Osimhen, quella corsa tra i tifosi
di un nero napoletano

Osimhen, quella corsa tra i tifosi di un nero napoletano
di Anna Trieste
Venerdì 17 Settembre 2021, 07:00
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«Carezzate i divini dettagli». Lo diceva Nabokov per convincere le genti che spesso a fare la differenza sono le cose piccole, piccolissime, a cui nessuno bada ma che alla fine riescono sempre a cambiare la prospettiva generale della situazione.

E da ieri lo dirà pure Luciano Spalletti, il nuovo allenatore del Napoli, accarezzando dolcemente, come del resto faranno un po' tutti i tifosi azzurri almeno metaforicamente, la testa calda di Osimhen. Così tanto rimproverato per la sua irascibilità, ieri Victor ha permesso al Napoli di non perdere una partita importantissima sul campo del Leicester nel primo match di Europa League.

E l'ha fatto sì, dopo aver sprecato indubbiamente tanto tempo assieme agli altri, ma continuando a provarci finché non ci è riuscito. I suoi due gol sono importanti, certo. 

 

Uno più bello dell'altro.

Uno di raffinata cazzimma, con il difensore scavalcato dal pallone e mandato a rimirar le stelle mentre lui se ne andava in porta con un altro pallonetto e il secondo di cazzimmosa potenza, con un'elevazione quasi mistica che ha permesso ai suoi ricciulilli biondi di sovrastare tutti e incornare il pallone alle spalle del portiere.

Ma, come diceva lo scrittore russo, è il dettaglio fa la differenza. E qui il dettaglio non è il gesto tecnico o atletico, qui il dettaglio divino da accarezzare è Victor che dopo il gol corre, forza il cordone di steward inglesi e si getta letteralmente tra le braccia dei napoletani in festa sugli spalti a Leicester, oltre trecento, presenti dopo quasi due anni di lontananza dagli stadi europei. C'era bisogno di un nuovo napoletano nel Napoli. Ed è arrivato. Com'era la canzone? «È nato nu criatur, è nato niro!». 

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