Non è un brusco risveglio, per Spalletti. Toccategli tutto, però, ma non il suo Napoli. Non le sue fatiche e i suoi sforzi per arrivare fin qui, in piena zona scudetto. E allora Lucianone si scatena e rilancia i suoi complimenti alla squadra, nel chiuso del quartier generale di Castel Volturno. Li vuole tutti, anche Insigne, Fabian e Anguissa che sono qui solo per fare ancora lavoro personalizzato. Riavvolge il nastro. Riprende da dove aveva terminato il discorso nel ventre del Maradona. «Contro l'Atalanta siete stati bravissimi, non ho nulla da rimproverarvi. Conosco il vostro valore, non avevo certo bisogno di questa prestazione per capire quanto siete forti», la sintesi del discorso che il tecnico azzurro ha voluto fare al gruppo. Ne ha avvertito il bisogno. Anche perché saranno sempre loro, tra due giorni, ad andare all'assalto degli ottavi di finale di Europa League. Perché nessuno degli indisponibili lascerà i box dell'infermeria in queste ore. Spalletti dà la carica, insomma. D'altronde, non è uno che ama parlare tanto, è molto più eloquente al cospetto dei giornalisti che dei calciatori. Ma ieri mattina, alla ripresa degli allenamenti dopo la domenica in relax, ha preso il gruppo in pugno. Si è messo nel mezzo. E ha parlato. E ha ribadito i complimenti. A tutti. Perché ci sono sconfitte e sconfitte e quella con l'Atalanta non va considerata come tale. Intanto, solo oggi il Napoli deciderà se presentare reclamo per la seconda giornata di squalifica di Spalletti.
Accidenti a questa Europa League, non ci voleva proprio. Soprattutto per come sta messo il Napoli: Lobotka ha preso una forte ginocchiata, resterà fermo almeno fino all'Empoli ma è probabile che domenica possa essere convocato. Ma giovedì è troppo vicino. E neppure Fabian e Insigne verranno rischiati, non avrebbe senso: certo, la posta in palio è alta tra due giorni, ma la gara di domenica prossima lo è molto di più. Dunque, sarà davvero una formazione di emergenza che andrà all'assalto del primo posto del girone, contro il Leicester. Con una serie di preoccupazioni in più: perché i minutaggi di Di Lorenzo (uno stakanovista considerando pure le sei gare giocate per intero con l'Italia), Mario Rui e Rrhamani sono altissimi. Le scelte degli uomini sono davvero poche perché i disponibili sono davvero contati. Ma le soluzioni possono essere diverse. Meret in porta come punto di partenza, poi vanno fatte delle considerazioni legate al fatto che dopo tre giorni si torna di nuovo in campo. Demme, Politano e Ounas, sono sicuri di un posto.