Osimhen non si ferma più
e la Nigeria è più vicina al Mondiale

Osimhen non si ferma più e la Nigeria è più vicina al Mondiale
di Pino Taormina
Lunedì 11 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 09:03
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Non si ferma più. Nove gol in poco più di un mese, per Osimhen. È l'eroe dei due mondi, Europa e Africa. In attesa di diventarlo anche in un terzo mondo, l'Asia (il mondiale del 2022 si gioca in Qatar). Magari ora è solo un sogno. Nove gol in trentatré giorni. Gol che pesano, perché la sua Nigeria rischiava il patacrac se non fosse riuscita a vendicare in pochi giorni l'incredibile capitombolo interno con la Repubblica Centro Africana. Ha segnato di destro, mettendo al riparo i suoi dai pasticci: la rete del 2-0. Alla Osimhen. Di destro e in area. E così la Nigeria resta prima nel suo girone, a un passo dai playoff di marzo. 

Da oggi si è messo in viaggio per Napoli, domani alla ripresa Spalletti se lo ritroverà già tra i disponibili a Castel Volturno: questo giro di nazionale, almeno per il bomber nigeriano, è stato meno stressante. E senza sorprese. Ogni volta il cuore batte (a dicembre tornò con la spalla rotta) e l'imprevisto è dietro l'angolo. Ma nulla di tutto questo. Victor è scatenato, questi sono i suoi giorni. Con il Napoli o con la Nigeria. Segna sempre lui. È le certezza dell'attacco: sette gol in otto gare con gli azzurri, 2 gol in 4 partite in questa fase di qualificazione con la Nigeria. Da quando si è sbloccato il 7 settembre con Capo Verde non ha segnato solo in tre occasioni: con la Juventus e la Fiorentina e nella gara di andata di qualche giorno fa con la Repubblica Centro Africana, a Lagos. Nel mezzo le sette reti con la maglia azzurra, assist, rigori procurati e tanto altro. E ovviamente i gol si contano, ma si pesano anche. Ha ottenuto il premio di miglior calciatore di settembre dall'Aic, il primo in Italia. Ma conta poco, lo sa. Perché il calcio è un gioco di squadra.

In questo momento in Italia è il migliore (con Ciro Immobile), senza discussioni: da quando segnò i gol decisivi della rimonta al Leicester, ogni avversario sa che deve rispettarlo e temerlo. 

Timido, silenzioso (l'italiano non lo ha ancora imparato come si deve), adorato dalla gente, normale, geniale: Spalletti ne ha limato anche le sue reazioni, ora deve lavorare per evitare alcune fughe a vuoto qua e là per il campo e che producono spreco di energia. Nel Napoli che sogna lo scudetto e che domenica affronta il Torino, rientra nella categoria di quelli che hanno tecnica, genialità, velocità. Un genio umile. Anche se perde un po' troppo spesso la trebisonda. Cosa che va sistemata. Troppe le volte che reagisce con rabbia. Anche per la Nigeria è un idolo indiscusso. Sa che la Coppa d'Africa lo toglierà per un mese dal Napoli a gennaio: ma non chiedete mai a nessun calciatore straniero, soprattutto quelli del Continente Nero, di rinunciare alla propria nazionale. Non lo farà nessuno. Non lo farà neppure Osimhen, nonostante al Napoli debba tanto. E lo sa bene. Tra un mese sarà di nuovo in Nigeria, per le gare decisive per il passaggio del turno. Quella è la sua terra, è casa sua, dove sta spendendo i soldi che sta guadagnando, finanziando scuole e abitazioni. Da domani torna a Castel Volturno: lo attende Francesco Sinatti, il preparatore atletico che ha il compito di migliorare ancor di più le sue divine grazie di velocità e resistenza. Se Osimhen vola il merito è anche di chi fa il lavoro oscuro alle sue spalle. Porta con sé una maglia della Nigeria, per la collezione personale di Spalletti. Un dono per il tecnico che lo sta consacrando nell'Olimpo dei grandi.

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