Napoli-Lecce come un dejà vu, ma
Meret para il rigore: «Navas non venì»

Napoli-Lecce come un dejà vu, ma Meret para il rigore: «Navas non venì»
di Delia Paciello
Giovedì 1 Settembre 2022, 12:26
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A qualcuno è sembrato un dejà vu, e invece era il nuovo Napoli che ripresenta vecchi problemi. Non è bastato l’entusiasmo dei 40mila accorsi al Maradona in un caldo mercoledì sera di fine agosto: la gara col Lecce ha evidenziato difficoltà che apparteneva alla scorsa stagione, come l’atteggiamento sommesso in campo nel primo tempo tanto da apparire poco motivato. Un pareggio che brucia: «Due punti persi», sottolineano i napoletani. Di fatti la squadra giovane fatta di tanti prospetti interessanti stava portando tanto entusiasmo in città: in campo ragazzi che finalmente hanno voglia di dimostrare, tanto da riavvicinare di nuovo il pubblico allo stadio e di consentirgli di sognare. E invece «stesso campo, stesso mal di pancia. Per quest’anno non siamo cambiati», commentano sul web.

 

Il largo turnover è una cosa che non porta bene già dai tempi di Mazzarri. «Ma come gli viene a Spalletti di cambiare sei giocatori in una botta!», recriminano i fantallenatori. È comunque un dato di fatto che la squadra schierata nel primo tempo non ha dato garanzie: tanti nuovi in un esperimento mal riuscito. Anguissa e Ndombele - simili per alcune caratteristiche, a cui manca il piede da regista - insieme in mediana sulla linea a due hanno creato confusione e non hanno saputo gestire la manovra offensiva. Troppe verticalizzazioni non riuscite e Raspadori si è trovato in difficoltà, incapace di inventarsi qualcosa sulla trequarti. «Accanto ai nuovi arrivati a centrocampo ci voleva Lobotka e magari poteva riposare Zambo», commentano sul web, fra le tante critiche al mister. Ed in effetti con l'entrata dello slovacco qualcosa è cambiato.

Il Napoli lento e macchinoso del primo tempo non ha convinto quasi nessuno; poi qualche svolta nel secondo tempo con i cambi, arrivati forse troppo tardi. «Se avesse giocato così dal primo tempo i pugliesi non avrebbero retto», affonda il colpo qualche tifoso amareggiato.

Anche Kim poco lucido, in parte responsabile del tiro straordinario di Colombo, e Di Lorenzo in difficoltà su Banda, in fase offensiva ne ha sbagliate fin troppe.

E dopo tanti sbagli anche da parte del Lecce e il rigore parato da un super Meret, l’attaccante in prestito dal Milan si è fatto perdonare con un eurogol. «Pare che subito dopo Colombo abbia detto “Ma comm aggiu fatt?”», scherza qualcuno. Episodio che ha provocato grandi emozioni ai napoletani. «Non è che ora ritroviamo Meret?», si chiede qualcuno. Mentre altri, fra ironia e stupore sono più decisi: «Navas, nun venì cchiu».

Situazione totalmente diversa invece per Osimhen. Dopo una prestazione per molti deludente, la bomba di mercato che aleggiava su di lui ora rischia di colpirlo: «Io per cento milioni lo avrei accompagnato a piedi, altro che squadra ti rifai»; «Ma veramente qualcuno ha dubbi su chi preferisce fra Osimhen e CR7? Vi dico solo che uno non sa neanche stoppare una palla, l’altro ha vinto cinque palloni d’oro», si legge sui social.

Con Victor che obbliga a giocare in profondità, stavolta senza supporto in effetti non si è riuscito a fare molto: nel primo tempo nove palloni toccati, poi almeno due occasioni di testa clamorose sbagliate. Neanche con il supporto di Kvara però stavolta è cambiato molto: entrato male in partita non ha suscitato particolari emozioni. Bene invece uno dei nuovi, Ostigard, per i tifosi il migliore del match: si è mostrato sicuro, le ha prese tutte di testa e ha fatto vedere un bel piede.

Insomma un Napoli che complessivamente non soddisfa affatto, e il dito è puntato su Spalletti: «Secondo me dovrebbe dare le dimissioni»; «Questi punti persi sono sulla sua coscienza»; «Ha sbagliato tutto il mister, dalla formazione alla tempistica dei cambi», accusano in tanti. E partono già gli sfottò delle squadre avversarie: «I napoletani hanno perso lo scudetto alla quarta giornata». E ora il cammino davanti non è semplice: sabato a Roma un match complicato contro la Lazio di Sarri, che al secondo anno di continuità tecnica comincia a mostrare un bel gioco. Poi la Champions, il Liverpool in casa in uno stadio al momento deluso.

Eppure chissà che questa squadra non si svegli proprio con le cosiddette grandi. Lo scopriremo solo vivendo. Di certo i tifosi lo sperano.

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