Napoli-Udinese, Totò Di Natale: «È Spalletti l'uomo in più degli azzurri»

L'intervista all'ex attaccante: «Luciano mi ha dato tanto fuori dal campo»

Luciano Spalletti in panchina durante il match tra Napoli e Empoli
Luciano Spalletti in panchina durante il match tra Napoli e Empoli
di Bruno Majorano
Venerdì 11 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 12 Novembre, 19:04
4 Minuti di Lettura

La prima volta in cui Totò Di Natale ha ascoltato la musichetta della Champions League è stato anche grazie a Luciano Spalletti. Erano insieme all'Udinese: uno in campo, l'altro in panchina, e il feeling tra allenatore e attaccante fu uno dei grandi punti di forza di quella squadra. Stagione sportiva 2004-2005: Di Natale è appena arrivato dall'Empoli e segna 7 gol, ma colleziona 33 presenze in campionato. Spalletti è la sua guida in campo e a distanza di anni lo considera ancora il suo grande maestro. Anche adesso che ha smesso di allenare dopo l'esperienza alla Carrarese, Di Natale è alla ricerca di un'occasione stimolante per ripartire.

Cosa ha rappresentato per lei Spalletti?
«Luciano mi ha dato tanto e mi ha insegnato tanto.

Per me è l'uomo con il quale ho coronato il grande sogno di andare in Champions League. Ma è stato anche un grande maestro: mi ha insegnato tante cose».

Cosa in particolare?
«Al primo posto la cultura per il lavoro».

Ovvero?
«È un grandissimo lavoratore e cura tutto».

Rivede quello Spalletti in questo che sta portando il Napoli così in alto?
«Ovviamente adesso ha acquisito più esperienza e conosce tante cose in più, ma noto che non ha perso il suo stile».

Qual è la cosa che più di tutte ricorda del suo modo di porsi nello spogliatoio?
«Trasmette tranquillità, e non è poco. Anche quando le cose non vanno bene lui resta sempre calmo e questo fa bene alla squadra. Si vede che sta portando serenità nel Napoli».

Come si pone rispetto alla squadra?
«Oltre a guardare tantissimo il campo vuole che tutti siano al top».

Era già così attento al gruppo?
«Anche a Udine con noi c'erano tanti giocatori forti e lui ci gestiva alla grandissima. La cosa più importante: lui si è messo a disposizione e tutti noi abbiamo dato più».

A Napoli sembra che questa sia la sua grande forza.
«Non mi stupisce come cosa. Perché poi il gruppo segue un allenatore così e tutti si esaltano. Chi gioca fa sempre la differenza: prendiamo Simeone che riesce sempre a dare il massimo quando entra in campo».

È diventato Spalletti il leader della squadra?
«Nessuno credeva che potessero fare la differenza con questi giocatori nuovi dopo la partenza dei big e invece sta avendo ragione lui. Ricordo che all'inizio della stagione aveva detto di non preoccuparsi per quelle partenze, perché lui era sicuro dei nuovi che sarebbero arrivati».

Quanto c'è di Spalletti in questo Napoli primo in classifica?
«Non esagero: almeno l'80% è del mister»

Però ci sono anche i singoli come Kvara...
«Beh, lui è davvero fortissimo, ma il Napoli gioca benissimo a prescindere. Anzi, mi piacerebbe giocare in questo Napoli, mi divertirei tantissimo perché c'è qualità in ogni zona del campo».

A proposito di singoli e di attaccanti: che idea si è fatto di Raspadori?
«A Spalletti sono sempre piaciute le punte che giocano tra le linee, vengono incontro e sanno cosa fare quando hanno la palla tra i piedi. Raspadori è ancora giovane ma si vede che ha qualità per crescere e dimostrare ancora di più».

Dall'attacco alla difesa: Kim?
«Dico una cosa sola: se Spalletti lo ha voluto per me era già una garanzia, non sbaglia mai i giocatori da prendere».

Da buon napoletano è scaramantico: questo può essere l'anno giusto per lo scudetto?
«Il Napoli ha dimostrato e sta dimostrando di essere la squadra più forte del campionato. La vittoria contro l'Empoli è stata importante per far capire che la squadra sa portare a casa anche le gare più scomode. Inutile girarci attorno: il Napoli è la squadra da battere».

Possibili rivali?
«Il Milan è una formazione completa e dico che gli otto punti di margine del Napoli sono un bel vantaggio, ma poi devi capire cosa succede nel girone di ritorno che è sempre più difficile». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA