Dei sei mesi di Leonardo Pavoletti a Napoli (gennaio-giugno 2017) sono rimasti agli atti 6 presenze in campionato, 4 in coppa Italia, 0 gol totali e una serie infinita di sorrisi. Sì, perché l'attaccante arrivato dal Genoa nel mercato invernale per sopperire all'assenza dell'infortunato Milik, non ha mai lasciato il segno sotto porta ma è entrato in fretta nel cuore di tifosi e compagni. Si è integrato subito nello spogliatoio diventando mattatore con gag e scherzi al seguito di Mertens e Insigne, facendo passare in secondo piano il suo praticamente nullo contributo dal punto di vista dei gol.
A distanza di quattro anni, però, domenica pormeriggio tornerà al Maradona in una veste nuova, quella di attaccant del Cagliari e con la consapevolezza che anche dai suoi gol passeranno le speranze di salvezza dei sardi. Fino ad oggi è andato a segno tre volte, ma da quando Semplici ha preso il posto di Di Francesco alla guida della squadra, Pavoletti ha scalzato ogni gerarchia in attacco diventando il partner preferito da affiancare all'inamovibile Joao Pedro. E così rapidamente Simeone, titolare di inizio stagione, è scivolato in panca, con Leonardo che si è preso il posto al centro dell'attacco.
A Napoli lo ricordano tutti con un sorriso e per il sorriso, quello che non ha mai abbandonato nonostante settimane e settimane trascorse a riscaldare la panchina. Addirittura spedito in tribuna al Bernabeu in occasione degli ottavi di Champions contro il Real Madrid (era stato inserito in lista a gennaio prendendo il posto di Gabbiadini ceduto al Southampton). Ma senza mai perdere il suo proverbiale buonumore. Un cuor contento dentro e fuori lo spogliatoio, al punto tale da essere ancora oggi molto legato a Mertens e ai tanti compagni di quell'avventura durata sei mesi in azzurro.