Napoli-Milan 0-4, Spalletti rialza gli azzurri: «Solo una prova sottotono»

«Se è una buca sulla strada o una voragine non lo so ancora»

Napoli-Milan 0-4, Spalletti rialza gli azzurri: «Solo una prova sottotono»
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Lunedì 3 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 4 Aprile, 07:10
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Il buio. Per una sera. La luce si è spenta, è una figuraccia ma finisce qui. Domani è un altro giorno: il Milan è riuscito a trasformare il Napoli in una cosa qualunque, anzi in una ben piccola cosa. Ma nessuno ne fa un dramma, perché c'è un abisso totale, con il Milan e con tutti gli altri in classifica. Senza Osimhen spunta un lato oscuro, un mefistofelico mister Hyde. Una furia autolesionista e pazza. Così come assistere dal terreno del gioco ai cori delle curve, agli ultras che contestano incredibilmente De Laurentiis (ma la stragrande maggioranza dello stadio ha fischiato), ai fumogeni accessi per protestare contro i divieti. Un clima ambientale pesante e avvilente per una capolista a un passo dallo scudetto che certo ha un peso per la squadra. E che forse ha anche avuto un certo effetto nella prestazione. Di sicuro ne parlano nello spogliatoio di questo clima, gli azzurri. E chiedono il perché. Mica è semplice da comprendere. Luciano Spalletti recita la parte del sacerdote: «Calma, non è successo proprio nulla: siamo i primi in classifica, non dimenticate mai quello che avete fatto fino ad adesso, pensiamo già alla gara con il Lecce», ripete ai giocatori delusi. Quattro gol in casa, come non avveniva dal 2-4 con la Roma, il 3 marzo del 2018, è un evento. «Non so se resterà qualcosa nella testa, lo capiremo a Lecce. Qualche volta è capitato di perdere due partite di seguito (il pensiero va a Fiorentina, Roma ed Empoli dell'aprile dello scorso anno, ndr). Ma quest'anno di solito reagiamo nella maniera giusta», dice sornione Spalletti. Non chiuderà occhio stanotte: non vede l'ora di riavere la squadra davanti a sé. 

Ovvio, a nessuno fa piacere rimediare una simile mazzata. Ma bisogna anche dare il giusto peso a questo sconfitta. Sedici punti di vantaggio dalla seconda in classifica, venti punti dal Milan delle meraviglie che ieri sera ha passeggiato. Luciano Spalletti, da gran signore, non si aggrappa a nulla. Nessun alibi. Chapeau. «Il Milan ha fatto una bellissima prestazione, ha sfruttato tutte le situazioni che abbiamo offerto, ha usato gli spazi che abbiamo concesso allungandoci. Siamo stati al di sotto del nostro livello. Per riprendere la partita, abbiamo corso altri rischi e loro ci hanno punito. Abbiamo faticato all'inizio nell'andare a far circolare palla come sappiamo fare: non c'è stata qualità». Nessun dramma, giusto così. Trova il tempo di scherzare con Rudy Krol, ospite in studio di Dazn: «Abbiamo imparato a indossare le cavigliere grazie a lui». Non è il caso di rendere pesante l'atmosfera. «Magari abbiamo pagato il prezzo delle tante trasferte internazionali, ma anche il Milan ha degli stranieri che hanno viaggiato.

Noi non siamo stati bravi a fare la nostra qualità di gioco abituale. Noi, poi, non siamo neppure abituati ad andare sotto di due gol e questo ci ha fatto sbagliare ancora di più». Aggiunge: «Loro sono campioni d'Italia, se sbagli qualcosa e loro fanno le cose giuste finisce come è finita ieri sera». 

 

«Se è una buca sulla strada o una voragine non lo so ancora», dice parlando della caduta. Racconta delle lite con Paolo Maldini: «Io parlavo con l'arbitro a cui chiedevo perché aveva ammonito Lobotka e lui è arrivato sbracciandosi e parlandomi addosso. E a me dà fastidio quando mi si parla addosso. Anche se sei Paolo Maldini. E poi quelli del Milan tutto il primo tempo sono stati lì a protestare, tanto che l'arbitro ha pure richiamato Pioli. Poi, ovvio, finisce tutto, proprio perché lui è Maldini». Racconta il dopo gara. «Io ho fatto i complimenti ai calciatori per quello fatto fino a qui, può succedere una gara così. La volontà e la voglia di essere squadra c'è stata anche con il Milan». Ovvio il pensiero va lì: ai quarti di finale di Champions. A chi volete che importi sul serio di questo capitombolo sensazionale nelle dimensioni. «Finalmente ci sarà anche qualcun altro che dirà che non siamo avvantaggiati da questo sorteggio, sembrava che ci fosse toccato un avversario facile da mettere sotto, e non sarà così». Già, la testa ora è lì. Lo spiega capitan Di Lorenzo, tra i peggiori: «Non è stata la nostra miglior partita, non ha funzionato quasi niente, è stata una brutta sconfitta ma che non cambia nulla ai fini del nostro campionato anche se fa male perdere così». Avverte il Milan: «Non cerchiamo alibi per l'assenza di Osimhen, una grande squadra non dipende solo da un campione. Ma in Champions sarà tutto diverso: lo sappiamo noi ma lo sanno anche loro». 

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