Gattuso lancia la volata Champions:
«Avanti così, il mio futuro non conta»

Gattuso lancia la volata Champions: «Avanti così, il mio futuro non conta»
di Pino Taormina
Sabato 24 Aprile 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:11
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Gattuso resta sul pezzo, non vuole distrazioni, nemmeno quelle piacevoli legate ai complimenti di De Laurentiis per la vittoria con la Lazio e per il modo con cui è arrivata. «Il mio futuro adesso è irrilevante. Dobbiamo concentrarci sul finale di campionato, sulla partita di lunedì con il Torino, e per ottenere il massimo possibile. Il resto è veramente irrilevante, non deve preoccupare nessuno», ripete a quelli che gli sono vicini. A cominciare dalla squadra. Ecco, proprio i calciatori che ieri hanno avuto un giorno di relax: De Laurentiis è chiaramente colpito dall'incredibile sinergia che c'è tra il gruppo e il proprio tecnico. La vede con i propri occhi ogni volta che va in ritiro, ogni volta che scende nello spogliatoio, ogni volta che parla con i leader del gruppo. Le voci di fine gennaio, la crisi legata agli infortuni in serie e il silenzio del patron di quei giorni, avrebbero potuto smantellare il progetto e invece proprio quelle voci irritanti hanno compattato lo spogliatoio ancora di più. Ma la risposta di Gattuso al mancato rinnovo che era atteso proprio per fine gennaio è stata l'aver aumentato il proprio impegno. Come se nulla fosse. E questo Mertens, Insigne, Politano e soci lo hanno visto. Da qui, il patto d'acciaio che ha portato a questa striscia di 22 punti conquistati nella ultime nove gare e la corsa alla Champions che è sempre nel vivo. 

De Laurentiis ha messo da parte il rinnovo e dunque è evidente che, se non dovesse tornare sui propri passi, alla fine della stagione sarà divorzio. Consensuale. Senza altri veleni, senza traditori o traditi, come è tradizione in casa Napoli: fine contratto. Succede. Ma dovesse centrare quello che era l'obiettivo della stagione, sicuri che il patron azzurro non faccia un tentativo per capire se lo strappo che adesso c'è possa essere ricucito? In questo momento il solco tracciato tra Gattuso e De Laurentiis è molto profondo. E Gattuso non è l'uomo giusto con cui chiarirsi: porta dentro di sé un grande rancore per quello che a suo avviso ha dovuto mandare giù, in solitudine. E perché ci possa essere un riavvicinamento che sia il viatico poi per tornare a discutere del rinnovo, serve la convinzione totale di De Laurentiis. Cosa che adesso non c'è. Il realismo dice che solo il quarto posto può portare il club azzurro a tornare sui propri passi e chiedere a Gattuso di continuare.

Ma attenzione, perché Gattuso non si sente come uno che ha le spalle al muro: Ringhio non teme di restare senza panchina, non ha accordi con altri club (alla Fiorentina ha già detto di no nel novembre del 2019) e di certo non accetta di restare in un posto dove non si sente sopportato. Insomma, sono davvero poche ora le possibilità che questo matrimonio possa andare avanti. Eppure tutto in questa faccenda cambia velocemente: il 12 gennaio lo studio legale bolognese che cura gli affari di Gattuso aveva inviato la bozza finale alla Filmauro con una serie di ipotesi di appuntamento per la firma al rinnovo. Insomma, era tutto fatto. Il 20 gennaio, la notte della finale di Supercoppa, De Laurentiis e Gattuso avevano anche cenato assieme nell'hotel di Parma dopo che il patron aveva abbracciato un Insigne disperato per l'errore commesso su rigore. «È come se avessimo vinto noi, non siate tristi», diceva stappando bottiglie di vino. Tre giorni dopo, al termine del ko con il Verona, il cambio di umore che ha dato vita allo stop al rinnovo e alla reazione burrascosa di Gattuso: «Se vogliono mandarmi via mi caccino». Già, né pubblicamente né privatamente De Laurentiis in quelle ore ha pensato di rassicurarlo. Da qui la rottura. 

 

De Laurentiis non ha mai pensato all'esonero in corsa di Gattuso. Mai. Sennò lo avrebbe fatto, malgrado l'attenuante delle assenze in serie, perché di delusioni e di occasioni per mandarlo via ce ne sono state: la vittoria sofferta col Parma in casa, i ko con Genoa, Atalanta e Granada. Avesse realmente voluto licenziarlo, ci avrebbe messo un attimo. Mai ci ha pensato. Ma ha iniziato a pensare alla prossima stagione senza di lui in panchina. Da qui l'accantonamento del contratto pronto. E ha cominciato a lavorare sull'allenatore del prossimo anno. Il nuovo Napoli non avrà acquisti fantasmagorici e rischia di avere una rosa rivoluzionata perché le cessioni, eccellenti, per ridurre il monte ingaggi rischiano di non essere poche. Ma il Napoli andrà avanti secondo i criteri, tecnici e finanziari, del piano industriale che è stato programmato tenendo conto del Covid. Dunque, a parte le suggestioni, in pole per la successione c'è Vincenzo Italiano: è lui al momento il prediletto. Poi in ordine Juric, Fonseca e De Zerbi. Con questa preferenza. Ma chissà se quel calabrese testa dura riuscirà a far cambiare idea a De Laurentiis. 

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