Napoli, gli ultimi show di Mertens:
divorzio sicuro, per lui ipotesi Miami

Napoli, gli ultimi show di Mertens: divorzio sicuro, per lui ipotesi Miami
di Pino Taormina
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 08:22 - Ultimo agg. 13 Gennaio, 08:06
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Un lungo addio. Pieno di carezze, di grazia, di altri teneri momenti. Ma le strade di Mertens e del Napoli alla fine della stagione si separeranno. Non sarà un distacco velenoso: lui con i suoi 142 gol è nella storia del Napoli e vi resterà ancora a lungo. Quello del belga è un addio lunghissimo, il suo contratto impossibile non è più sostenibile. Né ha senso sperare che si possa ridiscutere la permanenza di un altro anno. Un'opzione che De Laurentiis non eserciterà. Non c'è bisogno di fare appello alle bandiere: Dries è Ciro e fino all'ultimo secondo bacerà ogni volta che può la maglia del Napoli. Se avesse potuto, il Napoli si sarebbe liberato del suo simbolo anche un anno fa. Ma alla fine andrà via anche lui, come Insigne, come Ghoulam, come Ospina. Non è un regolamento dei conti, non c'è nulla che Mertens e gli altri devono espiare. Mertens diventerà papà a Napoli, chiamerà il suo bimbo Ciro (anche Messi ha un figlio che si chiama così) e poi dovrà andare a concludere la sua carriera altrove. Magari dopo aver migliorato il record di reti con la maglia azzurra e dopo aver portato il Napoli alla conquista della zona Champions o chissà anche altro.

Oggi non esiste una sola possibilità che Mertens resti, e non è lui a volerlo. Anzi, lui accetterebbe qualunque cifra, e qualunque data di scadenza, una specie di accordo in bianco. Lui, al contrario di Insigne, rimarrebbe anche guadagnando meno. Motivo per cui non sarà facile spiegarlo ai tifosi che da anni lo hanno eletto loro totem in eterno. Invecchierà altrove, dunque. Ma prima è qui, al servizio di Luciano Spalletti. Anche domani con la Fiorentina chiamato ai lavori straordinari. Come con Gattuso. Non ci sono incontri in programma tra lui e il presidente: la storia col Napoli va verso la fine. Ma non per questo deve essere una separazione da consumarsi con dolore. Gli resta l'intero girone di ritorno, la Coppa Italia, l'Europa League e la sfida al Barcellona.

Lui ha un legame viscerale con questa città, ha fatto di tutto per comprare un appartamento nel palazzo dove da nove anni vive assieme alla moglie e ai vari cani presi in adozione in giro per Napoli. Ma lui continuerà a giocare, perché non ha alcuna intenzione di smettere, di ritirarsi. E chi prende il totem lo farà a costo zero, contratto a parte: non sarà un epilogo romanzesco, tutt'altro che facili sono stati i mesi di silenzio e lavoro duro che il fuoriclasse belga si è imposto. Con il ritorno di Osimhen, chiaro, che dovrà tornare ai margini. Ma poi dovrà decidere il suo futuro: c'è Miami, sempre Mls, che lo ha qualche tempo fa tentato. Non male il duello con Insigne per il titolo americano. Ma si sussurra anche del Qatar, dove i petroldollari sarebbero una grande tentazione. Peraltro proprio nell'anno del mondiale a Doha.

Contro la Sampdoria ha mostrato tutto il suo ardore: è arrivato fino alla fine della gara, praticamente giocando a tutto campo, inseguendo blucerchiati e facendo da sostegno a Petagna. Con la Juventus è stato determinante, in quello che è stato probabilmente il suo ultimo Napoli-Juventus. Un sopravvissuto in questi anni di grande cambiamento: è qui dal 2013, ha vissuto l'era Benitez, poi è stato al centro del progetto di Sarri, Ancelotti e anche Gattuso. Che più di tutti, in pieno lockdown, spinse per il rinnovo monstre da 4,5 milioni di euro. Ora c'è Spalletti che si è aggrappato a lui dopo il ko di Osimhen. Non è facile dire addio, non è facile dirsi addio. Ed è molto bella l'umanissima fragilità di Mertens che ancora spera che il suo tempo a Napoli non sia finito.
 

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