Lozano, uno squillo per Spalletti
e Mario Rui si riprende il Portogallo

Lozano, uno squillo per Spalletti e Mario Rui si riprende il Portogallo
di Pino Taormina
Lunedì 26 Settembre 2022, 06:06 - Ultimo agg. 27 Settembre, 07:35
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Sono giornate di tensione, di preoccupazione. La voglia dei club è quella di dire ai vari ct sparpagliati in giro per il mondo di impiegare con il misurino i propri calciatori. Se fosse per De Laurentiis, si sa, Nations League e amichevoli in questo periodo della stagione, sarebbero già stati cancellati da anni. Spalletti non ha l’abitudine di fare appelli ai tecnici delle nazionali, né ha mai chiesto ai suoi di risparmiarsi pensando al ritorno in campionato. Ma le nazionali restituiscono si preparano a restituire due cuori gonfi di gioia: Mario Rui e Lozano. Però, chiaro, che un campanello d’allarme c’è e riguarda el Chucky, visto il ko di Politano, è ora fondamentale come il pane ma il Messico - che ha vinto col Perù grazie a una sua rete - deve giocare il 28 settembre all’alba contro la Colombia un’altra amichevole senza senso. Ovviamente, Lozano non pensa affatto di dover tornare prima, né vuole andare in panchina. Arriba Messico, per carità. Nessuno gli dirà il contrario. Peraltro far bene con le proprie nazionali aiuta anche a fare meglio con il Napoli. 

Lozano è una sorte di imperatore azteco in Patria: a Santa Clara giocherà, anche se questo significa tornare a Napoli soltanto venerdì, poche ore prima della gara con il Torino. Evidente che questo costringerà Spalletti a dover trovare qualche soluzione alternativa sulla fascia destra del tridente. Potrebbe essere l’occasione per provare Raspadori a destra, perché appare davvero complicato rischiare il messicano che sarà a pezzi anche per il lungo viaggio. Ma El Chucky non mollerà. Difficile che andrà in panchina. Lui ha svelato che è stato a un passo dall’addio al suo Messico, proprio per l’infortunio all’occhio rimediato proprio giocando con la sua nazionale «Ci ho pensato a lungo, avrei voluto lasciare, pensare solo al Napoli. La ferita all’occhio è stata la più complicata, mi ha fatto riflettere a lungo anche perché poi per molto tempo sono rimasto fuori. Ma alla fine la mia voglia di esserci e la mia famiglia mi hanno convinto a continuare».

Lo chiamano a Napoli “il maestro” e chissà perché c’era chi credeva che con l’arrivo di Olivera le gerarchie si sarebbero scomussolate. Macché. E Mario Rui non sta nella pelle per aver ritrovato la maglia lusitana a poco più di un mese dal via del Mondiale. È un anno che era sicuro di meritarsi una nuova chance.

Con la Repubblica Ceca ha giocato titolare e l’impressione è che il ct Fernandes non lo risparmierà neppure con il derby iberico con la Spagna. «Se uno è titolare nel Napoli, primo in classifica in serie A, come posso non chiamarlo in nazionale?». Rui non vedeva l’ora, lo aspetta il Qatar. E domani la sfida alla Spagna. Racconta: «Voglio giocare, dobbiamo scendere in campo per vincere. La mentalità resta sempre la stessa. Sono contento per la buona prestazione ma neppure nel Napoli penso a livello individuale. Ragiono di squadra. Sono felice di aver aiutato la nazionale, per me è sempre un piacere e un orgoglio. Rappresentare la nazione per me è il coronamento di un sogno. Sono felice di esserci tornato», le parole di Mario Rui. 

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La prova che, anche se poi sabato c’è il Torino e poi l’Ajax e un gran tour de force, alle nazionali nessuno rinuncia. Neppure sotto tortura. In ogni caso, restano giorni di preoccupazioni: il Napoli si rasserenerà solo quando torneranno tutti: le nazionali di mezzo mondo, in ogni caso, restituiranno giocatori stanchi e un po’ ammaccati. Ma pieni di autostima. Perché per Lozano e Mario Rui e per tutti la nazionale è qualcosa a cui non si può certo rinunciare. Peraltro pensando al Mondiale alle porte, che Messico e Portogallo disputeranno. Prima c’è il muro di ottobre con il Napoli: d’altronde se sono titolari con le loro nazionali, è proprio per quello che stanno facendo in Italia. 

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