Garcia ci aveva visto lungo e Spalletti non ha fatto altro che rispolverare il suo Jackpot dei tempi del Napoli. Stavolta in Nazionale. L'impiego di Jack Raspadori da centravanti atipico, la prestazione più che convincente contro l'Ucraina (al posto di Immobile), la duttilità e l'intelligenza tattica, la capacità di arretrare e creare spazi per gli inserimenti dei compagni, hanno consegnato all'Italia - nella Scala del calcio - un gioiellino capace di essere un autentico jolly offensivo. Fin qui nulla di nuovo sotto il sole. O quasi.
Adesso tocca a Rudi Garcia. Il tecnico francese si ritrova piacevoli problemi di abbondanza in attacco. L'attaccante ex Sassuolo chiede legittimamente spazio anche con il Napoli dopo la prova maiuscola di martedì sera con la maglia della Nazionale a San Siro contro l'Ucraina. Garcia, come detto, non si è tirato indietro finora. Anzi. Il tecnico aveva intuito fin da subito che Jack avesse le stimmate del giocatore camaleontico, capace di ricoprire più ruoli nello scacchiere tattico del Napoli che ha immaginato e che sta plasmando. E nelle prime due uscite della stagione (a Frosinone e con il Sassuolo al Maradona) gli ha affidato sempre una maglia da titolare nel tridente. Sempre da esterno sinistro (complici anche le non perfette condizioni fisiche di Kvaratskhelia), ma con licenza di accentrarsi. Con la Lazio però, visto il ritorno del georgiano dal primo minuto, Jack è scivolato in panchina salvo subentrare a gara in corso proprio a Kvara. Lecito pensare che una concorrenza agguerrita possa solo fare bene al Napoli. E se a sinistra del tridente c'è la stella georgiana (anche se un po' appannata ultimamente), al centro dell'attacco il re dei bomber dello scorso campionato, Osimhen, rende improponibile ogni tipo di «successione» al trono.
Difficile, comunque, immaginare di tenere fuori Raspadori in queste condizioni. Sarà anche per questo che Garcia, all'alba del campionato, aveva parlato anche della soluzione a centrocampo per il 23enne attaccante pur di non privarsi del suo talento. Finora, però, è stata solo un'idea. Forse una suggestione. L'impressione è che Raspadori debba giocare vicino alla porta dove può essere letale. Numeri alla mano dunque, considerando la rosa azzurra al completo ed al top della forma, l'attaccante potrebbe essere impiegato come esterno destro (cosa che l'anno scorso Spalletti provò soltanto nell'ultima gara con la Sampdoria al Maradona e il giocatore rispose con un assist) oppure come rifinitore alle spalle dell'unica punta, Osimhen. In tal caso, però, sarebbe indispensabile che il Napoli cambiasse pelle. Passando cioè dal canonico tridente (4-3-3) al 4-2-3-1 come canovaccio che pure è nelle corde di Garcia. Una soluzione del genere prevederebbe Lindstrom sulla destra, Raspadori sottopunta e Kvaratskhelia sull'out mancino con Osi unico riferimento in avanti. Non solo. Il danese e Jack potrebbero anche facilmente scambiarsi ruoli e posizioni avendo entrambi cucito addosso il ruolo e i numeri del rifinitore. Staremo a vedere.
Raspadori, dal canto suo, per mettere maggiormente in imbarazzo Garcia dovrebbe cercare solo di affinare il fiuto del gol. E implicitamente Rudi lo sta invogliando, chiedendogli sempre di accentrarsi per cercare la conclusione ed esaltare le sue caratteristiche negli ultimi sedici metri. A Frosinone era anche andato in rete (mentre era nel bel mezzo dell'area), salvo poi essere pescato in offside. Con il Sassuolo, invece, galeotto fu il dischetto che gli fece fallire la rete del raddoppio, sparando alle stelle. E chissà che a Genova non sia la volta buona.
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