Da Mateo a Matteo. Una sola lettera di differenza tra Retegui e Politano, ovvero due dei volti nuovi e vincenti dell'Italia di Mancini. Il ct non ha avuto paura di dare fiducia dall'inizio all'italo-argentino, mentre con Politano si è preso un minimo di tempo in più per rendersi conto che in questo momento l'esterno azzurro è uno degli uomini più in forma del campionato. Di sicuro lo è tra gli italiani, e le prestazioni in Nazionale hanno confermato quando di buono sta facendo vedere con l'azzurro del Napoli.
La sua è stata una parabola in continua crescita, a partire dalla scorsa estate quando sembrava destinato a cambiare aria. L'intesa con Spalletti faticava a costruirsi e l'idea di fare per tutta la stagione il vice Lozano non lo esaltava nemmeno per un po'. E così l'idea (nemmeno troppo celata) di lasciare Napoli per mettersi in discussione altrove. Ovviamente con la voglia di giocare di più anche per convincere Mancini. Alla fine, però, Matteo e Luciano si sono parlati, si sono chiariti e insieme hanno deciso di continuare sulla stessa strada, ovvero sotto la stessa bandiera, quella azzurro Napoli. Già all'alba della stagione, tra ritiro a Dimaro e quello a Castel di Sangro, l'esterno italiano ha fatto capire a Spalletti che scegliere tra lui e Lozano sarebbe diventato difficile. Pronti, via, subito in gol nella gara d'esordio contro il Verona, per poi confermare l'ottimo stato di forma nella prima parte di campionato tra reti e assist. Fino alla sosta è stato praticamente intoccabile per Spalletti che lo ha utilizzato quasi sempre dal primo minuto in campionato. Insomma, amore rinato quello tra l'allenatore e il suo attaccante. «È bello giocare nel club ed è bello venire in Nazionale, Napoli è una città che ti entra dentro e quando ti innamori è difficile staccarti. Adesso abbiamo il Milan, sarà difficile. Solo dopo penseremo alla Champions», ha confermato proprio Politano al termine della gara di domenica sera dell'Italia contro Malta. Due prestazioni su due di ottimo livello. A Napoli, contro l'Inghilterra, Matteo è entrato dalla panchina e si è caricato la Nazionale sulle spalle. Il suo ingresso in campo ha portato una ventata fresca sulla fascia destra che ha fatto bene a tutta l'Italia assopita del primo tempo. Troppo bello per restare ancora a guardare e infatti a Malta Mancini lo ha schierato dall'inizio. Non un premio a caso, ma il riconoscimento meritato per la prestazione così convincente del Maradona.
E ora? Il ritorno a Napoli con in testa la corsa scudetto, ma soprattutto la doppia sfida di Champions contro il Milan. Sarà lì che gli azzurri dovranno dimostrare il loro valore e Politano ha tutte le intenzioni di rispondere presente alla chiamata da parte di Spalletti. Proprio nell'ultima gara di Champions, quella di ritorno degli ottavi contro l'Eintracht, l'attaccante italiano ha infiocchettato un assist delizioso per la testa di Osimhen in occasione del gol che ha sbloccato la gara. In quel momento Spalletti ha avuto le conferme che voleva. Perché a Francoforte Lozano - partito titolare al posto di Politano - era stato devastante con le sue accelerazioni a tutti gamba, mentre a Napoli ci ha pensato l'italiano a far capire che anche lui ha tutte le carte in regola per essere decisivo. In questo finale di campionato sarà una staffetta cruciale quella sulla fascia destra, con Di Lorenzo uomo fisso che si sovrappone all'esterno d'attacco che ruota sempre tra Lozano e Politano.
A proposito del Chucky. Per non perdere l'abitudine è andato a segno anche in nazionale, nella sfida del suo Messico contro la Jamaica. Con un gol dal dischetto allo scadere del primo tempo, Lozano ha fissato il punteggio sul risultato di 2-2 mandando un messaggio chiarissimo a Spalletti e al Napoli «Ci sono anche io». Il meglio del meglio per gli azzurri che adesso sanno di avere due esterni perfetti per il tridente. Carte vincenti per una stagione che può davvero diventare unica e indimenticabile nella storia del club.
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