Napoli-Milan, la partita speciale di Claudio Ciaravolo: «Quando Berlusconi mi invitò ad Arcore»

«Sono tifoso del Napoli. Passionale, divertente e creativo. E non offendo nessuno»

Lo psichiatra napoletano Claudio Ciaravolo
Lo psichiatra napoletano Claudio Ciaravolo
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Sabato 1 Aprile 2023, 08:20 - Ultimo agg. 2 Aprile, 10:01
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La prima provocazione calcistica del creativo psichiatra napoletano Claudio Ciaravolo risale al 1981. Piazzò un tavolino, o meglio «un bancariello», nei pressi del cinema Metropolitan per una raccolta di firme. «Era l'epoca dei referendum abrogativi e mi venne in mente di farne uno per l'abrogazione della Juve. C'era con me l'amico Franco Di Mare, diventato poi direttore in Rai, e con una telecamera filmai la scena. Vi fu chi arrivò a credere che fosse tutto vero...». Il dottor Ciaravolo, che mezzo secolo fa sistemò su un altro bancariello i barattoli con «L'aria di Napoli» davanti al palazzo della Biennale di Venezia, continua a divertirsi e a divertire con le sue provocazioni, legate anche al calcio e alle vittorie del Napoli. Nell'84, dopo gli insulti razzisti a Verona, diede un suggerimento ai tifosi delle curve. «Scrivete su uno striscione “Giulietta è una zoccola”. Una zoccola, non na zoccola: l'italiano deve essere perfetto». E poi, nei giorni del secondo scudetto, le boccettine con «Le lacrime di Berlusconi», allora presidente e proprietario del Milan. È una storia che riemerge alla vigilia della prima di tre sfide in 16 giorni contro i rossoneri. 

«Sono tifoso del Napoli.

Passionale, divertente e creativo. E non offendo nessuno», spiega Ciaravolo, che nel suo studio sta preparando una sorpresa per il terzo scudetto. Quella di 33 anni fa - le lacrime, appunto - nacque nei concitati giorni successivi alla moneta che colpì Alemao a Bergamo e alla vittoria a tavolino assegnata al Napoli, che volò in testa alla classifica. Per la rabbia (e le lacrime) del Milan. «La faccia di Berlusconi, icona dell'uomo vincente, non era più sorridente e così, il giorno prima dell'ultima partita di campionato contro la Lazio, decisi di piazzare un bancariello in piazza dei Martiri, con le boccettine d'acqua: erano le lacrime di Silvio, tre flaconi in vendita al prezzo di 10mila lire». I primi ad avvicinarsi al dottore furono i venditori ambulanti a cui vennero gratuitamente consegnate quelle boccettine 3x1 centimetri dotate di spilline per esibirle sulla giacca. «Mi contattarono in tanti per ricevere “Le lacrime di Berlusconi”. Anche il Cavaliere, che mi invitò ad Arcore per seguire insieme l'ultima partita di campionato in tv. Rinunciai: dovevo andare al San Paolo e poi a fare festa per le strade. Apprezzai: la classe non era acqua, potrei dire a distanza di anni». 

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I tifosi stanno facendo sforzi di fantasia per trovare frasi originali da scrivere sugli striscioni esposti in ogni angolo di Napoli. Cercano di essere all'altezza di una squadra ricca di talento che diverte dalla prima partita, stravinta a Ferragosto sul campo del Verona, una delle tappe che più infastidisce i napoletani per le offese razziste. Nota Ciaravolo: «Mi ha colpito la leggerezza della squadra, una chiave smarrita della napoletanità che va ritrovata. Imparare a sorvolare deve essere un nostro punto di forza. Credo che il Napoli possa essere rappresentato come un modello culturale: questa squadra è la concretizzazione di ciò che i napoletani possono e devono essere». E l'amarcord lo riporta all'incontro con i bancarellari che reclamavano «Le lacrime di Berlusconi». «Mi dissero che era finalmente arrivato il momento di distribuire bandiere, magliette e cappellini con il numero 2. Tutto quello che non avevano potuto vendere nell'88, l'anno della fatidica sconfitta del Primo maggio». Quel pomeriggio Silvio aveva sorriso, altro che lacrime. 

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