Napoli-Salernitana, Spalletti carica: «Giocare senza fare calcoli»

In campo i titolarissimi con il ritorno di Rrahmani e Zielinski

Victor Osimhen a Torino
Victor Osimhen a Torino
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Giovedì 27 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 28 Aprile, 07:11
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«Non serve fare calcoli, noi dobbiamo andare in campo per cercare di vincere, sempre». Tutto molto semplice e anche scontato di questi tempi nelle vigilie del Napoli. Luciano Spalletti ha fatto della concretezza la sua bandiera. Senza distrazioni né illusioni, nonostante l'abbraccio della piccola folla di tifosi all'esterno del centro tecnico. Quella iniziata ieri è una lunga vigilia sprofondata nella più indifferente normalità. Le emozioni, man mano che l'ora X si avvicina, sono meticolosamente celate nei cuori e nelle menti. È impossibile rubare anche un piccolo segnale da Castel Volturno che tradisca l'eccezionalità di questi giorni. A dire il vero quello che più in tilt è il team manager Beppe Santoro: se la gara con la Salernitana dovesse slittare (come appare scontato, ormai) a domenica, sarebbe un problema trovare una location dove portare la squadra in ritiro prima del derby campano. L'hotel che li ospita da mesi nelle vigilie delle partite, Gli Dei, a Pozzuoli, è sold out come tutte le strutture di Napoli e provincia ed è complicato trovare una logistica all'altezza dei (quasi) campioni d'Italia nei paraggi nel week end da tutto esaurito ovunque. Non è escluso, quindi, che a sorpresa, possa persino saltare il ritiro pre-partita. Ma questa è solo un'opzione che è sul tavolo dei dirigenti. D'altronde, la squadra aveva anche organizzato come trascorrere insieme le ore di Inter-Lazio: tutti assieme, famiglie comprese, a pranzo proprio sulla collina che dà sulla Solfatara. 

Spalletti sogna una vigilia che sia la più normale possibile. Il briefing di ieri, dopo due giorni di riposo, è uno spazio noto, mezz'ora di parole, qualche disegno, tre filmati e poi in campo. C'è Simeone in campo, che sta bruciando i tempi del recupero, non ci sono ancora né Mario Rui né Politano che a questo punto, prima della gara con la Fiorentina, difficilmente saranno disponibili alla causa. I cori del dopo Juventus vanno messi da parte, persino Giuntoli si è lasciato andare nelle canzoni della festa nel ventre dello Stadium. Aurelio De Laurentiis tornerà dagli Usa sabato mattina, proprio per assistere al match che può riportare il titolo al Napoli dopo 33 anni.

Poi, una volta che lo scudetto sarà nel cassetto, ha pronto un invito a cena per Spalletti con cui cominciare a pianificare la prossima stagione. Per prima cosa, dopo aver ascoltato la volontà di Lucianone: perché non basta, certo, per trattenerlo, l'opzione (che va ancora esercitata) per il 2024. Serve anche il «sì, resto» convinto del tecnico della grande impresa. Perché l'opzione unilaterale non è una gabbia, non può esserlo e non è giusto che lo sia. Non è questione solo di ingaggio ma anche di voglia di continuare in questo ciclo: De Laurentiis dovrà essere chiaro, come lo è stato al momento del suo ingaggio, due anni fa. Cosa succederà questa estate con i big? E in caso di addio di Osimhen o altri protagonisti dello scudetto, chi arriverà? Spalletti è uno dei tecnici più corteggiati del momento ma non ha mai voluto parlare con altri club che pure hanno iniziato a farsi vivi. Normale, dopo una stagione da vate del calcio italiano. Chiaro che sia finito nel casting di Chelsea, Tottenham, Leicester e persino del Psg. Ma lui non può pensare al futuro. Il suo futuro è questo fine settimana: il Napoli che deve battere la Salernitana e null'altro. Lo ripete ai suoi ragazzi: non pensate allo scudetto, non è una partita facile quella che ci aspetta.

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Non ci saranno novità di formazione particolari: giocheranno i soliti titolarissimi con il ritorno di Rrahmani e con Zielinski che ritrova la maglia da titolare dopo la parentesi in panchina con la Juventus. È dato per scontato, invece, che dal momento in cui il bus si metterà in viaggio verso il Maradona, che sia sabato o domenica, sarà impossibile non fare i conti con l'entusiasmo dei tifosi, sapendo che l'abbraccio dello stadio, esaurito e festante, non lascerà indifferenti. 

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