Il Napoli a quindici giorni dal via:
dubbi e certezze del team azzurro

Il Napoli a quindici giorni dal via: dubbi e certezze del team azzurro
di Pino Taormina
Martedì 2 Agosto 2022, 08:25 - Ultimo agg. 3 Agosto, 07:58
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Inviato a Castel di Sangro

Difesa tra dubbi e certezze

Il Napoli ha sempre preso gol in tre amichevoli su quattro. E nell'unica in cui la porta è rimasta imbattuta gli avversari erano i dilettanti della Val di Non. Poi, quattro sono i gol incassati tra Perugia, Adana e Maiorca. Decisamente tanti. Campanello d'allarme? Calma, ma meglio mettersi all'opera. Certo, è la difesa il reparto dove Spalletti ha costruito le fortune del Napoli lo scorso anno. Dunque: pazientare nei giudizi. Le ombre sono legate a Meret, inutile girarci attorno: è entrato in un loop da cui fa fatica a uscire fuori. Non sa se resta e sarà il titolare, non sa se resta e sarà la riserva. Il reparto deve pagare la partenza di Koulibaly e non è cosa che capita tutti i giorni. Kim, il coreano, in campo ha preso il posto di Kk: il centrale sinistro sarà pure il ruolo che preferisce di meno ma questo gli tocca in sorte: bene in anticipo nel primo tempo d'esordio con il Maiorca, anche perché al suo fianco c'era Rrahmani che appare già in forma campionato. Una certezza il kosovaro. Come appare già esserlo Juan Jesus. Non proprio impeccabile Ostigard mentre incerti sono ancora Di Lorenzo e Mario Rui che, ovviamente, usano queste partite amichevoli sono per arrivare in condizione. La difesa è quella che ha avuto, fino ad adesso, più innesti (ben tre) con Olivera che è ancora non pervenuto per via del suo accidenti al ginocchio. Un reparto che non va rieducato, ma non è semplice cambiare uno dei due centrali e avere subito risultati alti: ma i suoi difensori hanno le conoscenze superiori a quelle delle altre big della serie A.

Centrocampo nota dolente

La mediana è più densa, ma Zielinski e Fabian fanno ancora assai fatica a reggere l'interdizione, soprattutto perché in condizione fisica ancora da pre-campionato non hanno nell'aggressività la loro qualità migliore. A centrocampo, a brillare c'è solo Lobotka con il Maiorca, perché mostra sacrificio in copertura, un costante gran movimento per dettare l'appoggio: fa sempre la cosa più facile, perché chi è grande e sa di esserlo, non sente l' urgenza di dimostrarlo. Male ancora Demme, nervoso oltre ogni ragione e pure Anguissa appare ancora spaesato. La mediana di Spalletti, nell'ultima stagione, si è esaltata anche grazie al lavoro sporco di Insigne e ai rientri creativi di Lozano.

Il tridente, ora, va rifornito: e quindi là nel mezzo i vari Fabian e Zielinski, devono essere meno incursori e più assistenti. Le difficoltà estive nel creare occasioni sono figlie anche di questa transizione. E un po' va digerita questa trasformazione del gioco. È nuova la strada che porta al gol e quindi il lavoro dei centrocampisti ha bisogno di un periodo di rodaggio migliore. Non si sa se arriveranno altri innesti, si sa che Zielinski potrebbe andar via perché ha una offerta importante. Certo è, che per il gioco che ha in mente Luciano, le due mezzali devono comunque aumentare la loro presenza fisica. Per questo, meglio affidarsi ad Anguissa anche come temperamento. Ecco, nessuno sembra in grando di avere una personalità per reggere i momenti di difficoltà. Il mercato non ha colmato questo gap.

Attacco il punto di forza

Sarà anche calcio d'estate quindi a rischio di miraggi, ma qualcosa di interessante lo suggerisce comunque. Il reparto offensivo ha cambiato volti, là davanti, ma non schemi. Che il tridente si disponga in linea o con un trequartista a sostegno della punta, lo spirito della squadra non muta quando c'è la gamba, come nei 20-25' contro il Maiorca. Le giovani creste azzurre, Kvaratskhelia e Osimhen, per ragioni anagrafiche, possono solo crescere e migliorare un'intesa che ha ancora pochissime ore di volo. Una grande scommessa, vista l'età dei due. Ma l'impressione è che puntare sulla qualità sia sempre la cosa giusta. Le difficoltà estive nel creare occasioni sono figlie di un inserimento graduale del georgiano e delle ansie della linea mediana: ma il valore deI talenti là davanti colpisce. Anche Lozano, sia pure ancora lontano dalla condizione, mostra di avere uno spirito valido e Politano è utile alla causa, sempre. Ounas è solo una riserva (ieri impegnato nella partitella con il Castel di Sangro) ormai fuori tempo massimo per il salto di qualità. In ogni caso il 4-3-3 non è una rivoluzione copernicana: possesso e palleggio sono una lezione di Spalletti. In ombra c'è il solito Petagna che tra Dimaro e qui a Castel di Sangro mostra oltre che una lentezza nell'entrare in condizione, anche una certa ingiustificata apatia. In ogni caso è evidente che Spalletti abbia come obiettivo quello di servire più cross per Osimhen le cui conoscenze offensive sono superiori a tanti altri bomber della serie A. Tutto ruota attorno al nigeriano. Promosso rigorista.

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