Osimhen, infortunio da valutare: non si allena, salterà i quarti di finale con il Milan

Il timore è che la distrazione possa compromettere gli ultimi due mesi

Victor Osimhen
Victor Osimhen
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 9 Aprile 2023, 08:06 - Ultimo agg. 22:26
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Nell'uovo non c'è la sorpresa attesa. No, Osimhen non ce la farà a scendere in campo con il Milan. E poco importa che quegli ardimentosi tifosi che pure la vigilia di Pasqua sono stati a Castel Volturno per strappare un sorriso ai propri eroi in maglia azzurra, si ritrovino con l'animo sollevato dopo aver intravisto Osimhen sorridente e che alla domanda «giochi a Milano?» ha alzato il pollice all'insù. Ma il Napoli con il Milan, almeno nella gara di andata, non si giocherà il proprio destino europeo con tutte le cose a posto. Il nigeriano, anche se non è dolorante, ieri non ha neppure corso con le riserve, ha evitato contatti e accelerazioni. Insomma lo staff medico non lo considera per nulla abile e arruolabile. Anzi, peggio: Osimhen difficilmente riuscirà a recuperare per mercoledì sera. Il timore, che poi è un terrore, è che la distrazione possa far guai più seri e compromettere gli ultimi due mesi dell'anno. Diciamo che, al momento, l'obiettivo è portarlo in panchina. Ma è all'improvviso un'emergenza in attacco: in attesa di approfondire con degli accertamenti clinici l'acciacco di Lecce. Ma è chiaro a tutti: il Cholito si ferma per un po'. Quanto? Servono almeno una ventina di giorni. Insomma, là davanti adesso c'è solo Raspadori. Con Osimhen che deve seguire passo dopo passo le indicazioni mediche. Oggi è riposo: Spalletti fa tirare il fiato per Pasqua. La squadra lo merita, forse ne ha pure bisogno. Sarà la giornata di domani a dare l'indicazione definitiva su Osimhen: e poiché in tabella non è ancora inserito il rientro in gruppo (forse solo parziale), impensabile gettarlo nella mischia a San Siro. 

Diciamo anche pure piano C più che un piano B.

Perché l'emergenza dell'attacco azzurro non è di poco conto. Lecce ha fatto capire che c'è ormai una certa Osi-dipendenza: era già apparsa evidente con il Milan, ma anche venerdì allo Stadio del Mare si è palesata. Chiaro, non incide in campionato, ma in Europa la doppia mancanza è difficile da sopportare. L'assalto al Milan, a questo punto, dovrebbe essere condotto da Raspadori e Kvara, con Politano e Zielinski favoritissimi su Lozano ed Elmas. Per il resto, il Napoli sta benone e naviga nell'alto mare dell'ottimismo.

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Lo chiamano già mister 150 milioni, perché De Laurentiis per meno neppure si mette a sedersi con i vari intermediari che già chiedono appuntamento. Osimhen è la stella che la Champions la vede spesso solo da lontano, visto che con il Liverpool, alla prima della fase a gironi si fece male a fine primo tempo. «Se noi facessimo tutte le cose che Spalletti ci dice di fare, vinceremmo il 99 per cento delle partite». Mostra grande riconoscenza al Napoli. Ma ovvio, è una cosa reciproca, visto che lo scudetto numero 3 che bussa alle porte ha lui tra i principali protagonisti. «Arrivare al Napoli, equivale a cambiare il mondo. I tifosi vivono per noi e questa cosa non l'avevo mai vista da nessuna parte. E questo coinvolge il cuore e il corpo». Motivo questo che lo spinge a non negare mai né una foto, né un autografo. «Sono rimasto impressionato. Nello spogliatoio ho chiesto a Mertens e Koulibaly se quello che avevo appena vissuto era reale. Mi hanno risposto in coro che non avevo ancora visto nulla. Perché l'energia che trasmettono alla squadra è unica. Stiamo raccogliendo l'eredità di Maradona e tutto questo si sente nell'aria. Qualcuno non credeva in me quando sono arrivato in Italia, ma la società e i compagni sì. E questo è fondamentale. Per esplodere avevo bisogno del posto giusto, Napoli è il mio posto». Riconosce i meriti di Gattuso: «Mi diceva: dipende tutto da te, solo da te». E poi si esalta parlando di Spalletti: «Quello che Spalletti ha fatto da quando è arrivato non può essere paragonato a quello che ho conosciuto altrove. È un genio! E non hai visto tutto. Il giorno in cui riusciremo ad applicare il 99% delle sue istruzioni, distruggeremo qualsiasi squadra di fronte». In realtà, in Italia praticamente ci riesce già.

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