La prima telefonata, al risveglio dopo l'anestesia totale, è stata di Aurelio De Laurentiis. C'era il medico del club Canonico, al suo fianco, all'ultimo piano della clinica napoletana Ruesch dove ieri mattina è stato sottoposto all'intervento chirurgico per la riduzione delle fratture dello zigomo e dell'orbita. Tre ore e venti minuti sotto i ferri. Un tempo lunghissimo. Perché non è stata una operazione banale. «La complicanza maggiore è stata quello dello schiacciamento dell'orbita. Non ha avuto solo una dislocazione, ha avuto un esotrauma. L'osso malare si è pluri-frammentato. Avrà avuto una ventina di fratture, Osimhen è finito come sotto una pressa. La cavità oculare si è stretta. L'occhio è uscito dall'orbita, andiamo con i piedi di piombo», è il racconto choc del chirurgo maxillo-facciale che lo ha operato, Gianpaolo Tartaro. Una situazione drammatica, per sistemare Osimhen sono stati necessari una ventina di viti e sei placche. E alla fine davvero è andata bene al nigeriano perché la collisione, quella con la nuca di Skriniar, ha rischiato di fare danni grossissimi all'occhio dell'attaccante. Victor Osimhen ha rischiato seri e duraturi danni alla vista. Due giorni di preoccupazione. Ora tutto è scongiurato. Alla fine di questo calvario, tutto tornerà come prima per mister sfortuna. E poi c'è un aneddoto che ha voluto raccontare solo ai compagni che lo hanno chiamato: aveva capito, sul prato di San Siro, che l'incidente era grave. Ma aveva deciso di non uscire in barella ma con le sue gambe per non far preoccupare i suoi familiari e gli amici che erano a casa e che guardavano la partita in tv.
Resterà ricoverato per almeno altre 48 ore per accertamenti. Poi piano piano prima tornerà a casa e poi partirà il programma di recupero. Spalletti si è illuso di poterlo riavere in campo prima di Natale, ma non sarà così. Anche ieri mattina ha parlato di «4 o 5 partite da saltare». A spegnere il suo ottimismo ci ha pensato lo stesso club, dopo un colloquio tra i sanitari che lo hanno in cura: «Ci vogliono circa 90 giorni», recita il comunicato. Un mazzata, non ci sono dubbi. Vuol dire rivederlo in campo a febbraio, con o senza Coppa d'Africa. Perché dovesse tornare a essere miracolosamente disponibile prima, dovrebbe teoricamente partire per il Camerun. Di sicuro il Napoli avrebbe difficoltà a schierarlo in campionato con la competizione in corso. Ma questa è una questione che sarà affrontata a metà dicembre, nel caso in cui la Nigeria dovesse convocarlo per la Coppa. Prima va rimesso in sesto Osimhen. Nei primi giorni, anche per dare coraggio al povero Victor, si è ipotizzato l'uso di una mascherina per proteggere lo zigomo e l'occhio.