Napoli, Mertens bello di notte:
dai piedi di Dries passa l'impresa

Napoli, Mertens bello di notte: dai piedi di Dries passa l'impresa
di Pino Taormina
Giovedì 6 Agosto 2020, 09:16
3 Minuti di Lettura
Dries chiede al tempo di fermarsi e di distrarsi. Perché lui corre verso un'occasione storica: centrare per la prima volta un quarto di finale di Champions. Solo Callejon (semifinalista due volte col Real nel 2011 e nel 2013), Manolas (con la Roma nel 2018) e Llorente (finalista con la Juve nel 2015) sanno cosa significa passare queste colonne d'Ercole. Al Napoli servono i gol del bello di notte, del belga che quest'anno ha frantumato il record di reti in maglia azzurra (125) nella stagione in cui ha brillato solo a sprazzi. E sempre nelle notti di coppe. In Champions, nella fase a gironi, ha segnato 5 gol in 4 gare, compresa una doppietta in casa del Salisburgo. Ed è stato decisivo a Liverpool, oltre che nell'andata con il Barcellona. Insomma, sei gol in Champions non sono spiccioli e Mertens punta adesso al Barcellona, alla supersfida con il falso nuove più famoso che c'è. Lui che falso nove è diventato per ispirazione sarriana ma anche per una serie di fallimentari esperimenti fatti da altri.

LEGGI ANCHE Il Barcellona contro De Laurentiis: «Situazione sicura al Camp Nou»

CHE SCORE
Mertens, nell'intervista al Mattino di qualche settimana fa, ha ammesso che avrebbe preferito giocare in uno stadio pieno «anche se il Camp Nou e i suoi tifosi mettono i brividi». Nelle notti così Mertens diventa un veterano autentico, difficile che deluda. Non lo fa mai. In un anno in cui le cose sono andate a fasi alterne, nelle notti di Champions (ma anche in quelle di Coppa Italia) il suo zampino c'è stato sempre. Sei gol in questa edizione di Champions ma tra due giorni Dries arriverà a quota 34 presenze nei match delle coppe con le grandi orecchie. La prima fu part time con il Borussia Dortmund, allenatore Benitez in una edizione in cui non fece mai gol. Le prime reti azzurre in Champions arrivano nel 4-2 con il Benfica. In tutto, sono 16 i gol in Champions League per Ciro. È stato suo anche il gol della speranza della rimonta con il Real Madrid: assist di Hamsik e rete dell'illusione al 24'. Fu anche la notte della sua sfortunata autorete, ma sull'1-1 di Ramos il destino si era compiuto. anno superato gli ottavi di Champions in carriera. Suo uno dei due gol al Parco dei Principi, nel 2-2 con il Psg di Cavani. Suoi anche i due gol allo Stella Rossa e in casa del Salisburgo. E c'è la sua firma nella qualificazione alla finale di Coppa Italia, con la rete in contropiede all'Inter al San Paolo. Insomma, Mertens ha voglia di continuare la sua avventura in Champions. E ci crede davvero.

LA SFIDA
Ha rinnovato con il Napoli perché crede in un progetto vincente. Non solo in Italia. In Catalogna, di certo, gli stimoli non mancheranno. Sono stati per lui e per tutti due mesi intensi, che hanno bruciato energie fisiche e mentali. Lui sa che per passare il turno bisognerà spendere fino all'ultima risorsa. Dal punto di vista atletico nelle ultime gare è apparso in discrete condizioni, anche se il suo ultimo gol lo ha segnato il 12 luglio al Milan e sono sei partite che non va a segno. Ma i belli di notte sono così: si scuotono all'improvviso. Gattuso lo ha caricato, il sorteggio è stato crudele: Messi, figurarsi. Il Barcellona è complessivamente superiore agli azzurri, anche se qualche onda sismica ne sta turbando la catalana serenità. Ma con Mertens là davanti, è un Napoli paziente e saggio. Lui è un campione assatanato, ma anche emotivo: e sa bene che importanza avrebbe per la città, la gioia che regalerebbero i quarti di finale ai tifosi del Napoli.

FATTORE MERTENS
Nella gestione dei momenti critici all'interno delle partite, quando si spalanca d'improvviso una botola, ecco che Dries dovrà saperne approfittare. La rivalità con Milik è stata fittizia: la sua fantasia, il suo saper dare una mano a tutto campo lo rendono insostituibile. E poi sa far gol. Sono state poche le reti degli attaccanti, quest'anno. Ma con l'arrivo di Gattuso, l'equilibrio che mancava all'inizio è diventato la migliore virtù.
© RIPRODUZIONE RISERVATA