Osimhen, volo speziale: «Ma io penso solo a vincere»

Il genio di Osimhen illumina ogni cosa: e dimostra che lui non ha paura di nulla

Victor Osimhen
Victor Osimhen
Lunedì 6 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 17:38
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Nel blu dipinto di blu. Volare oh oh. Siamo o non siamo nella regione del Festival di Sanremo? E allora eccolo Victor volare felice nel cielo ligure, più in alto che c'è. Stacco di 72 centimetri, poco meno di un secondo il tempo in cui resta sospeso in aria, per alcuni istanti persino immobile: roba da Nba, altro che serie A. È saltato - dicono i dati di Sky Tech - a due metri e 58 centimetri, ha trovato il pallone e ha pure deciso da che parte spedirlo. È volato lassù, persino più in alto della porta (2,44 cm). E i due che il destino ha collocato sulla linea di volo di Osimhen non sono mica due lillipuziani: anzi, Nikolau è alto un metro e 88 e il portiere Dragowski 1,92 cm. Ma sulla testa dei due, il nigeriano ha fatto quello che voleva. «Due gol importanti, devo dire grazie a tutti, ai compagni e a SpallettI» ha detto l'astronauta dopo la passeggiata su Marte. «È stata una partita importante e l'abbiamo affrontata nel modo giusto. Abbiamo conquistato altri 3 punti e sono molto soddisfatto delle mie due reti. Adesso è importante prepararsi per la prossima partita e dobbiamo rimanere concentrati sul campionato, non abbiamo vinto ancora nulla e questa serie A è molto difficile. Dobbiamo assolutamente guardare avanti e continuare a combattere come abbiamo fatto con lo Spezia dove è stato tutto difficile. Abbiamo fatto una grande partita contro una squadra compatta e chiusa. Ma con questi punti di vantaggio non siamo ancora al sicuro: abbiamo una bella possibilità di vincere il campionato, ma vogliamo continuare partita contro partita senza guardare molto avanti», dice Osimhen dimostrando che sul campo è, per fortuna, assai meno banale che nel commentare la partita sua e del Napoli. Due gol che lo portano a quota 16 nella classifica dei cannonieri, sempre più bomber della serie A. È stato lui a mettere la sfida sotto vetro, dentro una teca da museo

Il genio di Osimhen illumina ogni cosa: e dimostra che lui non ha paura di nulla.

Non si tira indietro. Mai. Pure se si è rotto lo zigomo per un colpo di testa. Sfida tutto e tutti e tramuta i giocatori di casa in una serie di oggetti decorativi, delle tendine ricamata, in soprammobili in occasioni del gol del 2-0. La maschera in titanio non lo rende un supereroe, è lì per proteggerlo. Si sente più sicuro, non se la toglierà mai più. I suoi non sono salti ma voli. E per capire il gesto, il record mondiale di salto in alto è del cubano Sotomayor: 2 metri e 45 centimetri e resiste da trent'anni esatti. E Ronaldo, contro la Sampdoria, arrivò fino a 2,56 cm. Dunque, bel oltre. E bel oltre di quanto ha saltato contro Torino e Leicester, dove è arrivato alla cima del K2, con 2 metri e 52 cm. AirVictor.

 

Ma Osi non è solo salti col pallone: ne ha fatto anche un altro: quando è andato ad abbracciare la tifosa nella curva dello Spezia senza batter ciglio. Quando si è reso conto di averla colpita con una pallonata, durante il riscaldamento, da solo, prendendo in contropiede il servizio d'ordine, ha scavalcato per andarla a salutare. E qui, ma nessuna sorpresa, i tifosi di casa, lo hanno accolto a braccia aperte, tra applausi e complimenti. E la meraviglia della giovane tifosa. «Mi è dispiaciuta quando ho visto di averla presa in pieno, sono andato lì perché ci tenevo a chiederle scusa». Un gesto di scuse che ricorda quello di Mbappé prima della finale mondiale (anche il francese colpì un tifoso involontariamente). Peccato, la stessa curva Ferrovia da dove sono poi partiti i cori dell'odio. La sua maglia, a fine gara, l'ha regalata a Salvatore Esposito, una delle promesse napoletane del calcio italiano. «La darò a mio fratello Pio», ha confidato. Osi è un rullo compressore. Ma ogni gol, ogni colpo di magia come quello di ieri, lo avvicina alla gloria dello scudetto ma lo allontana da qui: impossibile che uno così possa scappare ai cacciatori di testa della Premier. Trattenerlo sarà un'impresa quasi più ardua dei suoi salti in alto. 

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