Napoli, la ricarica di mr Spalletti:
lavoro psicologico e tattico

Napoli, la ricarica di mr Spalletti: lavoro psicologico e tattico
di Pino Taormina
Mercoledì 22 Settembre 2021, 08:12 - Ultimo agg. 17:22
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Inviato a Castel Volturno

Il cranio lucidissimo risplende da lontano mentre esce dal campo di allenamento. Come sempre, ha seguito ogni passo del lavoro di scarico dei suoi titolari e l'intenso allenamento a cui ha invece sottoposto tutti gli altri. I gruppi sono separati e c'è poca voglia per Luciano Spalletti di star lì a parlare di questo primo posto in classifica. Si è fermato a parlare con Demme (che non è ancora pronto per il ritorno in campo) ma il tecnico ha evitato di sottoporre la squadra prima in classifica a un lavaggio del cervello. Le parole, in certi momenti, non servono. Meglio la terapia del silenzio. Per far ricaricare alla velocità della luce le batterie, visto che domani è di nuovo campionato. Dopo 1303 giorni dalla notte di Cagliari, riecco il Napoli capolista da solo: Spalletti questa sensazione non la viveva dal dicembre del 2017, dopo un 5-0 al Chievo. Perse la testa della classifica due domenica dopo quando l'Udinese (toh, che ironia della sorte) sbancò San Siro. De Laurentiis non fa passare giorno che non si faccia vivo con Spalletti e Giuntoli: il presidente è contento, ma anche lui mantiene i piedi per terra parlando con i suoi fidati collaboratori e invita alla calma e alla prudenza dopo questo inizio esaltante.


RITMI BLANDI
È un lavoro di rigenerazione continuo in questi giorni dove non c'è la settimana tipo. Sinatti, il mago della preparazione atletica degli azzurri, lavora molto sui recuperi perché il tempo è ristretto. Ieri Spalletti ha evitato sermoni o altro: non lo ha fatto neppure a Udine dove si è limitato a ringraziare uno a uno i calciatori per la prestazione. È evidente che in questo momento la squadra conosce uno Spalletti che all'esterno in pochi immaginano: taciturno, attento alle parole, gestore delle emozioni, incapace di severi richiami ma anche di rapide esaltazioni.

A Castel Volturno è rimasto fino a tardi, per preparare la gara di domani con la Sampdoria: ci sono solo due allenamenti tattici per affrontare i doriani, ovvero quello di oggi e poi domani mattina. E poi basta. Ci sarà qualche cambio, logico che sia così, ed è probabile che possano rivedersi dal primo minuto Zielinski e Lozano. Così come bisogna capire se Manolas potrà dare un turno di riposo a Rrhamani.

L'IMPEGNO
La squadra sa bene che non c'è tempo da perdere. Il primo posto a punteggio pieno dopo quattro giornate racconta ancora poco, ma come inizio non c'è male, è segno di equilibri ritrovati. «Ma non trasformiamo la fiducia in presunzione» è il diktat di Spalletti che sa di avere tra le mani un gruppo tradizionalmente ipersensibile agli sbalzi di umore. Ed è per questo che non perde occasione per stordirli di carezze. Un complimento di qua, una metafora di là, qualche allenamento tattico che esaltano i giocatori, e il gioco è fatto: il tecnico in poco più di due mesi e mezzo ha già gli occhi della squadra puntati addosso, in stato di felice ipnosi. Ma sa, Spalletti che l'importante sarà gestire la prima frenata che inevitabilmente arriverà. Conosce il rendimento del Napoli dello scorso anno, capace con Gattuso in panchina, di strapazzare Parma, Genoa, Atalanta e Benevento prima di cadere (malamente) con il Sassuolo. Per questo non deve fidarsi, Luciano, di questo Napoli. E per questo sa che da queste parti bisogna fare il pompiere e non l'incendiario. Intanto pensa alla Sampdoria, ha già visto e rivisto il 3-0 con l'Empoli: il suo cervello tattico finissimo proverà a mandare ko la Sampdoria di D'Aversa. La sua mano c'è e si vede. A Spalletti il presidente nazionale dell'Ussi Gianfranco Coppola e quello regionale Mario Zaccaria, hanno consegnato il gagliardetto per i 75 anni dell'Ussi.

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