Il Napoli punta su super Osimhen
per la rimonta in Europa League

Il Napoli punta su super Osimhen per la rimonta in Europa League
di Pino Taormina
Mercoledì 20 Ottobre 2021, 09:03 - Ultimo agg. 17:12
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Per capire esattamente che peso dà Spalletti all'Europa League nella corsa allo scudetto, bisognerà attendere ancora qualche ora. La formazione che schiererà domani sera con il Legia Varsavia sarà il segnale per tutti. Dunque, scornarsi per questa coppetta di periferia, un po' rifugio e un po' prigione, comunque luogo di grande malinconia pensando alle notti di Champions, oppure lanciarsi nella mischia, rischiare di perdere energie preziose amche in vista del big match con la Roma ma tentare di alzare il trofeo a maggio? Ieri si è fermato Zielinski, oggi farà dei test, ma difficilmente verrà rischiato contro i suoi connazionali. Improbabile che il tecnico del Napoli pensi a Mertens fin dal primo istante. Dall'alto di un trono fatto di 135 gol, il belga non vede l'ora di riprendersi una maglia da titolare. Non è prontissimo, non ha ancora molti minuti nella gambe ed è meglio dosare i tempi del suo rientro. In ogni caso Spalletti le idee se le schiarisce oggi ma l'impressione è che la fisionomia della squadra, come il bel volto di una modella sulla tela del pittore, che si vede in campionato, non verrà stravolta. Andare avanti, certo, ma sarebbe meglio da primi del girone, perché così si saltano i sedicesimi (a febbraio) e si arriva dritti agli ottavi.

L'ATTESA
C'è la Roma. Che da oggi è in Norvegia, e che pare essere messa peggio sotto il profilo dell'avvicinamento al big match dell'Olimpico di domenica. Spalletti, come sempre, ha chiesto ai suoi di non pensare al campionato neppure per un istante perché l'errore, come con lo Spartak, è dietro l'angolo. Non vuole figuracce, non vuole scivoloni, non vuole flop: il Legia è in coda al campionato polacco, in lotta per non retrocedere ed è convinto che la prima in classifica del campionato italiano sia attrezzata per competere su due fronti. Dunque, ci proverà ad andare avanti. Magari, chiedendo a Osimhen uno sforzo in più. Le combinazioni possibili sono tante, compresa quella di concedere un turno di riposo anche a capitan Insigne.

Fino ad adesso Spalletti è stato abile a mettere insieme le idee, a frullarle, a distillarle, e a servire in tavola un cocktail decisamente gradevole. Tranne che con lo Spartak. La coppa del giovedì non è il massimo però vincere è il modo migliore per avvicinarsi alla sfida con Mourinho. Ma anche per i tifosi non è il top: fino a ieri venduti meno di 7mila biglietti. Difficilmente verrà superata quota 10mila spettatori. Non c'è la famosa musichetta, l'inno del circolo esclusivo e quindi in molti hanno scelto di restare a casa. Il Napoli, peraltro, ha offerto una formula allettante: chi compra il biglietto per domani sera, pagherà il tagliando con il Leicester la metà. Ma la risposta è stata, in ogni caso, freddina. Non siamo ai livelli del record negativo (con lo Slovan Bratislava entrano in poco più di seimila) ma in ogni caso i tifosi hanno già detto cosa pensano dell'Europa League.

I DUBBI
Non sono pochi gli interrogativi. Il primo riguarda Juan Jesus: verrà schierato a sinistra al posto dello squalificato Mario Rui come da ripetute indicazioni dell'allenamento di ieri mattina o Spalletti pensa a qualcosa di diverso? Non c'è neppure Malcuit, Ghoulam non è nella lista Uefa e davvero la coperta sembra cortissima in difesa. Un po' di turnover a centrocampo si può attendere e Demme è pronto per il suo ritorno in campo dal primo minuto a distanza di quasi tre mesi dal suo infortunio in Val di Sole. A centrocampo, dopo le parole spese domenica sera, impensabile non vedere Elmas (viste anche le condizioni di Zielinski e Mertens). Dunque, due esordi possibili dal primo minuto, quello di Juan Jesus e quello di Demme. A questo punto in attacco Spalletti può spaziare nei ballottaggi: anche se lo stato di forma di Osimhen lascia presagire che per il nigeriano non ci sarà turnover. Così come non ci sarà per Koulibaly. In porta ecco Meret, ormai relegato a riserva. Un destino amaro, il suo: anche con Gattuso la gerarchia era stata definita dalla qualità del gioco con i piedi di Ospina. Con il Torino che aggrediva alto, Spalletti ha scelto il colombiano. Anche perché il tecnico di Certaldo è rimasto stregato dalle prestazioni e dalla leaderhip mostrata da Ospina nelle gare di qualificazione con la sua nazionale. Con la Roma sarà lo stesso.
 

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