Napoli-Roma, Spalletti vs Mourinho: sfida tra i veterani della serie A

Ora il toscano può coronare il sogno scudetto a 63 anni

Napoli-Roma, Spalletti vs Mourinho: sfida tra i veterani della serie A
di Bruno Majorano
Martedì 24 Gennaio 2023, 08:02 - Ultimo agg. 17:15
4 Minuti di Lettura

La panchina non ha età. In una serie A che tende sempre più vero il nuovo che avanza, Spalletti Mourinho sono i grandi difensori della vecchia guardia. Luciano - 63 anni - veleggia verso il primo scudetto della sua carriera in Italia, mentre Josè - giovedì soffierà sulle sue prime 60 candeline - in serie A ha già vinto, diventando nel 2010 il grande santone del Triplete neroazzurro. Vivono il calcio in modo diverso. Diverse filosofie, diversi approcci alle partite, diverse strategie di comunicazione. Spalletti, che in questi anni è stato spesso considerato «pompiere», si contrappone a Mourinho che invece è diventato noto per il suo essere sempre il primo a irrorare di benzina anche i più flebili fuocherelli.

Si sono fatti spazio nel calcio italiano con la forza delle idee e a distanza di anni le difendono con fierezza, a dimostrazione del fatto che non serve essere figlio della generazione Z per imporsi con i giovani. Nel «nuovo» Napoli orfano dei vari Mertens, Insigne, Koulibaly e Ospina si è trasformato nel leader di cui tutti avevano bisogno, l'esempio giusto da seguire per diventare grandi: in campo e fuori. Si piega, ma non si spezza. Con la sua forza sovrumana nel difendere la propria linea. È così che ha forgiato il Napoli vincente che sta triturando il campionato. Ha girato a 50 punti dopo il girone di andata e adesso ha fissato l'obiettivo scudetto da centrare il prima possibile. Annota tutto su un'agenda che negli anni è diventata gonfia come una bibbia, la sua bibbia.

Ci sono dentro le frasi da utilizzare nello spogliatoio, le parole giuste da utilizzare al momento giusto. Perché l'esperienza serve anche a questo. Non è il tipo che gira attorno alle cose, va dritto al punto e non si nasconde. Per vincere il suo primo scudetto da allenatore ha sposato la gelida causa dello Zenit San Pietroburgo per poi tornare in Italia ancora più temprato. Per domenica spera di poter avere un'altra carta a disposizione, quel Kvaratskhelia che ha lasciato a riposo contro Cremonese e Salernitana per colpa dell'influenza ma che già ieri si è allenato a Castel Volturno nonostante i due giorni di riposo concessi da Spalletti al resto della squadra.

Dall'altra parte Mourinho, che invece le sue fortune le ha costruite proprio a casa nostra. Ha vinto lo Scudetto nel 2010 alla guida dell'Inter diventando a tutti gli effetti il vero grande santone dell'ultima generazione neroazzurra.

Ha vinto in serie A e probabilmente con quella vittoria ha costruito il suo personaggio da vincente a tutto tondo. Giovedì festeggerà 60 anni, ma continua ad avere l'appeal di un ragazzino. Scherza con i suoi giocatori, prende in giro i giornalisti che lo attaccano e all'occorrenza tira in ballo anche gli allenatori avversari, quelli che un tempo erano i suoi primi nemici, e che ora sono diventati clamorosamente amici. Ha imparato a comunicare attraverso i social, dimostrando che non serve essere nati con uno smartphone tra le mani per capire come va il mondo. Il suo calcio non è mai stato champagne, ma si accontenta di vincere, che altrove è pur sempre «l'unica cosa che conta». Conosce alla perfezione i tempi di ogni uscita in pubblica e nessuna delle sue frasi è banali.

Con Spalletti ha avuto un rapporto di amore e odio consolidato negli anni. Dallo «zero tituli» della stagione 2008-09 allo «Spallettone» della scorsa stagione, quando gli augurava di perdere la prossima partita in trasferta, ovvero quella che il Napoli avrebbe giocato in casa della «sua» Roma. Roma, appunto, la squadra che inevitabilmente li unisce con quel filo giallorosso impossibile da tagliare. D'altra parte sono loro gli ultimi due allenatori ad aver vinto nella Capitale (sponda Roma) e per questo hanno diviso anche il cuore dei tifosi. TeamSpalletti, contro TeamMourinho, per l'ottava sfida tra due allenatori esperti, ma che non invecchiano mai.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA