E all'improvviso va tutto storto. Perché poi dall'Ospedale Niguarda arrivano notizie piuttosto scoraggianti: per Osimhen non è stata una botta come la altre. Dopo gli accertamenti, la diagnosi parla di fratture scomposte di orbita e dello zigomo sinistro. Motivo per cui dovrà essere operato nei prossimi giorni. In pratica, dovrà stare fermo per almeno 3-4 settimane. Nella migliore delle ipotesi. Uno choc. Ma poi, considerando che la Coppa d'Africa è alle porte, significa che Luciano Spalletti deve cominciare a disegnare un Napoli senza il suo gigante là davanti. Una mazzata, un'altra in questa notte milanese dove di sicuro tutto è andato storto. La mannaia non è di poco conto anche se lo staff medico azzurro è già al lavoro per cercare di trovare una soluzione che consenta all'attaccante di tornare in campo con una maschera che gli protegga lo zigomo. Cosa che è stata già utilizzata soprattutto sui parquet di basket. Magari un po' prima di Natale, forse proprio per il big match con il Milan. Non prima. Ma in ogni caso salterà un bel po' di partite a cominciare dalle prossime con Spartak, Lazio, Sassuolo, Empoli e Leicester. Una disdetta, un grande spavento. Osimhen resterà ricoverato per accertamenti a Milano almeno fino a questo pomeriggio me è possibile pure che resti per un'altra notte. In ogni caso scongiurato anche il trauma cranico. Ecco che all'improvviso tutto va storto: la mano magica di Handanovic e l'errore di Mertens che da lì non sbaglia mai e anche il forfait di Osimenh tutti insieme, in un frullato di iella. D'altronde anche un anno fa, di questi tempi, l'Inter fu crocevia devastante: arrivò la sconfitta e anche l'infortunio di Mertens alla caviglia e l'inizio del calvario per il belga. Per Osimhen, in ogni caso, poteva andare peggio: perché dopo le prime cure fatte dai medici del Napoli e dagli infermieri presenti a bordo campo, si temeva per l'occhio. Lo scontro con Skriniar non era apparso chissà quanto violento. Ma non è così. Meno male che la tac ha scongiurato danni alla retina o ad altro. Ma è chiaro che gli accertamenti dovranno essere ripetuti nei prossimi giorni. Un grosso spavento, proprio come a Bergamo. Quando Osimhen stramazzò al suo dopo uno scontro di gioco e per qualche secondo perse coscienza. Stavolta è sempre rimasto sveglio, ma ha colpito il fatto che tutta la parte attorno all'occhio si sia velocemente gonfiata.
La gioia di Mertens è stata strozzata dal fatto che non ha portato punti. Ha segnato il gol numero 137 con la maglia del Napoli, la rete numero 103 in serie A. Un altro record. Perché è diventato anche il miglior marcatore in Serie A con la maglia del Napoli, superato Antonio Vojak (102). Ma Ciro è felice solo quando il Napoli vince, e ieri la sconfitta su un campo che resta un tambù per un sacco di cose non gli ha regalato il sorriso. Eppure il belga è apparso scatenato: non solo il gol che è stato una specie di improvviso arcobaleno, ma anche una presenza costante e rumorosa in mezzo al campo. Ha rinunciato al ruolo di prima punta e si è piazzato un metro e mezzo, al massimo due da Petagna. E qui ha iniziato a dare indicazioni su come ricevere palla, su come farla girare e a chi darla. Anche in maniera plateale. Lui è fatto così, certo non teme il giudizio degli altri. E quando rientra nello spogliatoio è il primo a caricare il resto dei compagni, che vede abbattuti, delusi, amareggiati.
Non può essere contento neppure Zielinski che aveva illuso con una rete straordinaria. «Nel secondo tempo abbiamo creato più di una occasione, dovevamo fare gol e ci dispiace perché avevamo fatto una buona partita. Non avevamo mai perso in campionato ed è una cosa che ci dispiace ma non ne facciamo un dramma. È arrivata in questa partita che non meritavamo di perdere perché potevamo anche vincere se avessimo sfruttato meglio le grandi occasioni che abbiamo avuto. Purtroppo non è andata così ma ora c'è l'Europa League e dobbiamo pensare a passare il turno in Russia». Una gara con una prestazione in crescita. «Mi sto riprendendo, sto bene e cerco di migliorare partita dopo partita. Voglio dare il mio contributo e purtroppo il mio gol non è bastato». Non è semplice tornare a Napoli senza nemmeno un punto. La squadra ha il muso lungo nello spogliatoio, come sempre Spalletti non fa alcun discorso al termine della gara. Preferisce rinviare analisi e tutto il resto a quest'oggi, quando ritroverà la squadra. I giocatori salgono sul bus che li porta al charter senza alcuna voglia di scherzare. È normale che questa caduta, anche se la prima, lascia con l'amaro in bocca. Ma nulla è perduto. Ora è già tempo di pensare alla trasferta di Mosca, dove il turnover sarà obbligatorio a causa della stanchezza ma anche dei tre positivi. Oltre a Osimhen. Per Ospina, invece, solo un gran spavento.