Napoli, 5 azzurri in ombra al Mondiale: appuntamento dopo il Villarreal

Nessuno è uscito con il mondo ai propri piedi dopo questa avventura in Qatar

Napoli, 5 azzurri in ombra al Mondiale: appuntamento dopo il Villarreal
di Pino Taormina
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 08:23 - Ultimo agg. 8 Dicembre, 10:00
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La miniera non si è esaurita, però i cinque minatori azzurri in missione in Coppa del Mondo hanno scavato un po' meno del solito, forse è stanchezza, forse è sfortuna, forse c'era poca luce. In quattro sono stati bocciati, solo uno (Zielinski) ha sfiorato la sufficienza, anche se pesa come un macigno l'errore nell'ottavo di finale con la Francia. Solo un gol realizzato, quello del polacco, con l'Arabia Saudita, poi null'altro di eclatante. Insomma, c'è parecchia ombra.

E sicuro nessuno è uscito con il mondo ai propri piedi dopo questa avventura in Qatar. Ora se ne vanno in vacanza: nessuno dei cinque andrà nel ritiro turco del Napoli. Ma nessuno tornerà disponibile per l'amichevole con il Villarreal, hanno 15 giorni di vacanze a disposizione come da accordi presi con la società. Non andranno in Turchia. Rivedranno Spalletti a Castel Volturno, poco prima di Natale. Con la delusione mondiale alle spalle.

Male Olivera che è andato a fondo proprio come la sua Uruguay. Mai raramente incisivo.

Sopratutto all'esordio contro la Corea del Sud, quando avrebbe sui piedi il pallone giusto per accendere la miccia dì Nunez, ma serve al compagno di squadra un pallone troppo profondo. Non è che debba fare troppo in fase difensiva, ma in avanti non è mai incisivo. Sempre titolare, tre partite su tre, ma non lascia il segno. Almeno non prende parte alle scorribande finali dopo l'eliminazione choc, dove gli uruguagi mostrano la loro faccia da cattivi prendendosela con chiunque in campo. Compresi arbitri, assistenti e addetti vari alla Fifa. Probabilmente, abituati come siamo a vederlo brillare, chi ha colpito più di tutti - e in negativo - sono stati Kim e Anguissa.

In piena metamorfosi. Le amnesie del difensore - a Napoli viste solo con l'Udinese - sono state numerose a Doha. E non solo nella lezione di samba rimediata con il Brasile. Fin dalla gara d'esordio, con il Ghana nel fase a gironi, il coreano che ha fatto innamorare Napoli è andato per conto suo. A riposo con il Portogallo ma contro il Brasile non basta ad arginare la forza d'attacco di Neymar e compagni. Un problema muscolare come sua attenuante. Certe sue frasi, per qualche ora, hanno lasciato tutti con il fiatone: «Gioco pure se ho uno strappo». Calma, meno male non c'era nulla di serio.

Lozano a Napoli con Politano fa il gioco della staffetta: una volta inizia titolare uno, una volta l'altro. Ma col Messico, la formazione quasi la fa lui. Nel senso, che è la stella. Messico manca la qualificazione agli ottavi per la differenza reti peggiore rispetto alla Polonia ed è per questo motivo che hanno ancor più un peso maggiore il suo proverbiale, modesto, fiuto per il gol. Doveva tirare la carretta nell'attacco della nazionale dì Martinez. E non lo fatto. Per certi versi, in ottica rinnovo, meglio così: difficile potersi sedere al tavolo del prolungamento del contratto col Napoli dopo questo ruolo di comparsa. Zielinski, invece, ha la grande gioia per il gol contro l'Arabia, ma anche la grande amarezza per la clamorosa occasione sfumata contro la Polonia. A sorpresa gioca quasi da seconda punta, ma non sempre riesce ad essere realmente a suo agio. Chi sembrava un sosia, in realtà è stato Anguissa: i suoi muscoli avrebbero fatto comodo al Camerun, ma davvero bisognava esporre il cartello missing. Attira le attenzioni solo per la lite con Eto'o e il resto della squadra. Pesano troppo gli errori del napoletano nella sfida terminata sul 3-3 contro la Serbia. Non ci pensi più, lo aspetta il Napoli.
 

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