Napoli, i segreti della squadra: ecco perché il team Spalletti vola

La preparazione con diverse fasi di Sinatti

Un'esultanza del Napoli a La Spezia
Un'esultanza del Napoli a La Spezia
di Pino Taormina
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 08:03 - Ultimo agg. 17:38
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Inviato a Castel Volturno

Un uomo solo, quasi sempre, al comando. Ed è il più vecchio di tutti: quando il gruppo corre, c'è Francesco Sinatti, il preparatore, alla testa del plotone di azzurri. Ex podista, discreto mezzo maratoneta, è una delle anime del gruppo vincente di assistenti di Spalletti. Un talento, che già aveva impressionato nel triennio di Sarri. Eppure per tre anni è rimasto disoccupato dopo la partenza di Sarri in direzione Chelsea. Uno dei pochi (l'altro è l'attuale ct della Slovacchia, Calzona) che il tecnico di Figline non ha portato con sé nell'avventura in Premier. Incredibilmente, Sinatti è rimasto in disparte, perché Ancelotti ha puntato ad altro quando è arrivato qui: dodici mesi pagato ma senza lavorare, poi la rescissione con De Laurentiis e la ripartenza, lenta, con il Karagumruk in Turchia. Fino a quando nel 2021 De Laurentiis e Spalletti si sono ricordati di quel fenomeno che faceva volare il Napoli. E così, ecco il ritorno da novello Ulisse. La forza facile e feroce del Napoli continua a comprimere il campionato: come se alla fine, ormai, non mancassero 17 giornate ma soltanto dieci minuti. Perché ogni partita degli azzurri, sotto il profilo atletico, somiglia sempre all'ultima, con calciatori che fanno il pressing anche sul 3-0.

Sinatti mette sempre al centro di ogni cosa il pallone: ma senza rinunciare anche al vecchio lavoro cosiddetto a secco. Ovvero la vecchia corsa per recuperare energie. Se il Napoli vola è perché le basi sono state gettate in estate prima e poi ad Antalya. Per certi versi, lavori simili: Sinatti e il resto della staff di Spalletti adattano il lavoro in funzione delle caratteristiche dei giocatori. Sul piano fisico si agisce sulle caratteristiche del singolo, su quello tecnico-tattico le sedute vengono organizzate in base ai ruoli in modo da contestualizzare l'allenamento su quanto poi il giocatore andrà a fare in partita. E una delle fissazioni di Sinatti è la bilancia: i giocatori puntualmente vengono pesati a digiuno ogni decina di giorni. Durante i ritiri pre-campionato, ogni mattina. Sinatti non fa che aggiornarsi: è un preparatore moderno, non solo gps e telecamere per comprendere gli errori nella corsa: sa benissimo, quindi, quanto sia importante la resistenza aerobica quando si deve affrontare uno sforzo di lunga durata.

È, fin dai tempi di Sarri, un fautore dell'allenamento metabolico, ovvero un training multifunzionale che alterna diverse fasi di lavoro, ad alta, media e bassa intensità, proprio per riprodurre quel tipo di impegno che richiede una partita di calcio. Particolare attenzione Sinatti la mette nel recupero del giocatore (ovviamente assieme al dottore Canonico), una fase in cui non affretta i tempi, ma riporta gradatamente il calciatore alla condizione ottimale, con programmi di allenamento che crescono di intensità col migliorare della condizione fisica. Ecco perché Kvara non è tornato al top fin dalla prima gara in cui è rientrato dopo l'infortunio.

Un altro aspetto del lavoro di Sinatti (e di Canonico) è anche legato alla prevenzione infortuni. Ovvio, tocchiamo ferro, ma quanti sono stati i problemi di natura muscolare di questo Napoli delle meraviglia? Ed è un aspetto fondamentale del lavoro di Sinatti sarà il recupero degli atleti, soprattutto per prevenire infortuni. È in quella fase, infatti, che si preparano i muscoli per l'impegno da affrontare, e spesso i preparatori eccedono nei sovraccarichi di lavoro con conseguente guaio muscolare poi in partita.
 

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