Il Napoli come la Juventus dei record di Conte: ecco similitudini e differenze

Il cammino dopo 22 giornate è identico: 59 punti con 19 vittorie e 54 gol fatti

Luciano Spalletti e Antonio Conte in una foto d'archivio
Luciano Spalletti e Antonio Conte in una foto d'archivio
di Roberto Ventre
Martedì 14 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:30
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Il Napoli di Spalletti viaggia allo stesso ritmo super della Juventus di Conte che vinse lo scudetto alla quota record di 102 punti: il cammino dopo 22 giornate è praticamente identico, stessi punti in classifica (59), stesso numero di vittorie (19), pareggi (2) e sconfitte (1), stesso numero di gol segnati (54) e leggera differenza nel numero dei gol subiti (15 il Napoli attuale, 16 la Juve di Conte).

Un rullo compressore quella Juve di Conte che concedeva pochissimo agli avversari e riusciva sempre a colpire sfruttando al meglio le occasioni propizie, una macchina perfetta il Napoli di Spalletti che segna in tanti modi diversi e difende benissimo detenendo tra i vari record di questo fantastico campionato anche quello di squadra che ha subito meno reti di tutte. Stessa efficacia, stessa determinazione, stessa intensità tra la Juve 2013-2014, anche se il tipo di gioco presente delle differenze, a cominciare dal modulo (3-5-2 la Juve di Conte, 4-3-3 il Napoli di Spalletti): i bianconeri pressavano in maniera feroce a tutto campo per recuperare il pallone e colpire nei capovolgimenti di fronte, gli azzurri invece fanno del palleggio e della gestione della partita attraverso il possesso una delle loro qualità migliori. Due squadre forti, compatte e difficilissime da sorprendere e con due rose ampie e di qualità.

La forza del collettivo e del gruppo sia nella Juve di Conte, che volava in testa alla classifica dopo 22 giornate nel 2013-2014, che nel Napoli di Spalletti che sta avendo lo stesso rendimento allo stesso punto della stagione.

Differente però il cammino in Champions: i bianconeri vennero eliminati nella fase a gironi con la sconfitta decisiva sotto la neve in Turchia contro il Galatasaray di Roberto Mancini, gli azzurri invece hanno raggiunti da primi, davanti al Liverpool, la qualificazione agli ottavi di finale segnando tanti gol e subendone pochi.

In quella Juve il fulcro centrale era Pirlo, il playmaker fondamentale per il gioco di squadra che toccava tanti palloni gestendoli tutti al meglio, nel Napoli di Spalletti il ruolo è ricoperto da Lobotka che ha caratteristiche molto simili, a cominciare dalla qualità del palleggio, ed è al centro del gioco degli azzurri. Simili anche le due mezzali di centrocampo per capacità di inserirsi palla al piede in verticale e di assicurare la copertura difensiva: Vidal e Pogba svolgevano questo ruolo in quella Juve dei record 2013-2014, Anguissa e Zielinki sono i due pilatri del centrocampo del Napoli di Spalletti.

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In difesa il leader di quella Juve era Chiellini, forte di testa e nell'anticipo, nel Napoli è Kim, anche lui formidabile nel gioco aereo e in marcatura sugli attaccanti avversari. L'altro centrale era Bonucci, il partner perfetto e molto funzionale nell'impostazione dal basso, come lo è Rrahmani nella linea difensiva del Napoli. Simili per caratteristiche anche i laterali destri difensivi, Lichtsteiner in quella formazione bianconera era affidabilissimo nelle chiusure e spingeva sulla fascia, così come lo è Di Lorenzo nella squadra azzurra. In porta Buffon era una garanzia assoluta, fortissimo tra i pali e numero uno dell'Italia, ottimo il rendimento in questa stagione di Meret che ha assicurato grande continuità nelle prestazioni. 

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