Multe al Napoli, ecco cosa accadde
quella notte nel ventre del San Paolo

Multe al Napoli, ecco cosa accadde quella notte nel ventre del San Paolo
di Pino Taormina
Lunedì 9 Dicembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:41
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Da un lato il braccio di ferro con il tecnico per la faccenda degli allenamenti blandi, dall'altro quello con Aurelio De Laurentiis per la storia delle multe. Una polveriera, lo spogliatoio del Napoli: era tutti certi che il presidente avrebbe fatto una sorta di «moratoria» sulle sanzioni. Cosa che non è avvenuta. La battaglia è solo all'inizio. E allora è una corsa alle memorie difensive dopo aver preso visione del ricorso del club che ha irrogato le multe per «ammutinamento o insubordinazione». Ora vanno costituiti i 24 collegi arbitrali ma è chiaro che per Ancelotti la questione della sanzioni economiche è uno dei motivi che rende complicata la gestione di questa squadra.

Ed ecco dunque l'atto. Con le imputazioni dettagliate. In primis i motivi della decisione di andare in ritiro «in ragione di un imminente ciclo impegnativo, nel quale il Napoli avrebbe dovuto affrontare impegni decisivi per le sorti della stagione». Passaggio chiave: nulla di punitivo, secondo il club. «Affinché il gruppo preparasse con la massima concentrazione gli impegni del 5 novembre e quello del 9 novembre prima del rompete le righe determinato dalle convocazioni dei calciatori per le varie nazionali». Nell'atto notificato dal Napoli ai 24 calciatori si ricostruisce anche la tempistica della comunicazione del ritiro: è il direttore sportivo Giuntoli che invia una mail agli altri dirigenti «la mattina di domenica 3 novembre» al fine di «occuparsi dell'organizzazione del ritiro». Ed è il team manager De Matteis a riferirlo ai calciatori. Prima, dunque, dell'annuncio ufficiale di De Laurentiis (anticipato dal Mattino quel lunedì 4 novembre). Per il Napoli le date sono fondamentali: il pomeriggio della vigilia con il Salisburgo, non avvenne nulla di particolare. Ma ecco che si arriva al momento clou, la fine delle gara.

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Terminata la partita ecco che i calciatori «in persona del capitano, ricevute le infomazioni di carattere logistico per raggiungere il ritiro, comunicavano l'indisponibilità dell'intera rosa a pernottare». Alle parole di Insigne, ha luogo - si legge - un'accesa discussione nel corso del quale sia Giuntoli che Ancelotti «invitavano i calciatori a rispettare la prescrizione impartita dalla società senza tuttavia che i predetti modificassero la loro posizione. Giuntoli, peraltro, fin da subito faceva presente al gruppo «che si stavano rendendo responsabili di una grave e inaccettabile violazione contrattuale». Nulla fa cambiare idea ai calciatori e il primo ad andarsene è Mertens che abbandona lo spogliatoio. Il belga ha un battibecco ulteriore con Giuntoli: «Non ci aiuti, non ci tuteli con il presidente». A quel punto entra il vice presidente Eduardo De Laurentiis che preso atto delle volontà dei calciatori intimava di rispettare la direttiva, ricordando anche i premi stanziati e che un comportamento del genere appariva «irrispettoso degli sforzi del club». Allan ha una reazione immediata e cerca di entrare in contatto fisico venendo fermato. Inveisce il brasiliano: «I centomila euro te e tuo padre ve li potete mettere...». Il clima è teso, si rischia lo scontro. «Dai andiamo via, andiamo a casa, qui non c'è nulla da parlare più», con Insigne che «intimava a De Laurentiis junior di andare via dallo spogliatoio aggiungendo: «State sempre contro di noi». Da qui, poi, «alla spicciolata», tutti abbandonano lo spogliatoio.

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Dunque, alla ricostruzione del Napoli ci saranno le risposte dei calciatori e dei loro avvocati, che affilano le armi: anche perché le multe variano a seconda dei protagonisti della vicenda e quindi il quadro difensivo sarà personalizzato. Il Napoli ha nominato Bruno Piacci arbitro mentre i legali dei calciatori si sono rivolti a Francesco Macrì. «Il comportamento è un'azione clamorosa di ammutinamento, massimamente lesiva dell'immagine della società». Da qui la richiesta di danni «atteso che le decisioni adottate non obbligavano gli atleti a privazioni eccessive né erano in alcun modo lesive della loro dignità personale»: Tra i testimoni non solo Ancelotti e Giuntoli ma anche De Matteis e Pompilio. Ecco, difficile poter pensare a una risalita del Napoli senza mettere la parola fine a questa vicenda. I cui esiti davanti ai vari Collegi arbitrali non arriveranno prima della fine della stagione.
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