Osimhen, il fulmine del gol:
solo Bale e Mbappè più veloci

Osimhen, il fulmine del gol: solo Bale e Mbappè più veloci
di Gennaro Arpaia
Lunedì 10 Maggio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 18:22
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Hasta la victoria. Anzi, hasta Victor siempre. La faccia del Napoli, ma anche le gambe e il sorriso della squadra di Gennaro Gattuso hanno i tratti di Victor Osimhen, l'uomo copertina e il calciatore del momento. L'attaccante capace di riscrivere in poche settimane la sua storia azzurra cominciata solo l'estate scorsa: da giovane prospetto tutto da inquadrare nel calcio italiano a diamante. Grezzo sì, ma stavolta solo da aspettare. 

Nel 2021 ha cambiato marcia e lo ha fatto con la sua migliore qualità, Victor. L'unica che non si apprende in alcuna scuola calcio del mondo. Anzi, se riesce a correre in quel modo, a superare gli avversari con tanta facilità nel lungo e a coprire i metri del campo come nessuno dei suoi compagni è per il sangue che gli scorre nelle vene, per le fibre di un fisico che sembra stato fatto proprio per arrivare prima di tutti. Correva tra le strade di Lagos da bambino quindici anni fa come sabato ha fatto a La Spezia: col sorriso stampato sul volto e la voglia di fare in fretta per portare a casa il risultato migliore. Sono 32,74 i km fatti registrare nel suo massimo sprint contro la squadra di Vincenzo Italiano in un match che sembrava ostacolo impegnativo per la corsa Champions, come quando ha messo il turbo andando a segnare il gol del raddoppio. E non è di certo il suo meglio: Osimhen e Mbappé sono stati gli unici, nella passata stagione di Ligue 1, a superare più di cinque volte i 35 km/h in partita. Il nigeriano si è spinto fino a 36,5 km, il francese del Psg, invece, fino a 36,8. Un fulmine. Una vera e propria forza della natura, perché su un campo da calcio pochi riescono a toccare queste velocità: Bale è il Re incontrastato dello sprint con i suoi 39,9 di picco massimo, ma tutti gli altri campioni inseguono, da Hakimi a Haaland (36,4 km/h), da Cristiano Ronaldo (33,6 km/h) a Messi (32,2 km/h). Bolt, il velocista che ha annichilito il mondo frantumando tutti i record negli ultimi anni, si è spinto fino ai 44 km/h in una notte di Berlino di qualche anno fa. Ma tra i piedi non aveva un pallone per fare gol. E quella ligure non è stata nemmeno la migliore versione del velocista Victor: a Torino contro i granata, qualche settimana fa, aveva ingranato la sesta fino a toccare i 34,8km/h, il suo massimo da quando è in Italia. La prova che, quando il fisico risponde, nessuno riesce a fermarlo. 

Tra gli attaccanti in Serie A solo Vlahovic è al passo con il nigeriano da marzo a oggi. Undici partite di fila e otto gol segnati con anche due assist per i compagni. Dopo l'ennesimo infortunio contro l'Atalanta a Bergamo di febbraio, Osimhen ha messo insieme una rete ogni 79 minuti e si è trasformato in un talismano: quando segna lui, il Napoli non perde mai.

Otto vittorie e un pareggio, quello contro il Cagliari di otto giorni fa in cui poteva andar via anche con qualche gol in più. Certo, il prodotto finale di Osimhen è ancora lontano, ma i miglioramenti dei primi mesi d'azzurro sembrano evidenti: il destro è già rodato - otto gol su dieci li ha segnati con il suo piede preferito -, il sinistro è stato inaugurato contro i sardi dopo una bella giocata nello stretto, il colpo di testa è stato letale a Bologna nel girone d'andata ma migliorerà col tempo. Gattuso aveva puntato forte su di lui in estate e i numeri, ora, sembrano dare ragione a Rino: il Napoli versione campionato mette insieme 2,10 punti nelle partite in cui l'azzurro è in campo, mentre le medie scendono a 1,86 quando non c'è. La verità nei numeri. 

 

Le atmosfere di Champions le ha già assaggiate con il Lille, ma giocare la Coppa con il Napoli è il primo obiettivo ora. Un po' perché era lo aveva promesso a se stesso e a Gattuso a luglio scorso, al primo incontro a Napoli tra i due, poi per dare un colpo di spugna alle critiche piovute sul suo talento nei mesi scorsi. Non le ha ascoltate, Victor, ha sorriso nel momento più buio e ha ringraziato i compagni che lo hanno aspettato. Andare in doppia cifra, poi, è diventata un'abitudine: ci è riuscito con lo Charleroi in Belgio due anni fa, in Ligue 1 col Lille nella passata stagione e ora in Italia, nonostante tutto. Per gli scout europei, ora il nigeriano gioca e segna come i suoi colleghi più illustri: Lautaro Martinez, Rashford, Kylian Mbappé più vecchio di lui di soli nove giorni, ovviamente Haaland. Campioni appena sbocciati ma già in volo, tutti impegnati in Champions. Lì dove Osimhen vuole essere a settembre, questa volta con la maglia azzurra. 

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