Raspadori si prende l'Italia:
due vittorie di fila come agli Europei

Raspadori si prende l'Italia: due vittorie di fila come agli Europei
di Pino Taormina
Martedì 27 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 28 Settembre, 07:27
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Bene, bravo, bis! Un piccolo re bambino si sta prendendo l'Italia, cercando di non far rimpiangere quei giganteschi attaccanti che tanto di moda vanno di questi tempi. Jack Raspadori segna un altro gol anche in Ungheria, il secondo in tre giorni: un altro gol di peso e sostanza, rotondo, gol esclamativo, di rapina. Tiene a galla la Nazionale un ragazzo di 22 anni, uno dei pochi che non nasconde di essere affamato di questa nazionale. Mister 35 milioni salva Mancini da un'altra delusione, sarà pure una minestrina questa semifinale di Nations League ma in ogni cosa meglio giocarla che non farlo. Nulla, in ogni caso, cancellerà la vergogna dell'eliminazione con la Macedonia del Nord. Va a segno l'attaccante del Napoli, il ragazzo che sabato contro il Torino verrà schierato là davanti o come falso nove oppure all'esterno, al posto di Politano. Certo, per Spalletti diventa davvero impensabile tenere da parte un tipo così in stato di grazia. 

Fa festa alla Puskas Arena, festeggia anche con Zerbin strofinando le scarpette a bordo campo. Bell'amicizia, anche questa. Una storia speciale. Segna quando non stava certo facendo fuoco e fiamme, con Gnonto compagno di scuderia, in un 3-5-2 baldanzoso e poco altro. Jack non si sta muovendo benissimo, l'intesa con il compagno che gioca nel Leeds. Certo, positivo per il modo con cui si sacrifica e in cui prova più volte a venire incontro al portatore di palla. Ma è reattivo sempre sulla seconda palla, come in occasione del gol in cui prende al volo l'errore da dilettanti alla sbaraglio della difesa ungherese. Una unghiata, quella di Raspa. Che gela i 70mila tifosi magiari. Un altro, dopo quello con la Germania. Perché Jack è uno che ha capito che non serve la bellezza, la straordinarietà, il grande numero. Ovvero, vanno bene i gol come quello all'Inghilterra, il tiraggiro. Ma non sempre riescono le cose come ne sogni, dove non hai mai vento contro. Ci sono notti in cui bisogna solo buttarla dentro. Anche di testa, anche con un gol di rapina, di sveltezza, fa niente se non è da primo della classe, ma da ultimo della fila che non ne può più di tornare a casa a mani vuote.

Ed è questo il gol che mette a segno Raspadori, un gol alla Paolo Rossi dice Antonio Di Gennaro, voce che accompagna Alberto Rimedio nelle telecronache della Rai. Di sveltezza e di rapina. Vero. Sono già cinque i gol con l'Italia in 13 partite. Che ora si prepara a tornare a Napoli: Jack è un jolly, uno che può fare la seconda punta così come lo schiera (per necessità il ct Mancini) ma anche la punta centrale, il trequartista e l'ala sinistra (con la Turchia, quando segnò una doppietta a marzo, giocò esterno nel tridente con Scamacca e Zaniolo). La sua gara dura 72 minuti, dieci minuti in meno rispetto a San Siro. 

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Certo il gol di Raspa non è di poco conto, anche perché è la rete numero 1.499 della storia dell'Italia. Peccato, perché avrebbe sognato di mettere la firma anche al gol numero 1,500 (fa feste Dimarco). Poi, però, svanisce dal campo, anche perché la partita diventa tutta una grande fatica. Ma c'è un altro pezzo di Napoli che salva ogni cosa, ovvero Gigio Donnarumma. Le sue sono parate spettacolari, la prova che anche lui ha fame di Nazionale. Se l'Italia si salva in Ungheria è per il colpo di Jack nel primo tempo e poi per i miracoli di Gigio che si prende sulle spalle la povera Nazionale che non riesce mai a uscire dalla propria metà campo. L'Ungheria lamenta per una spinta di Bastoni che all'80' avrebbe potuto riaprire la partita. Ma tanto, quella specie di Superman tra i pali, avrebbe parato di sicuro pure quel rigore. Nel finale un po' di preoccupazione per la botta che rimedia Di Lorenzo per una entrata molto brutta di Fiola. Il capitano del Napoli è dolorante e lascia il campo nel finale (solo oggi si capirà l'entità dell'incidente dopo gli accertamenti del caso), al 90', al ragazzo di Barra, Mazzocchi della Salernitana (prima storica presenza per un calciatore granata). 

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