Le soste, per tutte le squadre lanciate, non sono mai ben gradite. E Luciano Spalletti questo lo sa bene. Conosce i rischi delle ripartenze e nella prima mattinata in cui ha avuto la squadra quasi al completo (tranne Ospina e Lozano che rientrano stasera: ma si sa che col Torino gioca Meret) è stato categorico: «Cerchiamo di ricominciare da dove abbiamo terminato». Allenamento sul campo (ieri è stato scelto quello più distante dall'ingresso, forse per provare qualche schema su punizione magari sulla scia di quello che ha portato al gol a Firenze), poi in sala riunione per vedere i video del Torino. Niente stress, nulla di interminabile. Più che altro delle situazioni su palle da fermo. Contro il Torino scenderà in campo più o meno la stessa squadra che ha vinto con i viola, sudamericani a parte a cui verrà concesso di tirare un po' il fiato.
Il record di Sarri è a portata di mano: otto vittorie all'esordio come nell'anno dei 91 punti. Nella mente di Spalletti la ricetta è sempre la stessa: quella di permettere ai suoi di continuare a essere ragazzi, di giocare con la gioia addosso, di assecondare l'istinto. Anzi, il tecnico di Certaldo pretende che lo facciano. In questo, è il meno italianista degli allenatori italiani: smonta i meccanismi, non vive solamente di tattica e di pretattica.
4-2-3-1 con approdo al 4-3-3 e viceversa. Si sa che la metamorfosi è costante. Ieri ha provato come sempre ogni situazione, riservandosi di decidere all'ultimo minuto. Il suo obiettivo è trovare la formula per infilare in un'unica ricetta tutta la (tanta) qualità che ha. Cominciando a inserire Mertens che è in prospettiva un altro titolare. Il turnover ci sarà con il Legia Varsavia che è sì gara decisiva per l'Europa League ma qualche cambio ci sarà. Magari, sarà la prima di Mertens titolare. Il buon momento della squadra è racchiuso dalle parole di Rrahmani a Radio Kiss Kiss: «Siamo un gruppo molto forte e unito, seguiamo il gran lavoro di Spalletti». Venduti circa 25mila biglietti per la gara di domenica.