A qualcuno è sembrato un dejà vu, e invece era il nuovo Napoli che ripresenta vecchi problemi. Non è bastato l’entusiasmo dei 40mila accorsi al Maradona in un caldo mercoledì sera di fine agosto: la gara col Lecce ha evidenziato difficoltà che apparteneva alla scorsa stagione, come l’atteggiamento sommesso in campo nel primo tempo tanto da apparire poco motivato. Un pareggio che brucia: «Due punti persi», sottolineano i napoletani. Di fatti la squadra giovane fatta di tanti prospetti interessanti stava portando tanto entusiasmo in città: in campo ragazzi che finalmente hanno voglia di dimostrare, tanto da riavvicinare di nuovo il pubblico allo stadio e di consentirgli di sognare. E invece «stesso campo, stesso mal di pancia. Per quest’anno non siamo cambiati», commentano sul web.
Il largo turnover è una cosa che non porta bene già dai tempi di Mazzarri. «Ma come gli viene a Spalletti di cambiare sei giocatori in una botta!», recriminano i fantallenatori. È comunque un dato di fatto che la squadra schierata nel primo tempo non ha dato garanzie: tanti nuovi in un esperimento mal riuscito. Anguissa e Ndombele - simili per alcune caratteristiche, a cui manca il piede da regista - insieme in mediana sulla linea a due hanno creato confusione e non hanno saputo gestire la manovra offensiva. Troppe verticalizzazioni non riuscite e Raspadori si è trovato in difficoltà, incapace di inventarsi qualcosa sulla trequarti. «Accanto ai nuovi arrivati a centrocampo ci voleva Lobotka e magari poteva riposare Zambo», commentano sul web, fra le tante critiche al mister. Ed in effetti con l'entrata dello slovacco qualcosa è cambiato.
Il Napoli lento e macchinoso del primo tempo non ha convinto quasi nessuno; poi qualche svolta nel secondo tempo con i cambi, arrivati forse troppo tardi. «Se avesse giocato così dal primo tempo i pugliesi non avrebbero retto», affonda il colpo qualche tifoso amareggiato.
Anche Kim poco lucido, in parte responsabile del tiro straordinario di Colombo, e Di Lorenzo in difficoltà su Banda, in fase offensiva ne ha sbagliate fin troppe.
E dopo tanti sbagli anche da parte del Lecce e il rigore parato da un super Meret, l’attaccante in prestito dal Milan si è fatto perdonare con un eurogol. «Pare che subito dopo Colombo abbia detto “Ma comm aggiu fatt?”», scherza qualcuno. Episodio che ha provocato grandi emozioni ai napoletani. «Non è che ora ritroviamo Meret?», si chiede qualcuno. Mentre altri, fra ironia e stupore sono più decisi: «Navas, nun venì cchiu».
Situazione totalmente diversa invece per Osimhen. Dopo una prestazione per molti deludente, la bomba di mercato che aleggiava su di lui ora rischia di colpirlo: «Io per cento milioni lo avrei accompagnato a piedi, altro che squadra ti rifai»; «Ma veramente qualcuno ha dubbi su chi preferisce fra Osimhen e CR7? Vi dico solo che uno non sa neanche stoppare una palla, l’altro ha vinto cinque palloni d’oro», si legge sui social.
Con Victor che obbliga a giocare in profondità, stavolta senza supporto in effetti non si è riuscito a fare molto: nel primo tempo nove palloni toccati, poi almeno due occasioni di testa clamorose sbagliate. Neanche con il supporto di Kvara però stavolta è cambiato molto: entrato male in partita non ha suscitato particolari emozioni. Bene invece uno dei nuovi, Ostigard, per i tifosi il migliore del match: si è mostrato sicuro, le ha prese tutte di testa e ha fatto vedere un bel piede.
Insomma un Napoli che complessivamente non soddisfa affatto, e il dito è puntato su Spalletti: «Secondo me dovrebbe dare le dimissioni»; «Questi punti persi sono sulla sua coscienza»; «Ha sbagliato tutto il mister, dalla formazione alla tempistica dei cambi», accusano in tanti. E partono già gli sfottò delle squadre avversarie: «I napoletani hanno perso lo scudetto alla quarta giornata». E ora il cammino davanti non è semplice: sabato a Roma un match complicato contro la Lazio di Sarri, che al secondo anno di continuità tecnica comincia a mostrare un bel gioco. Poi la Champions, il Liverpool in casa in uno stadio al momento deluso.