, per molti versi il crocevia della stagione azzurra. Gattuso è un allenatore pragmatico, poco amante delle filosofie e della lavagna, ha già spiegato ai suoi ragazzi cosa si deve fare per limitare le ripartenze dell'Inter: accorciare subito, prima ancora che Lukaku abbia la palla e non indietreggiare quando l'attaccante belga avanza.

Nulla di straordinario: consigli di buonsenso, che tra l'altro sono stati utili anche nella sfida d'andata quando l'attacco nerazzurro è stato arginato e l'unico tiro in porta da parte dell'Inter avvenne solo su calcio di rigore. Da qui la scelta di Manolas rispetto a Rrhamani. 

Il 6 gennaio non è solo il giorno dell'ultimo ko in serie A dell'Inter ma anche quello dell'ultima sconfitta al Maradona degli azzurri (con lo Spezia). Da allora ben 9 vittorie e un solo pareggio (0-0 con l'Atalanta in Coppa Italia). De Laurentiis è da ieri a Napoli ma ha preferito dormire in un hotel diverso da quello dove gli azzurri sono in ritiro. Un piccolo giallo: in mattinata spunta un suo like sull'invito di un tifoso a confermare Gattuso sulla panchina azzurra. Segnale di disgelo tra presidente e allenatore o solo una disattenzione nell'uso del social network? In serata il like sparisce e resta il mistero. Il futuro di Gattuso sembra scritto, infatti: nel senso che da tempo non si parla più del contratto che scade il 30 giugno. E anche ammesso (ma non concesso) che De Laurentiis possa tornare sui suoi passi e riproporre quel rinnovo pronto in ogni sua clausola (le bozze definitive sono state mandate dallo studio legale di De Laurentiis a quello di Gattuso il 12 gennaio) ma finito in fondo a un cassetto alla Filmauro, troverebbe davanti a sé un muro di gomma. Il no di Gattuso sarebbe categorico, perché non ha ancora digerito il lungo silenzio del patron davanti alle voci (fasulle) di un suo esonero. Ma tanto De Laurentiis non sembra intenzionato a fare marcia indietro nonostante i segnali di distensione che si respirano nel mondo Napoli. Ed è per questo il like della mattina è sembrato decisamente strano. Ma serve a ricordare che quando c'è di mezzo il patron del Napoli i finali non sono mai scontati. Oggi sarà in ogni caso allo stadio, con il tradizionale saluto alla squadra in compagnia del figlio Eduardo. 

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