Il calcio totale, le verticalizzazioni, il catenaccio, il palleggio, il tiki taka: niente di tutto questo. Se cercate da qualche parte la spiegazione tecnico-tattica delle avvincenti prestazioni del Napoli delle ultime settimane dovete mettervi le cuffie e ascoltare la musica. Sì, perché più si guarda il Napoli di Spalletti più sovviene alla memoria un'aria celebre della cultura pop napoletana e cioè la canzone Chiammame di Eduardo De Crescenzo inserita nella colonna sonora dello stracelebrato musical di Martone, Scugnizzi. È lì, infatti, che si trova la spiegazione, il segreto scoperto da Spalletti. Pront' a dà mazzate primma ´e abbuscà. Così cantavano gli scugnizzi di Martone e così cantano, coi piedi, gli scugnizzi di Spalletti.
Mai paghi, mai domi, mai sazi, mai stanchi, ieri a Genova gli azzurri hanno continuato a picchiare fino alla fine. Anche sul risultato di quattro a zero, il Napoli non ha mai neanche lontanamente pensato a gestire. Perché ha capito, probabilmente, che la miglior difesa è davvero l'attacco e che per non correre il rischio di abbuscare bisogna necessariamente e immancabilmente da' mazzate. È la legge della strada che, applicata nel rettangolo di gioco, produce giocate da vedere e rivedere all'infinito. I due gol del velocista Osimhen, il ritorno del soldato Piotr, il lavoro di cucitura instancabile di Insigne. Ma, soprattutto, il ritorno (o l'arrivo, probabilmente) a Napoli di Fabian. Il suo gol, ma in generale le sue partite e le sue ultime prestazioni fanno bene alla testa e al cuore. E non poteva essere diversamente. Chi non sarebbe felice, infatti, di correre spensierato a destra e a manca quando sai che a guardarti le spalle ci sta uno che si chiama Anguissa?