Koulibaly arriva a Dimaro, ma c'è
il Chelsea: quanto resta in azzurro?

Koulibaly arriva a Dimaro, ma c'è il Chelsea: quanto resta in azzurro?
di Pino Taormina
Martedì 12 Luglio 2022, 08:10 - Ultimo agg. 13 Luglio, 08:16
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Inviato a Dimaro Folgarida

Il nodo è Koulibaly. Ma intanto De Laurentiis sferra il colpo decisivo e prende dal Brighton Leo Skiri Ostigard, il 22enne difensore norvegese ex Genoa. Nel tardo pomeriggio la risposta del club inglese che accetta l'offerta azzurra che arriva a 5 milioni di euro più 2,5 bonus legati alle presenze. Dunque, non un prestito. Era solo una formalità perché già qualche settimana fa i due club avevano iniziato a scambiarsi i documenti, poi è stato il Napoli a frenare sperando di strappare un prestito. In pratica, dunque, l'affare è chiuso. Ora riflettori puntati sull'ultima tentazione di Koulibaly si chiama Chelsea.

È l'assalto finale che il Napoli deve fronteggiare per essere, poi, certo, che il difensore senegalese giocherà in azzurro la prossima stagione. Sì, Koulibaly tentenna: da una parte il suo manager Ramadani che lo spinge all'addio subito, dall'altra parte De Laurentiis che fa sapere che è incedibile e alza un muro in serie A (perché non è solo Koulibaly a non prendere in considerazione la Juventus) ma sa che se il Chelsea porta 30 milioni di euro e in dote anche il sì di Koulibaly, non potrà trattenerlo. Insomma, il primo passo spetta a KK: può restare anche dicendo no al rinnovo da 6 milioni netti e andare via a scadenza. Il Napoli lo ha messo in conto. Spalletti ha parlato negli ultimi giorni con il difensore ed è sicuro che alla fine potrà contare su di lui. Altrimenti non si sarebbe mai spinto a parlare della fascia da capitano che è pronto a offrirgli. Oggi Koulibaly sarà a Dimaro, uno degli ultimi ad arrivare assieme a Osimhen. L'attesa per il suo sbarco in Trentino è febbrile, anche perché domani sarà la volta di De Laurentiis di arrivare in Val di Sole. Chiaro, i due si parleranno anche per capire come e se andare avanti. Ed è probabile che anche Ramadani possa venire a Dimaro, per prendere parte al briefing. Insomma, la vera sorpresa di questa prima parte dell'estate, il colpo, possa essere proprio il sì di Koulibaly.


Ramadani e il Chelsea hanno mantenuto rapporti privilegiati pure dopo l'addio della proprietà russa. L'artefice dell'operazione Sarri ora prova anche a portare a Londra Koulibaly. Che - inutile nasconderlo - sogna la Premier. Ma è possibile che possa far slittare di altri dodici mesi la sua partenza ed è quello che vuole il Napoli. E l'offertona per il rinnovo ne è la prova. D'altronde, nessuno dei suoi compagni potrebbe storcere il naso se per Koulibaly verrà fatta una deroga al tetto di ingaggio.

Politano è stato a lungo a colloquio con Giuntoli sul campo di Carciato. Vuole chiarezza, l'ex Inter, e nei prossimi giorni il suo agente Giuffredi potrebbe anche essere a Dimaro. Una grana non di poco conto. In ogni caso, l'erede è in rampa di attesa: è l'esterno del Bodo Glimt Solbakken che il ds azzurro ha da tempo in pugno. Come ha in pugno Deulofeu dell'Udinese: prezzo 15 milioni. Nessuno spiraglio per Mertens: dopo il no alla proposta al ribasso di De Laurentiis, non ci sono margini per ricucire uno strappo che si è materializzato con mail in cui i suoi legali belgi chiedevano 8 milioni lordi. Il Napoli non vuole più aspettarlo.

De Laurentiis ha una fretta particolare a vedere gli agenti di Fabian: perché con lo spagnolo il Napoli resta infastidito.

Non ha portato proposte e quindi deve sedersi per discutere il rinnovo: guadagna 2 milioni netti e anche alla luce delle sue ultime stagioni non è che possa chiedere chissà quanto di aumento. Il punto è che ogni calciatore pensa ogni volta, al momento del rinnovo, che lo scatto in avanti sia scontato. Motivo per cui uno come Dybala è ancora fermo: chiede 7 milioni netti e questo mette in fuga un po' tutti in Italia. «È fuori dalla nostra portata», ha candidamente ammesso il ds Giuntoli. È così, c'è poco da fare. Tra i giovani che De Laurentiis tiene sotto osservazione ce ne sta uno in particolare: Armando Broja.

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