Osimhen capocannoniere serie A, intervista al ct della Nigeria José Peseiro: «Prima lo scudetto, poi il mondiale»

«Mi auguro che Victor vinca lo scudetto, se vinci a Napoli è più bello»

Victor Osimhen a Salerno
Victor Osimhen a Salerno
di Bruno Majorano
Giovedì 26 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15:09
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Nella classifica degli uomini più felici del mondo, José Peseiro si piazza almeno sul podio dei primi tre. Perché il ct della Nigeria guarda la classifica dei marcatori della serie A e legge Victor Osimhen: 13 gol, Ademola Lookman: 11 gol. I primi due bomber del nostro campionato sono anche i due attaccanti della nazionale nigeriana che adesso sì, può sognare in grande per il presente, ma anche per il futuro.

Cosa pensa quando guarda la classifica cannonieri di serie A?
«È un momento eccezionale per i calciatori nigeriani e sapere di poter contare su due bomber come loro è qualcosa di incredibile.

Dico la verità: sapere di avere due attaccanti così mi fa stare molto meglio, mi mette tanto di buon umore. A questo punto spero che portino la loro positività anche in nazionale».

Che rapporto ha con loro?
«Ci sentiamo praticamente ogni settimana e infatti li ho sentiti proprio dopo gli ultimi gol segnati. Anche perché ogni loro rete è una gioia per noi».

E cosa vi siete detti?
«Ovviamente gli ho fatto i complimenti. Ma non solo per i gol, anche per le prestazioni che sono sempre di altissimo livello. Stanno facendo un lavoro pazzesco. Più in generale vanno fatti i complimenti anche allo staff delle loro squadre, perché se i ragazzi fanno bene è anche merito loro. Insomma: è un vantaggio per tutti».

Victor non è solo primo nella classifica marcatori, ma guida anche la serie A con il suo Napoli.
«È una cosa straordinaria. Perché se vinci a Napoli è più bello rispetto a piazze abituate a vincere come Inter, Milan o Juventus. E infatti mi auguro che possa vincere lo scudetto».

Anche in chiave nazionale?
«Ovviamente. Perché vincere fa sempre bene e porta una mentalità vincente».

Cosa le ha detto dopo il gol nel derby contro la Salernitana?
«Victor è incredibile, perché non è mai contento. Anche quando segna ed è decisivo».

E allora?
«Era felice ma per il gol ma avrebbe voluto fare di più. Lui è così: non si accontenta mai. Per lui conta sempre la prossima partita. Ma non mi stupisco».

Perché?
«Osimhen è è un grande lavoratore e soprattutto non vuole perdere mai. Nemmeno nelle partitelle di allenamento o nelle amichevoli. È come un bambino sempre entusiasta della vita. E poi ha grandi valori umani».

E i valori calcistici?
«Sono sotto gli occhi di tutti, ma mi stupisce sempre per la sua capacità di attaccare, difendere e fare pressione. Quando c'è lui da marcare, nessun centrale si può rilassare. In area di rigore è micidiale e oramai è completo in ogni fondamentale: è forte di testa, è forte nel tiro, è forte nel dribbling».

Cosa porta uno come Osimhen in nazionale?
«È un leader».

Eppure non è lui il capitano della sua selezione...
«In effetti è così, ma grazie alle sue prestazioni ha saputo prendersi lo spogliatoio. Perché è un top player, ma soprattutto un grandissimo motivatore».

Davvero?
«Chiede sempre a tutti di dare il massimo. Parla con i compagni, li carica e li fa crescere. In Nigeria è una star perché è il giocatore con il valore maggiore, ma non per questo si è montato la testa. È un leader dentro e fuori dal campo. Molti giocatori hanno più esperienza, ma lui ha scalato le gerarchie».

Come secondo lei?
«Oltre che con i gol, sicuramente con il lavoro. In allenamento e in partita è un trascinatore».

Lo trova migliorato?
«È cresciuto tantissimo e continua a crescere ogni partita di più. Mi piace il suo modo di cercare sempre la posizione migliore in area. E poi lotta continuamente sulle seconde palle».

Ne ha parlato anche con Spalletti?
«Non ancora, ma il preparatore atletico della nazionale è in contatto con quello del Napoli. Si scambiano continuamente elementi e dati per tenersi aggiornati».

Quando verrà a vedere una partita di Victor dal vivo?
«Spero il prima possibile anche perché ho un ricordo bellissimo dello stadio di Napoli».

Perché?
«Ho affrontato gli azzurri in un'amichevole quando allenavo lo Sporting Braga. Ricordo un'atmosfera pazzesca».

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