Renica e Carannante, il camp estivo
diventa una sfida al razzismo

Renica e Carannante, il camp estivo diventa una sfida al razzismo
di Francesco De Luca
Giovedì 3 Giugno 2021, 05:55 - Ultimo agg. 4 Giugno, 08:01
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Alessandro Renica, libero del Napoli che vinse scudetti e coppe dall'87 al '90, è un caro amico di Napoli e della squadra azzurra. Durante l'ultima stagione calcistica si è ritagliato il ruolo di acuto, spesso sferzante, opinionista televisivo difendendo con decisione le scelte di Gattuso. A Napoli il 58enne ex calciatore veronese, nato in Francia, ha ritrovato vecchi compagni e tra questi Antonio Carannante, 53 anni, napoletano di Bacoli, entrato nella storia del club azzurro perché è stato il più giovane calciatore della squadra ad esordire in A, poco più che sedicenne, nel marzo dell'82.

Renica e Carannante hanno lanciato il progetto di un camp estivo per giovani calciatori. A Feltre, in provincia di Belluno, organizzato con il supporto della locale società Juventina Mugnai. Cinque giorni di allenamenti e partite dal 22 al 26 giugno. Ma c'è anche altro, come si capisce dalla locandina che unisce le Dolomiti e il Vesuvio e da un post di Alessandro su Facebook: «Nelle Dolomiti c'è voglia di Vesuvio e il messaggio è chiaro: no al razzismo e stima ed ammirazione per il popolo napoletano».

Renica ha giocato a Napoli dal 1985 al 1991 (tormentati gli ultimi anni a causa di problemi fisici) e ha chiuso la carriera a Verona nel '93, dopo aver disputato una manciata di partite.

Dai tifosi azzurri è ricordato per il gol alla Juve nei quarti di finale della Coppa Uefa '89, al minuto 119, quando sembrava inevitabile la lotteria dei rigori per decidere quale italiana sarebbe andata in semifinale. Ma dai napoletani è apprezzato anche e soprattutto perché lui, veronese, non si è mai nascosto davanti alle offese dei veronesi nei confronti dei napoletani. La sua anima è qui, con la gioia che prova quando ritrova vecchi tifosi e vecchi compagni e l'emozione che gli ha fatto rigare di lacrime il viso quando si è recato ai Quartieri spagnoli per rendere omaggio al murale del vecchio Capitano Maradona.

E così lo “Stage per giovani aspiranti” a Feltre, a 800 chilometri da Napoli, è l'occasione per far capire ai giovanissimi che nel calcio non ci sono soltanto tecnica e tattica ma anche rispetto per le altre squadre, le altre tifoserie e le altre città.

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