Napoli-Legia, Juan Jesus è rinato
ed Elmas è una spina sulla fascia

Napoli-Legia, Juan Jesus è rinato ed Elmas è una spina sulla fascia
di Pino Taormina
Giovedì 21 Ottobre 2021, 23:35 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 18:38
5 Minuti di Lettura

Il fortino del Legia è di quelli massicci. Il 4-3-3 è fatto di debuttanti speciali, è un Napoli-2 e si vede. Il Napoli iniziale è una squadra a cui non manca la voglia anche se poi il compitino non va oltre la bella grafia e poco altro. Non è mai un bel segnare prendere a pallate gli avversari, strapazzarli nel possesso palla, tirare in porta come neppure nelle partitelle di calcetto tra gli amici e non fare neppure un gol. Poi Spalletti si aggrappa al 4-2-3-1 puntando su Osimhen per sbaraccare una squadra che ha sempre tutti gli uomini dietro la palla. E cambia ogni cosa. Al nigeriano, c’è poco da fare, non si può fare a meno. Insigne è scatenato, l’infortunio di Manolas tramuta il Napoli in un 3-5-2. La vittoria è sacrosanta e la qualificazione è lì a portata di carezza. 

 

6 Meret 

Difficile commentare il suo primo tempo. Solo ed unicamente qualche rinvio da sbrigare e qualche presa banalmente ordinaria. Sul tiro dai 25 metri di Emreli che prende l’esterno del palo, sembra in ritardo. Forse lo è ma in ogni caso la traiettoria si allarga e comunque difficile poter dargli delle colpe. 

6,5 Di Lorenzo 

Costringe Mladenovic a chiedere consiglio al proprio allenatore su come fronteggiarlo: con Navrocki su Lozano, ha ampia libertà di arrivare sul fondo anche se il piede non è proprio docile come altre volte. In ogni caso non si concede un attimo di respiro, non sa cosa significa tirare il fiato. Fa impressione la sua condizione. 

6 Manolas 

Chiamato due volte in causa su Muci, scherma bene sull’attaccante in una prima circostanza, nella seconda l’albanese lo punta e lo salta costringendolo all’ammonizione. Nella ripresa, spesso è costretto nell’uno contro uno dalle ripartenze del Legia. In una scivolata su Mladenovic si fa male ed esce.

7 Koulibaly 

Lascia a Manolas la cura dei rari palloni arrivati a Muci. Con il Legia bassissimo si vede più nella trequarti avversaria che sulla propria. Nell’unica occasione di corner per il Legia, è decisivo su Wieteska. Diventa una specie di secondo play quando l’assedio del Napoli raggiunge il suo apice nella ripresa.

6 Juan Jesus 

Si prende un’ingiusta ammonizione, in un primo tempo ordinato e poco più. Non è un incursore e la spinta sulla sinistra è penalizzata ma in ogni caso dal suo lato non spingono quasi mai i polacchi in quelle rare incursioni in contropiede che il Napoli gli concede. La prima non è da buttare.

6 Anguissa 

Lo strapotere fisico mette in imbarazzo la mediana del Legia, in particolare Luquinhas con la creazione di un buon varco per Lozano: pecca nella precisione del passaggio proprio per la sua eccessiva dinamicità. Non va molto meglio nel secondo tempo e quando esce la squadra cresce. 

5,5 Demme 

Guida il baricentro alto del Napoli nei primi minuti, lavorando in verticale per ricevere e scaricare. Lopes prova ad inseguirlo e l’italo-tedesco non trova sempre il varco, con Spalletti che spinge per una maggiore verticalità. Diventa mediano nella metamorfosi finale ma senza esaltare.

6,5 Elmas 

Lavora bene come interno mancino, vincendo il duello con Josué e costringendo uno dei tre centrali a liberare spazio.

Spesso prova l’assalto dalla fascia e lì trova Johansson che lo segue con determinazione. Nella ripresa è una spina continua sulla fascia e dà imprevedibilità. 

5,5 Lozano 

Primo tempo di qualità, certo, ma con poca concretezza. Eppure occasioni ne ha avute. Nawrocki non lo prende quasi mai, trova anche un paio di conclusioni importanti con il giovane Miszta. La fase di pressing e recupero palla strappa applausi a Spalletti. Ma resta la fragilità davanti alla porta.

6 Mertens 

Una voglia matta di tornare al gol che gli manca dall’8 aprile. Due conclusioni che strappano applausi e sfiorano il gol, buon lavoro di cucitura nella foltissima difesa polacca, con Wieteska costretto agli straordinari per tenerlo. Poi ritorna sulla fascia per qualche minuto ma il suo lo fa sempre. 

7,5 Insigne 

La bellezza di un colpo magiestrale che decide la partita. Fa di tutto, esterno, sottopunta e anche seconda punta e infine interno di sinistra nell’assalto finale. Generoso. Inamovibile per Spalletti, si accentra trovando spazio alle spalle di Johansson con Jedrzejczyk che non accorcia. Gol da fenomeno.

7 Osimhen 

Attacca la profondità, allunga la linea difensiva e aiuta i suoi nello scarico. La scena cambia con lui là davanti: prima si vede annullare un gol per fuorigioco, poi però nell’azione dopo realizza un diagonale stellare. Non a caso è il suo ingresso in campo che cambia ogni cosa. In questo Napoli è irrinunciabile. 

6 Fabian Ruiz 

Dà una spallata a Demme e lo porta sulla mediana e tramuta il Napoli in 4-2-3-1 che è bel altra cosa rispetto a quello che si era visto fino a quel momento. Lo spagnolo è in una buona condizione e la sua fisicità dà disagio ai centrocampisti del Legia che fino a quel momento hanno solo difeso. E null’altro. 

6,5 Politano 

Dà imprevedibilità sulla destra, non è il caso che il passaggio che esalta Insigne arriva proprio da lui. Ma ha un altro passo rispetto a Lozano il che lo candida come titolare con la Roma. E poi ha fiuto per il gol e infatti appena può tira e segna. Un buon impatto nella gara, un buon feeling anche con Insigne. 

6 Petagna 

Deve fare da spalla a Osimhen e anche se sembra una cosa di Missione impossibile vedere insieme i due, ecco che la loro presenza manda in tilt i difensori del Legia che fino a quel momento avevano sofferto ma avevano resistito ai continui affondi degli azzurri. 

sv Rrahmani 

Un quarto d’ora dalla fine è toccato a lui riequilibrare una squadra che a un certo punto era talmente sbilanciata in avanti che si faceva fatica a contare gli attaccanti. Si sistema là dietro, al fianco di Koulibaly non deve fare interventi particolari e il Legia non si avvicina alla porta di Meret neppure per errore.  

6 Spalletti 

Si mette nei pasticci da solo con una formazione che stravolge troppo rispetto a quello che è il quadro che si ammira in campionato. Poi mette in mostra le sue pennellate, quando getta in campo Osimhen a cui questo Napoli non può fare a meno, e si diverte a fare metamorfosi tattiche continue finendo con un 4-4-2 dopo essere transitato per qualsiasi cosa nel corso del secondo tempo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA