Spadafora gela la Lega di Serie A:
«Ripartire? Il calcio non deve illudersi»

Spadafora gela la Lega di Serie A: «Ripartire? Il calcio non deve illudersi»
di Pino Taormina
Martedì 21 Aprile 2020, 07:30
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«Al momento non do per certa né la ripresa degli allenamenti il 4 maggio né quella del campionato». Il ministro Spadafora gela il Consiglio di Lega che proprio qualche minuto prima aveva diffuso un comunicato in cui, invece, all'unanimità (ma erano assenti i club dissidenti, che in consiglio non hanno rappresentanti) confermava «la volontà di portare a termine la stagione». In realtà, il ministro dello sport è assai perplesso, dopo che anche il ministro alla salute Speranza («Il calcio è l'ultimo dei problemi, muoiono 400 persone al giorno») e il suo vice Sileri («Come medico dico che comunque c'è un rischio») avevano frenato sulla ripartenza. Sul supervertice di domani con Figc e Lega, Spadafora anticipa la sua posizione. «La Figc presenta il protocollo per gli allenamenti e lo valuteremo insieme con molta attenzione. Dobbiamo capire se il calcio è pronto alla ripartenza con gli allenamenti. Ma questo non deve dare illusione che riprendere gli allenamenti vuol dire riprendere poi il campionato». Insomma, un doppio colpo alle speranza dei presidenti della serie A che puntano, senza mezzi termini, alla ripresa estiva della stagione. Spadafora poi apre un altro fronte: «Se si gioca, valuteremo anche le gare in chiaro: ci ho già provato ed è stato un confronto spinoso». 

Ma nel corso del direttivo della Lega è spuntato un documento sottoscritto da otto club (Parma, Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, Bologna e Fiorentina) che pone tre quesiti, uno sui contratti in scadenza e un secondo sui prestiti. Ma il più delicato è il terzo quesito. «Con l'eventuale ripresa del campionato e successiva interruzione per conseguenze derivanti da contagio Covid 19, quali effetti giuridici potrebbero subire i singoli calciatori o interi club (per gli effetti dell'ottemperanza a provvedimenti mitigatori al contagio - autoisolamento o quarantena)? In particolare potrebbero sopravvivere la legittimità delle pretese dei club di invocare la forza maggiore a far data dal Dpcm 9 marzo 2020 con riguardo a rapporti contrattuali di durata preesistenti alla data? L'assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club che si è assunto il rischio di prosecuzione della competizione pur in presenza di un rischio incalcolabile». In pratica, chi si prende la responsabilità di un contagiato? I medici sportivi sono preoccupatissimi in quanto responsabili, Tavana (medico del Torino) si è dimesso dalla commissione Figc. E questo pone in dubbio la stessa sopravvivenza della commissione.
 

In mattinata, il club azzurro provava a far entrare nel vivo sia il protocollo sanitario che quello organizzativo della ripresa. Da domani via ai tamponi a domicilio per tutti i calciatori. Solo il primo, perché lo staff medico ha previsto tre test da qui al 4 maggio. A distanza di quattro giorni l'uno dall'altro. Tamponi non solo per i giocatori della rosa, ma anche per Rino Gattuso e i suoi collaboratori: nella riunione di ieri mattina è stato definito l'elenco di chi - salvo dietrofront non improbabili - dal 4 maggio si ritroverà a Castel Volturno nel maxi-ritiro. Dunque, tutto il personale (compresi il ds Giuntoli, il suo vice Pompilio e il team manager De Matteis), il cuoco e i magazzinieri saranno sottoposti al test per capire se sono positivi al Covid 19. In totale saranno 60 a prendere parte al raduno nel centro tecnico: non solo per i calciatori sarà un ritiro blindato a tutti gli effetti, una vera e propria clausura. Una zona rossa. Il piano dei sanitari del club azzurro prevede tra il 29 e il 30 aprile anche l'effettuazione dei test sierologici.

Il club in serata, in una nota, fa sapere che al momento non è ancora previsto il rimborso né degli abbonamenti né per i biglietti della gara di Coppa Italia con l'Inter. 
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